• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01432 MUSSINI, MARTELLI, BULGARELLI, BATTISTA, BENCINI, BOCCHINO, CAMPANELLA, CAPPELLETTI, CASTALDI, CATALFO, DONNO, GAETTI, GIROTTO, LEZZI, MONTEVECCHI, PEPE, PETROCELLI, PUGLIA, SERRA, SCIBONA,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01432 presentata da MARIA MUSSINI
lunedì 23 dicembre 2013, seduta n.157

MUSSINI, MARTELLI, BULGARELLI, BATTISTA, BENCINI, BOCCHINO, CAMPANELLA, CAPPELLETTI, CASTALDI, CATALFO, DONNO, GAETTI, GIROTTO, LEZZI, MONTEVECCHI, PEPE, PETROCELLI, PUGLIA, SERRA, SCIBONA, VACCIANO, DE PIETRO, CRIMI - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

nel corso dell'estate 2013, sulla stampa locale emiliana, sono comparsi numerosi articoli riguardanti la dismissione della centrale elettronucleare di Caorso (Piacenza), nei quali le istituzioni hanno tentato di giustificarsi davanti ai cittadini in merito alla vicenda della disattivazione della centrale stessa e dello stoccaggio in sicurezza dei rifiuti;

non è ancora stata ottenuta la licenza di disattivazione, richiesta già nel 2003, e la cittadinanza non è neppure in grado di sapere se il nucleare lascerà Caorso per qualche altro luogo italiano;

ad oggi, non essendo in funzione alcun sito di deposito nazionale di scorie e rifiuti, questi sono destinati a rimanere a Caorso e negli altri siti nucleari, trasformando gli impianti in veri e propri depositi di se stessi;

queste condizioni restano immutate da ormai quasi 30 anni, a dispetto degli impegni presi con leggi e decreti, puntualmente disattesi;

sono 90.000 metri cubi di rifiuti le scorie prodotte dalla stagione nucleare italiana (chiusa con il referendum del 1987), oltre ai residui di altre attività, soprattutto medico-radiologiche: un luogo deputato a ospitare il deposito nazionale (e il parco tecnologico) ancora non esiste. La struttura non sarà scavata nel sottosuolo, ma costruita in superficie, in modo che possa resistere per 200 anni dal momento che dovrà ospitare le scorie a bassa e media attività (in modo permanente) e, per qualche decennio, quelle ad alta attività, prima che vengano trasferite a un deposito europeo di profondità, ancora solo in divenire;

i programmi prevedono il rientro del materiale radioattivo da Sellafield (Gran Bretagna) a partire dal 2019 e da La Hague (Francia) dal 2020 al 2025;

secondo il documento depositato alla Camera dai nuovi vertici della Sogin l'Italia è già in ritardo, dal momento che serviranno almeno 4 anni per arrivare a una localizzazione condivisa del sito e all'autorizzazione unica; un altro quadriennio servirà, poi, per la progettazione esecutiva e la costruzione;

le scorie risultanti dal riprocessamento, che rientreranno dalla Francia, restando così le cose, saranno dunque nuovamente nel territorio emiliano;

il riprocessamento del combustibile irraggiato è un processo inquinante, che prevede il trasporto in andata e ritorno di materiali radioattivi, e ha come unico scopo quello di continuare a produrre plutonio. Rispetto allo stoccaggio a secco del combustibile ha costi almeno doppi (267 milioni di euro). A giudizio degli interroganti, le scelte del Governo Berlusconi pro tempore conducono a spendere più denaro per generare più rischi e senza risolvere il problema, rinviandolo a data da destinarsi;

il metodo di stoccaggio a secco del combustibile, largamente praticato e di gran lunga meno rischioso, evita il trasporto delle scorie, le emissioni in acqua e aria di radioattività e la separazione del plutonio, materiale principe per la costruzione di bombe atomiche;

la Commissione europea, nel riesaminare l'attuale quadro normativo europeo in materia di sicurezza nucleare, intende presentare agli inizi del 2014 una revisione dell'attuale direttiva sulla sicurezza nucleare, che focalizzerà l'attenzione sui requisiti di sicurezza, sul ruolo e i poteri delle autorità di regolamentazione nucleari, sulla trasparenza e sull'attività di monitoraggio. Il calcolo del rischio dovrebbe basarsi su un arco temporale di 10.000 anni, anziché sui periodi di tempo molto più brevi talvolta utilizzati; la Commissione europea fornirà ulteriori proposte sugli aspetti relativi all'assicurazione e alla responsabilità in materia nucleare e sui massimi livelli consentiti di contaminazione radioattiva negli alimenti e nei mangimi, nonché ulteriori interventi sulla sicurezza nucleare (prevenzione di atti ostili), dove la responsabilità principale incomberà sugli Stati membri;

l'accordo intergovernativo tra Italia e Francia stipulato a Lucca nel 2006 prevede che i rifiuti radioattivi derivanti dal trattamento dei combustibili riprocessati in Francia siano riportati in Italia, che li riceverà sotto forma di contenitori di rifiuti condizionati (vale a dire inglobati in vetro per isolare i rifiuti dalla biosfera nel tempo). Le due parti si impegnano a stabilire prima del 31 dicembre 2015 il calendario previsionale ed entro il 31 dicembre 2018 il calendario definitivo del loro rientro, che dovrà avere luogo tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2025;

l'Italia si è impegnata ad informare annualmente il Governo francese sull'avanzamento delle attività volte ad avviare il procedimento di autorizzazione, costruzione e messa in opera di un sito di stoccaggio o di deposito idoneo ad accogliere i rifiuti radioattivi, nonché ad assicurare il rispetto dei termini stabiliti nell'accordo delle procedure di autorizzazioni, dei permessi e delle licenze necessarie per la spedizione in Italia dei rifiuti radioattivi in un centro di stoccaggio o un deposito conforme alle regole di sicurezza in vigore;

l'applicazione dell'accordo e il rispetto del calendario di realizzazione del centro di stoccaggio o di deposito dei rifiuti radioattivi in Italia sarà oggetto di un controllo annuale da parte dei Ministri competenti o dei loro rappresentanti,

si chiede di sapere:

quali opzioni siano attualmente in esame da parte di Sogin e quali siano i criteri adottati per la localizzazione dei siti temporanei di stoccaggio;

se risultino la volumetria e l'ammontare in massa del quantitativo di scorie ad alta attività;

se siano in essere, nel rispetto della giurisprudenza costituzionale, tavoli di concertazione con le amministrazioni locali in modo da assicurare il coinvolgimento dei cittadini nell'elaborazione delle migliori strategie;

se nella scelta dei siti di stoccaggio ingegneristico si stia dando preferenza ad installazioni già esistenti oppure vi sia l'orientamento di scegliere siti vergini;

se, nell'ambito della valutazione della miglior opzione possibile per lo stoccaggio delle scorie ad alta attività (in considerazione anche della loro esiguità), è previsto che si tenga conto dei fattori combinati di: impatto ambientale per un nuovo sito; gestione della sicurezza del sito; eventuale impatto ambientale; eventuale rischio di contaminazioni e rapporto tra costo e benefici nel confronto tra "soluzione nazionale", "soluzione europea" e "sito di stoccaggio di un'altra nazione";

se si stia considerando l'opzione di conferimento in un sito extranazionale, per il quale si sia già acquisita la fase di progettazione;

quali garanzie si intenda assumere per tutelare, nei futuri passaggi istituzionali inerenti all'individuazione ufficiale dei siti stessi, i territori in cui insisteranno i siti;

quali azioni abbia eventualmente intrapreso il Governo francese, considerati i poteri di controllo previsti nell'accordo intergovernativo circa l'applicazione dell'accordo stesso e il rispetto del calendario di realizzazione del centro di stoccaggio o di deposito dei rifiuti radioattivi;

quali Regioni ed enti locali si siano eventualmente candidati ad ospitare il parco tecnologico di deposito di materiali nucleari;

se sia stata presa in considerazione l'ipotesi di destinare ad altri usi (e quali) i siti nucleari.

(4-01432)