• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/08939    da quanto si apprende da diverse fonti di stampa, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha motivato la sua decisione di rimuovere la coalizione guidata dall'Arabia...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08939presentato daDI STEFANO Manliotesto diMartedì 21 giugno 2016, seduta n. 639

   MANLIO DI STEFANO, SIBILIA, SPADONI, SCAGLIUSI, GRANDE, DEL GROSSO e DI BATTISTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   da quanto si apprende da diverse fonti di stampa, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha motivato la sua decisione di rimuovere la coalizione guidata dall'Arabia Saudita in Yemen dalla «lista nera» dei Paesi e delle organizzazioni che commettono crimini contro i bambini in virtù del minacciato taglio dei fondi all'organizzazione da parte dei sauditi;
   «È stata una decisione dolorosa. Ma milioni di altri bambini avrebbero sofferto molto con il taglio dei fondi», queste le prime dichiarazioni del Segretario Generale dell'ONU, definendo poi come inaccettabile, per gli Stati membri, «esercitare indebite pressioni»; quindi, il timore di dover rinunciare a quei fondi avrebbe convinto Ban Ki-moon ad accogliere, tra le perplessità di molti attori, la richiesta saudita di uscire dalla black list;
   questa decisione ha suscitato l'indignazione delle organizzazioni per i diritti umani. «Dato che questo elenco è frutto di manipolazione politica, perde credibilità e macchia l'eredità del Segretario generale sui diritti umani», ha commentato Human Rights Watch;
   l'ONU aveva inserito il nome della coalizione a guida saudita (impegnata nel radere al suolo intere città dello Yemen) in una black-list di organizzazioni che violano i diritti dei bambini del mondo; secondo un rapporto Onu almeno 785 bambini sono stati uccisi e 1.168 feriti in Yemen solo lo scorso anno, il 60 per cento da attacchi aerei della coalizione contro scuole e ospedali yemeniti;
   dopo la reazione del Regno arabo, l'Onu ha annunciato che ha accettato «la proposta dall'Arabia Saudita che le Nazioni Unite e la coalizione rivedano insieme i casi e le cifre citate nel testo» e «ha rimosso dalla lista la coalizione». Tuttavia, l'ambasciatore saudita ha osservato che il cambiamento nella lista è «definitivo e incondizionato»;
   l'UNICEF, in un rapporto di marzo 2016 sullo Yemen, ha potuto verificare 1.560 gravi violazioni dei diritti umani dei bambini. Secondo il rapporto, solo nel 2015, oltre 900 bambini sono stati uccisi e oltre 1.300 sono rimasti feriti: cifre quasi 7 volte superiori rispetto a quelle dell'anno precedente;
   tra l'altro, incredibilmente a parere degli interroganti, all'Arabia Saudita, nonostante un numero record di decapitazioni, è toccata la presidenza del comitato consultivo del Consiglio Onu dei diritti umani, una decisione che ha suscitato l'indignazione internazionale, ma che gli Stati Uniti hanno ben accolto;
   in Arabia Saudita che, come ampiamente documentato, massacra la popolazione yemenita e fomenta e foraggia il terrorismo jihadista nel mondo, tuttavia, secondo il noto Ministro interrogato, «Abbiamo chance straordinarie...», affermazione pronunciata proprio pochi giorni fa al festival dell'economia di Trento, tacendo però che secondo la relazione annuale 2015 sull’export militare italiano appena trasmessa al Parlamento, l'Italia ha aumentato in modo esponenziale la vendita d'armi all'Arabia Saudita, a giudizio degli interroganti in contrasto con la legge n. 185 del 1990, utilizzando diversi escamotage –:
   quale sia la posizione dell'Italia in ordine a quanto denunciato dal segretario generale delle Nazioni unite e quali iniziative intenda adottare, anche di concerto con l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, perché la tutela dei bambini non venga ritenuta negoziabile, come pretenderebbe l'Arabia Saudita. (5-08939)