• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/13533    il recente rapporto «Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2013-2014» dell'ISPRA, i cui risultati hanno avuto grande eco nel Paese, evidenziano una grave situazione di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13533presentato daDE ROSA Massimo Felicetesto diMartedì 21 giugno 2016, seduta n. 639

   DE ROSA, DAGA, BUSTO, ZOLEZZI, MANNINO, MICILLO e TERZONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   il recente rapporto «Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2013-2014» dell'ISPRA, i cui risultati hanno avuto grande eco nel Paese, evidenziano una grave situazione di contaminazione diffusa delle acque, sia superficiali che sotterranee;
   in molti casi, soprattutto nelle regioni del Centro-nord, sono superati gli Standard di Qualità Ambientale fissati dalle normative comunitarie, a partire dalla Direttiva 60/2000/CE «acque»;
   il rapporto evidenzia che «Le regioni cercano in media 73 sostanze nelle acque superficiali e 72 in quelle sotterranee.» quando sono posti in commercio nel paese circa 400 principi attivi;
   la stragrande maggioranza delle regioni non ricerca sostanze ampiamente utilizzate: è il caso del glifosato e dei sui metaboliti che è stato cercato solo in Lombardia e Toscana dove, peraltro, è stato riscontrato con alta frequenza e in quantità superiori agli standard di qualità ambientale;
   l'ISPRA sostiene che «L'analisi dell'evoluzione, inoltre, indica, che il fenomeno è ancora probabilmente in una fase crescente, sia in termini territoriali, sia in termini di frequenze di rilevamento e di sostanze trovate. La contaminazione è, pertanto, sottostimata, in primo luogo per il fatto che in vaste aree del centro-sud, il monitoraggio non è ancora adeguato. Un fattore finora non sufficientemente considerato è la reale persistenza di certe sostanze, che insieme alle dinamiche idrologiche molto lente (specialmente nelle acque sotterranee) rende l'inquinamento ambientale difficilmente reversibile»;
   una buona parte delle acque monitorate è utilizzata anche per l'approvvigionamento idro-potabile e per l'irrigazione per la produzione di derrate alimentari. Recenti inchieste giornalistiche hanno evidenziato la presenza di glifosato in quantità rilevanti anche in acque destinate all'alimentazione umana e che, per stessa ammissione delle autorità preposte, questa ed altre sostanze correlate non vengono finora cercate;
   il piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, adottato con decreto del 22 gennaio 2014, contiene una serie di raccomandazioni per le regioni che dovrebbero essere chiamate ad applicarlo ma ai fini di una esaustiva valutazione dell'efficacia delle varie azioni previste è fondamentale un monitoraggio attendibile sia per quanto riguarda la qualità dei dati sia per estensione;
   molte acque sotterranee e superficiali italiane sono sottoposte a plurime forme di pressione antropica. Oltre ai pesticidi sono ampiamente diffuse, spesso oltre i limiti di legge, altre sostanze pericolose come i solventi clorurati e i metalli pesanti;
   per alcune sostanze, più di altre, la contaminazione per frequenza, diffusione territoriale e superamento dei limiti di legge, costituisce un vero e proprio problema, in alcuni casi di dimensione nazionale. Tali evidenze indicano la necessità di un'analisi critica delle attuali procedure di autorizzazione delle sostanze, e richiedono che una corretta valutazione del rischio dovrebbe considerare in modo retrospettivo anche i dati di monitoraggio ambientale;
   un fattore finora non sufficientemente considerato è la reale persistenza di certe sostanze, che insieme alle dinamiche idrologiche molto lente (specialmente nelle acque sotterranee) rende l'inquinamento ambientale difficilmente reversibile;
   per quanto riguarda la situazione della Lombardia, una delle regioni più inquinate d'Europa, la rete di monitoraggio 2014 comprende 303 punti delle acque superficiali e 521 di quelle sotterranee. Le indagini hanno riguardato 3.209 campioni per un totale di 80.857 misure analitiche;
   la Lombardia, con il 55,4 per cento dei punti monitorati che violano gli standard di qualità ambientale (Sqa), ha il livello più elevato di non conformità. Segno, scrive l'Ispra, di «un'ampia diffusione della contaminazione» che nella pianura padano-veneta è più accentuata. In Lombardia nelle acque superficiali ci sono residui nel 78,5 per cento dei punti e nel 38,6 per cento dei campioni analizzati, mentre nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di pesticidi nel 41,3 per cento dei punti e nel 32,0 per cento dei campioni analizzati. Nelle acque sotterranee la contaminazione è superiore agli SQA nel 13,2 per cento dei punti;
   fra le sostanze maggiormente responsabili della non conformità ci sono il glifosato e il suo metabolita AMPA. Si fa presente che il glifosato è una delle sostanze maggiormente usate a livello nazionale e risulta essere, anche sulla base di dati internazionali, uno dei principali contaminanti delle acque –:
   se il Governo, in considerazione della particolare concentrazione di inquinanti presenti nella Pianura Padana, non intenda promuovere, per quanto di competenza, l'immediata esecuzione di specifiche ricerche degli agrofarmaci nelle acque potabili, con particolare riferimento al glifosato e ai suoi metaboliti;
   se il Governo non ritenga di dover promuovere immediatamente un piano di finanziamento straordinario delle agenzie affinché siano dotate della strumentazione adeguata per un monitoraggio completo ed efficace degli agrofarmaci nelle acque;
   se il Governo non ritenga di assumere iniziative per modificare il piano nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari introducendo vincoli più stringenti per la riduzione dell'uso degli agrofarmaci;
   se il Governo, con particolare riferimento alla preoccupante condizione della Pianura Padana, non ritenga di assumere iniziative per prevedere una moratoria nell'autorizzazione di nuovi progetti sottoposti alla valutazione di impatto ambientale nazionale che aumentano la pressione antropica sulle acque nelle aree che già mostrano superamenti degli standard di qualità ambientale, come pozzi per idrocarburi e inceneritori. (4-13533)