• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/13648    in seguito alla recente pubblicazione da parte del Ministero della giustizia di alcuni dati relativi alla situazione di servizi incaricati della gestione delle misure alternative e dei...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13648presentato daMARCON Giuliotesto diGiovedì 30 giugno 2016, seduta n. 645

   MARCON. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   in seguito alla recente pubblicazione da parte del Ministero della giustizia di alcuni dati relativi alla situazione di servizi incaricati della gestione delle misure alternative e dei lavori di pubblica utilità e delle messe alla prova, si ravvisa con grande evidenza e altrettante preoccupazione il rischio concreto di un fallimento operativo degli uffici di esecuzione penale esterna. Alla rilevazione dei dati del Ministero al 1o giugno 2016 infatti, un migliaio o poco più di assistenti sociali gestiscono sull'intero territorio nazionale la cifra record di 34.173 persone in esecuzione penale esterna e 19.007 attinenti la messa alla prova; osservazioni della personalità 14.814; indagini socio-familiari 6339;
   tutto il sistema dell'esecuzione penale esterna, a partire dai costi di gestione delle risorse umane, del mantenimento degli utenti, che gravano residualmente sul bilancio dello stato e della collettività (a differenza invece di quanto avviene in caso di detenzione in carcere), fino a quanto riguarda la gestione delle strutture, spesso demaniali, ha un costo notevolmente inferiore al sistema dell'esecuzione della condanna intramuraria (carcere);
   l'ufficio di esecuzione penale esterna è una struttura operativa che è stata ampiamente riconosciuta, anche sulla base di percentuali di efficacia in termini di prevenzione della recidiva, come la più ovvia ed efficace via d'uscita dall'emergenza del sovraffollamento delle carceri, anche in considerazione del fatto che, alla luce della situazione esplosiva del suo sistema carcerario, l'Italia è costantemente soggetta a sanzioni economiche imposte dagli organismi europei;
   il solo provveditorato del Triveneto nell'anno 2015, con i suoi 7 uffici di esecuzione penale esterna ha avuto complessivamente in carico circa 7.500 soggetti, tra misure alternative e sanzioni non detentive, quantità che rappresenta circa 1/6 della popolazione di competenza dell'area penale esterna a livello nazionale. A questi numeri si aggiunge il carico di lavoro derivante da più di 9.000 incarichi di collaborazione con gli Istituti di pena, per soggetti detenuti, e con i tribunali di sorveglianza e ordinari per soggetti in libertà;
   dichiarazioni pubbliche rilasciate dallo stesso Ministro della giustizia Orlando nel 2016 alla conclusione degli Stati generali dell'esecuzione penale, comprovano una sua chiara consapevolezza della situazione degli uffici di esecuzione penale esterna: «... credo che dovremmo potenziare (è un impegno che assumo concretamente) gli uffici dell'esecuzione penale esterna. Penso che il prossimo anno dovremo trovare le risorse, almeno 10 milioni di euro da investire sull'esecuzione penale ma, intanto, vorrei ringraziare gli uffici Uepe, perché hanno fatto fin qui, tanto per citare le parole di Rita Bernardini, le nozze con i fichi secchi, perché, a fronte di un aumento significativo delle competenze e anche di nuovi istituti di esecuzione penale esterna, si sono trovati a risorse invariate e a personale decrescente». Tuttavia la suddivisione del Fondo unico per la giustizia del 2016 ha assegnato l'irrisoria cifra di 500 mila euro a questo comparto, che seguita a svolgere il suo lavori fondamentale condizioni sempre più improbe;
   il 27 maggio 2016 i lavoratori degli uffici di esecuzione penale esterna del Veneto e del Friuli Venezia Giulia hanno manifestato pubblicamente di fronte alla cittadella della giustizia a Venezia per denunciare le condizioni di insostenibilità della situazione attuale, nonché il grave rischio di implosione dell'intero sistema, che rappresenterebbe un gravissimo fallimento da parte dell'Istituzione in indirizzo e dello Stato –:
   quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per garantire il mantenimento della mission istituzionale del sistema, degli uffici di esecuzione penale esterna, totalmente altro dal «sistema carcere» gestito da personale professionalizzato appartenente al comparto Ministeri, potenziandone le capacità e, in particolare, quale ruolo si intenda attribuire al personale di polizia penitenziaria, appartenente al comparto sicurezza, qualora immesso in tali servizi;
   se il Ministro interrogato non ravvisi l'opportunità di indire urgentemente un bando di concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di funzionari di servizio sociale, considerata la mole degli interventi, la peculiarità del servizio finalizzato alla costruzione di sicurezza sociale e l'età media elevata del personale ora in servizio. (4-13648)