• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02975 MORONESE, PUGLIA, ENDRIZZI, DONNO, SANTANGELO, SERRA, CASTALDI, PAGLINI, LEZZI, GIARRUSSO, BUCCARELLA, CAPPELLETTI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare -...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02975 presentata da VILMA MORONESE
mercoledì 29 giugno 2016, seduta n.649

MORONESE, PUGLIA, ENDRIZZI, DONNO, SANTANGELO, SERRA, CASTALDI, PAGLINI, LEZZI, GIARRUSSO, BUCCARELLA, CAPPELLETTI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

la discarica comunale sita in località Casone, nel comune di San Tammaro (Caserta), attualmente dismessa, a partire dal 1975 sino al 1998 è stata destinata come area di stoccaggio a fosso per una superficie di cumulo di rifiuti pari a circa 50.000 metri quadrati, con un volume 160.000 metri cubi. Secondo la classificazione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania (Arpac) il sito è potenzialmente inquinato, con un indice di rischio pari al 55,48;

già nel 1999 le autorità locali ritenevano urgente un intervento di messa in sicurezza della discarica, come si evince dall'ordinanza del 7 luglio 1999 del prefetto delegato (Romano) ex ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 7 ottobre 1994;

l'ordinanza disponeva l'approvazione del progetto esecutivo di "bonifica e messa in sicurezza della discarica comunale di S. Tammaro località Casone" per un importo pari ad oltre un miliardo di lire; per l'esecuzione dei lavori che sarebbero stati curati dal consorzio di bacino CE3 sono previsti 270 giorni;

considerato che:

in base alle informazioni in possesso degli interroganti i lavori non furono avviati nell'immediato, perché subentrarono problemi connessi alla procedura di esproprio di alcuni terreni ricadenti nell'area da bonificare. Tali problemi risulterebbero risolti dal 2002, anno in cui i proprietari dei terreni si sono resi disponibili alla cessione;

l'11 ottobre 2002 il consorzio CE3 comunicava al sindaco di San Tammaro di aver avviato i lavori di messa in sicurezza in data 5 settembre 2002;

il 9 settembre 2003 l'Arpac effettuava un sopralluogo. Dal verbale emergeva che sono in fase di realizzazione le opere di messa in sicurezza e bonifica ed in particolare erano stati realizzati solo i lavori di capping. L'Arpac, nell'evidenziare alcune perplessità in merito alla captazione del biogas e al sistema di regimentazione delle acque meteoriche, definiva alcuni interventi che riteneva necessari come, ad esempio, raccolta e smaltimento del percolato nel rispetto della normativa vigente, analisi delle acque di falda dei pozzi, ripristino delle opere di recinzione per impedire accesso e dotazione di un impianto antincendio;

considerato inoltre che:

con delibera n. 57 del 16 febbraio 2015 la Giunta della Regione Campania ha programmato, in overbooking, rispetto alla disponibilità finanziaria dell'obiettivo operativo 1.2, discendente dalla riprogrammazione del POR FESR e tenuto conto delle programmazioni di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 175 del 2013 e n. 601 del 2013, per un importo complessivo presunto stimato in 9.120.010,91 euro, il finanziamento di indagini preliminari;

tra le discariche comunali ammesse al finanziamento delle indagini ambientali preliminari risultava anche l'ex discarica comunale di San Tammaro;

il Comune di San Tammaro, con nota (prot. 3340) del 7 maggio 2015 comunicava al settore regionale competente di aver già provveduto alle indagini preliminari della discarica Casone, come da comunicazione del 12 dicembre 2006, inoltrata dalla commissione straordinaria;

a seguito di tale informazione, la Regione ha ritenuto opportuno destinare il finanziamento di 50.000 euro, previsto per le indagini preliminari per l'ex discarica, ad attività di caratterizzazione. Nella nota del 13 maggio 2015, indirizzata anche al Comune, il direttore generale per l'ambiente e l'ecosistema della Regione Campania precisava che, al fine di ottenere il finanziamento, le spese per gli interventi dovevano essere sostenute entro il 31 dicembre 2015;

in considerazione della stringente tempistica fissata dalla Regione per l'accesso ai fondi, il Comune non è riuscito a formulare la richiesta di finanziamento;

considerato altresì che:

con due note formali, la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo ha richiesto informazioni e l'acquisizione di documentazione in merito all'attività di caratterizzazione dell'ex discarica Casone;

dalla documentazione acquisita emergerebbe che lo studio e le indagini preliminari realizzati dal geologo dottor Parente, a dicembre 2006, sono stati finalizzati alla valutazione delle matrici ambientali nella discarica denominata Casone. Dallo studio emergerebbe che la prima fase di indagini ha evidenziato la presenza di materiali piroclastici con pomici e sabbie limose e evidenti infiltrazioni di percolato. La tenuta del sistema di impermeabilizzazione è considerata mediocre. Il problema della dispersione degli elementi inquinanti è connesso alla circolazione idrica della falda superficiale. Le acque sotterranee risultano inquinate da nitriti, solfati e idrocarburi totali. In conclusione, il geologo suggeriva un monitoraggio delle opere di captazione, programmazione di un adeguato piano di caratterizzazione volto alla realizzazione di opere che intercettano le acque di dilavamento superficiale, nonché definizione di eventuali misure di messa in sicurezza dell'area;

considerato infine che la legge 22 maggio 2015, n. 68, recante "Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente", modificando il codice penale, ha introdotto all'articolo 452-terdecies il delitto di omessa bonifica, che punisce, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con la reclusione da uno a 4 anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro chiunque, essendovi obbligato, non provvede alla bonifica, al ripristino e al recupero dello stato dei luoghi,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle problematiche illustrate e quali iniziative intenda intraprendere al riguardo;

se intenda attivarsi, affinché siano verificate le motivazioni per cui il Comune di San Tammaro non si sia avvalso del finanziamento POR-FSE per la bonifica, considerato che le attività di indagine erano già state realizzate;

se ritenga opportuno sollecitare la Regione Campania e gli enti preposti, affinché sia avviata un'attenta attività di monitoraggio, con il fine di eliminare in modo definitivo l'esistenza di eventuali pericoli per l'uomo, gli animali, l'ecosistema e le coltivazioni confinanti;

quali iniziative intenda intraprendere al fine di prevenire eventuali sanzioni da parte dell'Europa per omessa bonifica.

(3-02975)