• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02979 MORONESE, BLUNDO, PUGLIA, MORRA, CASTALDI, CAPPELLETTI, MONTEVECCHI, GIARRUSSO, LEZZI, DONNO, PAGLINI, SANTANGELO - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02979 presentata da VILMA MORONESE
giovedì 30 giugno 2016, seduta n.651

MORONESE, BLUNDO, PUGLIA, MORRA, CASTALDI, CAPPELLETTI, MONTEVECCHI, GIARRUSSO, LEZZI, DONNO, PAGLINI, SANTANGELO - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:

a Vairano Patenora (Caserta) si levano gli imponenti ruderi dell'abbazia cistercense di S. Maria della Ferrara, filiazione di Fossanova fondata nel 1171 e prima casa cistercense del reame di Napoli; beneficata dai re normanni, visitata da Gioacchino da Fiore e da Federico II che la predilesse e vi soggiornò, è stata luogo di studio e monacazione di Celestino V;

stando alle informazioni contenute nella piattaforma "vincoliinrete" realizzata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, l'abbazia della Ferrara, di interesse culturale dichiarato, risulterebbe sottoposta a vincolo dal 26 agosto 1988;

da diversi anni, il Centro studi sul Medioevo della Terra di lavoro denuncia lo stato di abbandono totale ed il progressivo degrado dell'abbazia della Ferrara. In particolare, dopo il terremoto matesino del dicembre 2013, si segnalò il grave pericolo di perimento totale della cappella di Malgerio Sorel, che custodisce un prezioso affresco ed una prosa ritmica gotica;

ad avviso degli interroganti, una delle cause che hanno cagionato il degrado ed abbandono dell'abbazia è da rintracciare nella mancata definizione di un legittimo proprietario responsabile alla custodia e manutenzione. Da anni, infatti, si discute in merito alla legittimazione degli eredi appartenenti alla famiglia Russo e dei diritti facenti capo al Comune di Vairano Partenora;

il 27 marzo 2014, il Comune, su richiesta del Centro studi sul Medioevo, convocava una conferenza dei servizi, partecipata anche da Soprintendenza ai monumenti di Caserta, "Italia Nostra" e l'ordine degli architetti di Caserta, nella quale, preso atto del pericolo di crollo, si determinarono nuovi puntelli e si decise di definire la questione relativa alla proprietà della cappella, dell'abbazia e dei terreni circostanti, al fine di individuare chi avesse onori e oneri della salvaguardia;

dopo circa un anno, con delibera di Giunta municipale del 1° ottobre 2015, il Comune di Vairano incaricava un geometra, residente a Potenza, per una relazione ipo-catastale sui diritti reali, sull'abbazia e terreni annessi. La perizia, depositata il 13 gennaio 2016, conferma in fatto e diritto quanto emerge dai titoli degli eredi Russo, dalla relazione sulle intestazioni da anni trasmessa al Comune di Vairano ossia che il Comune è nudo proprietario dell'abbazia e circostanti terreni e che gli eredi Russo sono meri livellari, cioè enfiteuti, tenuti a corrispondere il canone annuale al Comune e a migliorare gli immobili;

come risulta da un articolo su "paesenews" del 15 maggio, con specifico riferimento alla legittimazione degli eredi della famiglia Russo in una nota del 13 maggio 2016, indirizzata tra l'altro al sindaco di Vairano Patenora, al prefetto di Caserta, all'architetto Salvatore Buonomo, Soprintendente ai beni monumentali palazzo reale Caserta, ed al Ministro in indirizzo, il Centro studi denuncia che "Legittimazione è dunque cosa diversa da affrancazione, la prima trasforma l'Occupante abusivo in possessore legittimo a titolo enfiteutico, la seconda lo trasforma in pieno proprietario. Nel caso de quo, poiché gli enfiteuti hanno abbandonato e fatto quasi perire il bene non pare sia possibile l'affrancazione, visto che è stata tradita la causa ad meliorandum del contratto enfiteutico e fatto diminuire il valore attuale del bene ridotto a rovina sicché si premierebbe la condotta antigiuridica consentendo il pagamento al minor valore di rovina anziché sanzionarla con la responsabilità per danni da perimento dell'immobile";

pertanto emergerebbe che il Comune sia stato concedente del diritto di enfiteusi nei confronti della famiglia Russo. I livellari enfiteuti avevano l'obbligo di migliorare terreni e fabbricati e di pagare il canone per fabbricati e terreni. Al Comune spetta il diritto di domandare al giudice la devoluzione del fondo (ai sensi dell'art. 972 del codice civile), ossia l'estinzione del diritto di enfiteusi, se l'enfiteuta non adempie l'obbligo di migliorare il fondo e non paga due annualità di canone;

considerato che:

il Comune è portatore degli interessi collettivi diffusi legati all'identità culturale ed alla tutela dei propri monumenti ma, nonostante innumerevoli segnalazioni, e dopo che il Centro studi ha donato il progetto di restauro della cappella di Malgerio Sorel, non si hanno notizie di attività di restauro salvo un doveroso rafforzamento dei puntelli interni mentre quelli esterni restano fatiscenti. L'inerzia consolidata nel tempo ha causato danneggiamenti del patrimonio archeologico, storico e artistico;

la prima firmataria del presente atto, nel corso di un sopralluogo effettuato sul sito, ha avuto modo di accertare lo stato di degrado ed abbandono denunciato tra l'altro dal Centro studi, constatando che sono state realizzate opere aggiuntive (come ad esempio aperture di porte e finestre con probabile compromissione della stabilità della struttura) che a prima vista non sembrerebbero in armonia rispetto alle caratteristiche storiche e artistiche del sito;

considerato infine che, a giudizio degli interroganti, sussiste, quindi, la necessità ed urgenza di mettere in sicurezza l'abbazia e la cappella al fine di assicurarne la pubblica fruibilità e valorizzazione, chiunque sia il legittimo proprietario, in ottemperanza a quanto previsto dal codice dei beni culturali di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, che all'articolo 30 prevede obblighi conservativi oltre che in capo alle pubbliche amministrazioni anche ai privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali,

si chiede di sapere:

se il Ministro sia a conoscenza di quanto illustrato;

se corrisponda al vero che l'abbazia di S. Maria della Ferrara, sita a Vairano Patenora, e le annesse chiese e cappella di Malgerio Sorel siano effettivamente state sottoposte a vincolo di tutela da parte del Ministero e, in caso affermativo, se tale vincolo sia stato effettivamente notificato al Comune ed in che data, nonché se sia stato rispettato o se vi siano stati abusi, restauri, interventi edilizi e rimessioni in pristino;

se risulti che le nuove opere eseguite sulla struttura siano state munite di concessione del Comune, del genio civile e del nulla osta da parte della competente Soprintendenza;

se intenda, nel caso in cui manchi autorizzazione o nulla osta, sollecitare la Soprintendenza di Caserta ad una più attenta attività di monitoraggio;

se sia stato dato seguito agli obblighi sanciti dall'art. 30, comma 3, del codice dei beni culturali e, in caso contrario, quali siano le motivazioni delle omissioni;

se intenda attivarsi al fine di individuare il legittimo proprietario, soggetto responsabile per le opere di custodia, messa in sicurezza e di miglioria del sito;

quali iniziative di tutela dell'abbazia e della cappella di Malgerio Sorel siano state compiute o avviate negli scorsi anni;

quali interventi intenda avviare e quali siano i tempi e modi occorrenti per evitare il crollo ed assicurare la stabilità ed il restauro della cappella gotica di Malgerio Sorel e dell'abbazia di Santa Maria della Ferrara.

(3-02979)