Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA
Atto a cui si riferisce:
S.6/00189 ascoltate le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio dei ministri in vista dell'imminente riunione del Consiglio europeo al livello dei Capi di Stato e di Governo;...
Atto Senato
Risoluzione in Assemblea 6-00189 presentata da PAOLO TOSATO
lunedì 27 giugno 2016, seduta n.646
Il Senato,
ascoltate le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio dei ministri in vista dell'imminente riunione del Consiglio europeo al livello dei Capi di Stato e di Governo;
ricordando come:
a seguito della crisi politico-militare con l'Ucraina, a partire dal mese di marzo 2014, l'Unione europea abbia promosso una serie di misure restrittive sia diplomatiche che economiche contro la Russia in risposta all'annessione della Crimea;
tra le sanzioni adottate contro la Russia ci siano diverse misure diplomatiche, come la sospensione del vertice UE-Russia, dei colloqui bilaterali tra i Paesi membri e Mosca, e dei negoziati relativi all'adesione della Russia all'OCSE e all'Agenzia internazionale per l'energia;
le sanzioni economiche introdotte dall'Unione europea siano finora costate all'Italia 3,6 miliardi di euro di export perduto, giacché le esportazioni italiane verso la Federazione Russa sono scese dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015, con una perdita pari al 34 per cento, stando ai dati pubblicati dalla CGIA di Mestre;
in particolare, la Lombardia (-1,18 miliardi), l'Emilia Romagna (-771 milioni) e il Veneto (- 688,2 milioni) siano le regioni che in seguito all'introduzione del blocco alle vendite hanno subito gli effetti negativi più pesanti: oltre il 72 per cento del totale del calo dell'export verso la Russia ha interessato questi tre territori;
dal punto di vista merceologico, dei 3,6 miliardi di minori esportazioni, 3,5 siano ascrivibili al comparto manifatturiero. I macchinari (- 648,3 milioni di euro), l'abbigliamento (-539,2 milioni di euro), gli autoveicoli (-399,1 milioni di euro), le calzature/articoli in pelle (-369,4 milioni di euro), i prodotti in metallo (-259,8 milioni di euro), i mobili (-230,2 milioni) e le apparecchiature elettriche (-195,7 milioni) sono stati i settori in cui i volumi di affari in termini assoluti hanno registrato le contrazioni più importanti;
l'incidenza del nostro export in Russia sul totale delle esportazioni sia sceso dal 2,8 per cento del 2013 all'1,7 per cento del 2015;
la Russia, che nel 2013 era l'ottavo Paese per destinazione dell'export italiano, sia diventata nel 2015 tredicesima e sia stata scavalcata dalla Polonia, dalla Cina, dalla Turchia, dai Paesi Bassi e dall'Austria; a tutto ciò si aggiunge il crollo degli investimenti russi nel nostro Paese, a causa delle sanzioni che limitano i trasferimenti finanziari;
nel comparto agroalimentare l'embargo totale adottato dalla Russia nell'agosto 2014 a titolo di rappresaglia nei confronti dell'Ue e rinnovato nel giugno scorso sino al 31 luglio 2016, sia costato all'Italia, solo nel 2015, 240 milioni di euro; i prodotti agroalimentari Made in Italy più colpiti sono stati l'ortofrutta, la carne e i prodotti lattiero-caseari. Di conseguenza sono numerose le aziende sia del settore agricolo sia in quello manifatturiero entrate in crisi o condotte al fallimento dalle scelte politiche fatte dall'Unione europea;
apprezzando le posizioni espresse a parole, a più riprese, dal Presidente del Consiglio in favore della revisione delle decisioni assunte in materia di sanzioni alla Russia, nella prospettiva della loro rapida cancellazione;
riconoscendo nei risultati del recente Forum economico di San Pietroburgo, nel corso del quale sono stati siglati importanti accordi bilaterali, un interessante momento di svolta per riportare le relazioni tra la UE e la Federazione Russa, nel reciproco interesse, ai livelli che loro competono,
impegna il Governo:
ad attivarsi in tutte le sedi competenti, ed in particolare presso il Consiglio europeo, affinchè vengano immediatamente sanciti il termine e la revoca di ogni sanzione nei confronti della Federazione Russa, evitando ogni ulteriore proroga, nell'interesse dell'Italia, dell'Europa e dell'intera comunità internazionale;
ad affrontare la questione della Crimea e del Donbass con equilibrio, nel rispetto delle regole del diritto internazionale e della volontà democratica dei popoli e delle nazioni.
(6-00189)
TOSATO, STEFANI, ARRIGONI, STUCCHI, DIVINA, CROSIO, VOLPI.