• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06012 CASSON - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti e dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che: il...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06012 presentata da FELICE CASSON
giovedì 23 giugno 2016, seduta n.645

CASSON - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti e dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:

il sistema Mose, una delle cosiddette grandi opere, sarebbe in procinto di essere completato, secondo le ultime dichiarazioni ufficiali che prevedono l'ultimazione dei lavori nel 2018. Si tratta di una grande opera ideata per difendere Venezia dalle acque alte eccezionali; essa si inquadra nel rapporto che Venezia ha con le acque alte che la inondano periodicamente ed il cui fenomeno ha assunto rilevanza nazionale ed internazionale dopo che una catastrofica mareggiata avvenuta nel novembre 1966 ha completamente sommerso Venezia e gli altri centri abitati lagunari, con una marea di 1,94 centimetri sul livello medio mare. Da quell'evento calamitoso emerse nettamente la consapevolezza che la salvaguardia della città stessa e della sua laguna non sarebbero più state certe, in assenza di specifici interventi volti a difenderle. Per questo, si ritenne di risolvere la questione delle acque alte con questa grande opera, peraltro fin da subito contestata, denominata Mose: 4 schiere di paratoie a ventola a spinta di galleggiamento, oscillante ed a scomparsa; 79 paratoie che normalmente resterebbero sul fondo piene d'acqua e che in caso di alte maree eccezionali dovrebbero essere sollevate, mediante l'immissione di aria compressa, fino ad emergere, in modo da separare temporaneamente la laguna dal mare;

un'opera che, al di là delle note e gravi vicende giudiziarie ancora in parte pendenti, è stata caratterizzata da numerose ed autorevoli critiche, tutte strumentalmente ignorate per una sorta di autoreferenzialità del magistrato alle acque di Venezia e del suo concessionario consorzio Venezia nuova (i cui vertici sono stati tutti quasi tutti incriminati, indagati e molti già condannati, perché costantemente condizionati da accordi corruttivi), che non hanno mai voluto rapportarsi ad alcun confronto tecnico-scientifico sul merito delle argomentazioni critiche sollevate, con il risultato che a tutt'oggi, ad opera quasi ultimata, permangono pesanti dubbi sulla sua funzionalità e sicurezza;

per di più, e come novità, va segnalato che recentissimi studi del CNR hanno messo in evidenza che si stanno verificando significativi fenomeni di subsidenza in corrispondenza delle opere poste alle bocche di porto che potrebbero riflettere dei cedimenti differenziali con gravi ripercussioni sulla funzionalità dell'intera schiera di paratoie;

meriterebbe quindi una lettura attenta la copiosa documentazione elaborata ad opera e per conto del Comune di Venezia, che nel 2006 (dopo un quinquennio 2001-2005 caratterizzato dall'esclusione della più ampia competenza amministrativa locale) aveva costretto il Governo Prodi ad un confronto tecnico per rivedere e modificare radicalmente il progetto Mose, prospettando soluzioni alternative meno impattanti, più funzionali, meno costose, più consapevoli dell'eustatismo in corso e più rispondenti al rispetto di quell'equilibrio idrogeologico ed ecosistemico, che gli indirizzi della legislazione speciale per Venezia fin dagli anni '80 del secolo scorso avevano indicato e normato. Confronto che, come è noto, il I Governo Prodi (con l'eccezione di alcuni coraggiosi ministri contrari, poi risultati però ininfluenti nella decisione finale) ha concluso con il respingimento delle proposte del Comune di Venezia con la motivazione che "non sono emersi elementi nuovi tali da richiedere modifiche delle opere del sistema Mose", con ciò cancellando di fatto persino il parere negativo di VIA (dicembre 1998), secondo cui l'opera doveva essere ripensata e rivalutata prima della decisione di procedere. E ciò anche a conferma del preliminare negativo parere rilasciato in precedenza pure dal Consiglio superiore dei lavori pubblici;

a dispetto di questi rilevanti ed eminenti pareri contrari si è proceduto alla fase esecutiva, ma ancora manca una ricostruzione critica della storia del progetto Mose. Soprattutto, non si è avvertita la necessità di verificare i vari momenti criminali di corruttela che hanno intersecato la storia del Mose in tutte le fasi decisionali, in particolare accertando se gli atti corruttivi fossero utili, non solo ad accumulare fondi neri per illeciti finanziari, ma fossero anche indispensabili per l'avanzamento delle varie fasi di un progetto di indimostrata efficacia e di intrinseca instabilità;

considerato che:

oggi tante di quelle osservazioni critiche stanno rivelando la loro giustezza e fondatezza e tante "improprietà" di questo progetto rimangono;

l'affidamento della progettazione e dell'esecuzione delle opere è avvenuto a trattativa privata, senza gara e senza confronto tecnico ed economico tra varie possibili soluzioni. Per esempio, è mancato completamente un confronto con altre esperienze operative esistenti soprattutto nel settore industriale internazionale offshore petrolifero, che disponeva di tecnologie avanzate e sperimentate di progettazione e costruzione di componenti che avrebbero potuto trovare conveniente impiego nelle opere di salvaguardia di Venezia (che la soluzione alternativa delle paratoie a gravità nei ridotti varchi liberi avrebbe potuto dimostrare);

le opere attualmente in esecuzione sono sostanzialmente diverse da quelle originarie dello studio di fattibilità approvato nel 1982 dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, per la drastica riduzione dei restringimenti fissi (con l'ampliamento delle strutture mobili), non garantendosi in questo modo il migliore regime idraulico attraverso la riduzione degli scambi con il mare ed innestando la perdita di sedimenti;

le autorizzazioni politiche non hanno tenuto conto dei pareri negativi sul progetto di massima del 1990 del Consiglio superiore dei lavori pubblici e del 1998 della commissione VIA del Ministero dell'ambiente;

le opere complementari (dighe esterne in mare e conca di navigazione a Malamocco), bocciate nel progetto di massima nel 1990 e non presenti nel progetto preliminare del 1994, sono state aggiunte nel progetto definitivo del 2002, e realizzate senza alcuna approvazione dell'assemblea generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici;

si sono avviati i cantieri senza aver prima attuato le preventive sperimentazioni di aumento delle resistenze idrauliche (attriti) alle bocche (restringimenti fissi) richiesti dal Comune di Venezia e dal "Comitatone", presupposto pregiudiziale per una successiva revisione del progetto di regolazione delle bocche;

è confermata una difficile compatibilità tra il sistema Mose e lo sviluppo della portualità veneziana;

vi è stata una mancanza di precauzione verso i livelli eustatici, anche in considerazione del 5°rapporto dell'IPCC sui cambiamenti climatici presentato nella conferenza di Parigi sul clima nel 2015;

fenomeni di assestamento dei suoli e delle sovrastrutture, a breve e a lungo termine, comportano effetti sulla sicurezza e funzionalità del sistema per tutta la vita operativa. Nel caso di un sistema reversibile sono possibili azioni di rimedio (livellamenti, piccole variazioni di batimetria della soglia di appoggio) che, di fatto, consentono una maggiore sicurezza operativa del sistema. I carichi al suolo sono vieppiù maggiori a parità di forze statiche e i carichi dinamici trasferiti dalla paratoia alla base e alle fondazioni sono tanto maggiori quanto più il sistema è in risonanza con le onde. Dai dati di progetto, inoltre, non si possono dedurre i valori dovuti agli effetti di eustatismo e i carichi statici dovuti al conseguente battente idrostatico;

nell'iter procedimentale si sono rivelate difformità con gli strumenti urbanistici ed una conflittualità con le direttive comunitarie in materia di conservazione degli habitat naturali;

la sua architettura di sistema comporta l'esistenza di un'enorme quantità di elementi "semplici" interconnessi funzionalmente e soggetti a critiche condizioni ambientali che, nel loro insieme, costituiscono un sistema estremamente complesso, che dovrà operare in situazioni ambientali difficili od estreme, la cui affidabilità necessariamente costituirà un problema nella sua vita operativa e richiederà una manutenzione continua e costosa (si ricorda che nel concorso internazionale per la barriera sulla "New waterway" in Olanda sicurezza di funzionamento e bassi costi di manutenzione sono stati i due criteri che hanno portato ad eliminare una soluzione analoga al Mose);

queste ed altre considerazioni, peraltro già illustrate nei precedenti atti di sindacato ispettivo dell'interrogante in materia (tra cui 4-00559 e 4-03039), fanno apparire per tanta parte del mondo scientifico e dell'opinione pubblica che l'opera che si sta completando non sia proprio un vanto dell'ingegneria italiana, ma rappresenti un'opera di dimensioni inusitatamente maggiori di quanto potevano (e dovevano) essere, basata su tecnologie obsolete, concepita con un'inutile e pericolosa complessità che ne comprometterà l'efficacia e con grossi difetti di comportamento dinamico, che ne potranno determinare la perdita di funzionalità operativa;

inoltre, le gravi vicende criminali che hanno accompagnato la vita del Mose e che tante risorse finanziarie pubbliche hanno dissipato illegalmente, sulle quali la magistratura sta completando la propria opera di accertamento, impongono che gli aspetti tecnici e scientifici segnalati vadano accuratamente valutati in assenza di ombre e di rischi criminali già nel passato verificatisi, anche al fine di impedire che su tutte le opere in corso o in progettazione relativamente alla laguna di Venezia (come il tema delle bonifiche in Porto Marghera e la questione delle grandi navi) si concentrino nuovi interessi illeciti e corruttivi;

valutato che:

sul citato ultimo aspetto fondamentale inerente alla criticità strutturale di comportamento dinamico dell'opera va fugato ogni ragionevole dubbio, dal momento che, in uno studio eseguito dalla società francese Principia R.D., incaricata dal Comune di Venezia nel 2008, si dimostrava che le paratoie del Mose presentano fenomeni di risonanza, ovvero sono instabili dinamicamente soprattutto nei casi di mare agitato; lo studio Principia è stato consegnato al Comune di Venezia, e i suoi risultati non sono stati smentiti da alcuno;

la decisione adottata dal Governo, dopo lo scoppio dello scandalo Mose-consorzio Venezia nuova, di determinare sostanzialmente la "morte" del magistrato alla acque di Venezia si rivela troppo frettolosa e improvvida, in quanto istituzionalmente le attività di controllo, di verifica e di accertamento del magistrato, secolari, fin dai tempi della Repubblica Serenissima, rimangono indispensabili per la salvaguardia di Venezia e non possono essere cancellate, né affidate ad enti territoriali che non sono in grado né tecnicamente, né finanziariamente di gestirne le funzioni e il personale, soprattutto quello altamente qualificato;

infine, ad opera ultimata, saranno molto ingenti le risorse finanziarie annualmente necessarie per garantire la gestione e la ordinaria manutenzione del sistema Mose: da 80 a 100 milioni di euro annui. Ci si chiede chi vorrà e potrà garantire tale flusso ordinario e pressoché perpetuo di denaro, che si configurerà quasi come una rendita permanente per chi riuscirà a vincere la gara pubblica, che non potrà essere che europea;

considerato che:

nella seduta del 22 giugno 2016 il Senato ha approvato, praticamente all'unanimità (212 voti favorevoli, uno solo contrario), la mozione 1-00584 del 7 giugno 2016 concernente il sistema Mose, con una modifica preliminare al punto n. 1 della parte dispositiva, che recita: "previo urgente ulteriore esame del comportamento idraulico delle paratoie" con ciò confermando il contenuto specifico dell'intervento in Aula dell'interrogante con cui, in maniera più articolata, si invitava il Governo ad una valutazione più attenta "con particolare riguardo al comportamento dinamico delle paratoie, delle resistenze idrauliche alle bocche di porto, dei livelli eustatici e dei fenomeni di risonanza";

in tal modo, il Governo si è impegnato, sul voto sostanzialmente unanime del Senato, ad un esame urgente appunto del comportamento dinamico delle paratoie,

si chiede di conoscere:

se i Ministri in indirizzo intendano procedere all'immediata verifica tecnico-scientifica per gli aspetti connessi al comportamento dinamico delle paratoie, avvalendosi di un team di esperti qualificati nel campo della progettazione e modellazione di sistemi marini complessi e nell'interrazione dinamica fluido-struttura;

se ritengano di disporre una verifica tecnico-scientifica, al fine di conoscere se il progetto esecutivo degli sbarramenti alle 3 bocche di porto abbia confermato i dimensionamenti del progetto definitivo, oppure se ci siano state modifiche, e di quale entità;

se ritengano opportuno avere un'evidenza delle prove su modello utilizzate per la progettazione delle paratoie delle 3 bocche di porto e di come sia stato valutato l'effetto scala;

se intendano garantire il massimo della pubblicità e trasparenza, anche ai sensi del decreto legislativo n. 33 del 2013, e successive integrazioni;

se ritengano attivarsi al fine di programmare il nuovo magistrato alle acque di Venezia all'interno di una nuova normativa speciale per Venezia e per la sua laguna, tra l'altro già in discussione in 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali).

(4-06012)