• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/09185    in data 24 giugno 2016 sono apparsi su alcuni quotidiani notizie circa la condanna di una scuola paritaria cattolica, da parte del giudice del lavoro di Rovereto, con l'accusa di aver...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09185presentato daPALMIERI Antoniotesto diVenerdì 15 luglio 2016, seduta n. 655

   PALMIERI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   in data 24 giugno 2016 sono apparsi su alcuni quotidiani notizie circa la condanna di una scuola paritaria cattolica, da parte del giudice del lavoro di Rovereto, con l'accusa di aver discriminato un'insegnante in base al suo (presunto) orientamento sessuale, licenziandola per questo motivo. La sentenza stabilisce che l'Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù Trento dovrà risarcire con 25 mila euro per danni patrimoniali e non patrimoniali la docente e con 1.500 euro ciascuna la Cgil del Trentino e l'Associazione radicale Certi diritti;
   il tribunale del lavoro di Rovereto ha stabilito che «la presunta omosessualità dell'insegnante nulla aveva a che vedere con la sua adesione o meno al progetto educativo della scuola» e che la docente «ha subito una condotta discriminatoria tanto nella valutazione della professionalità, quanto nella lesione dell'onore». Il giudice inoltre ha rilevato una «discriminazione collettiva» perché la condotta della scuola «ha colpito non solo la ricorrente, ma ogni lavoratore potenzialmente interessato all'assunzione presso l'Istituto»;
   la vicenda processuale è complessa e presenta alcuni punti che sollevano dubbi e perplessità:
    1) la responsabile dell'Istituto, suor Eugenia Liberatore, accusata dall'insegnante di discriminazione è scomparsa nel settembre 2015, nel bel mezzo della fase dibattimentale, e dunque non si è potuta difendere nè ha potuto tantomeno difendere l'istituto con la propria testimonianza diretta;
    2) durante il colloquio incriminato con suor Eugenia Liberatore la vittima non ha mai chiarito la sua identità sessuale. Anche la stampa la definisce «presunta omosessuale», dunque risulta difficile capire se il giudice abbia accertato o meno la sua inclinazione, cosa che però sarebbe decisiva;
    3) non e avvenuto alcun licenziamento, dato che il contratto dell'insegnante era scaduto. Al massimo si può dire che lo stesso non è stato rinnovato;
    4) la provincia di Trento aveva avviato e concluso un'indagine scagionando l'Istituto e affermando che non vi erano «elementi per mettere in discussione la parità scolastica dell'istituto religioso Sacro Cuore di Trento»;
    5) anche il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca aveva annunciato un'indagine in materia, ma non se n’è saputo più nulla;
   con la suddetta sentenza la giustizia, ad avviso dell'interrogante, si frappone de facto fra l'autonomia di un istituto privato paritario e le rivendicazioni di gruppi organizzati e politicamente esposti, come l'associazione beneficiaria del risarcimento e la Cgil regionale del Trentino –:
   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il Ministro interrogato per garantire agli istituti scolastici, specialmente se religiosi, la piena libertà d'educazione secondo i principi della propria dottrina. (5-09185)