• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06135 MANCONI - Ai Ministri della difesa e dell'interno - Premesso che: nella notte del 3 marzo 2014, nel quartiere fiorentino di Borgo San Frediano, è deceduto il signor Riccardo Magherini,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06135 presentata da LUIGI MANCONI
martedì 19 luglio 2016, seduta n.662

MANCONI - Ai Ministri della difesa e dell'interno - Premesso che:

nella notte del 3 marzo 2014, nel quartiere fiorentino di Borgo San Frediano, è deceduto il signor Riccardo Magherini, mentre era in stato di fermo e di contenimento ad opera di 2 pattuglie dei Carabinieri;

il giorno 13 luglio 2016, presso il Tribunale di Firenze in composizione monocratica, è stata pronunciata sentenza di primo grado, che ha visto condannati 3 Carabinieri per concorso in omicidio colposo (ex artt. 113, 589 del codice penale) e assolti gli altri imputati da tutti i reati contestati;

nel dispositivo della sentenza, che ha modificato in fatto l'imputazione formulata dal pubblico ministero, si legge che le cause della morte sono da imputarsi ad "arresto cardiocircolatorio per intossicazione acuta da cocaina associata a un meccanismo asfittico" e i militari sono stati condannati per aver concorso alla morte di Magherini, tenendolo per oltre 15 minuti prono a terra con le mani ammanettate dietro la schiena, riducendone in questo modo la "dinamica respiratoria";

nel capo di imputazione formulato dal pubblico ministero si leggeva che i 4 Carabinieri erano imputati per aver tenuto Magherini "prono a terra, esercitando anche pressione sulla regione scapolare e sugli arti inferiori (…) per alcuni minuti (fino alle 1.45 circa), situazione idonea a ridurre la dinamica respiratoria (azione imprudente e imperita e inoltre non conforme alle direttive emanate dal Comando generale dell'Arma dei Carabinieri con la circolare n. 1168/483-1-1993 del 30 gennaio 2014);

il riferimento alla citata circolare sarebbe stato eliminato dall'imputazione, così come modificata dalla sentenza;

la circolare aveva per oggetto "Interventi operativi nei confronti di soggetti in stato di agitazione psicofisica conseguente a patologie o causato dall'abuso di alcool e/o sostanze stupefacenti". Nelle 6 pagine di documento si trovano una serie di istruzioni, con illustrazioni, "al fine di ridurre al minimo i rischi per l'incolumità fisica delle persone a vario titolo coinvolte". A questo riguardo, nella circolare si chiede di ricorrere all'intervento del militare "negoziatore", con un ruolo di ascolto e mediazione verbale, coordinarsi immediatamente con i colleghi e allertare il 118 e, fin quando possibile, attendere "il naturale attenuarsi dello stato di agitazione", a meno che non si debba impedire la commissione di qualche reato. In queste linee guida viene data istruzione di evitare di invadere lo spazio fisico della persona in stato di agitazione, e di stabilire un dialogo teso a instaurare un "rapporto di empatia". Per quanto riguarda le circostanze estreme, in cui non sia possibile evitare l'uso della forza, è importante scongiurare i "rischi derivanti da prolungate colluttazioni o da immobilizzazioni protratte, specie se a terra in posizione prona": si dice quindi che il soggetto deve essere trattenuto possibilmente in piedi, per evitare "impedimenti nelle funzioni vitali e lesioni collaterali", segnalando altresì specificamente che occorre evitare "in ogni caso posture che comportino qualsiasi forma di compressione toracica" la quale "può costituire causa di asfissia posturale";

Riccardo Magherini è morto un mese dopo l'emanazione di quella circolare, proprio nella posizione prona, ammanettata e con compressione toracica, che in quel documento si sconsiglia;

la suddetta circolare è stata abrogata nel gennaio del 2016, 2 anni dopo quei drammatici fatti, e al suo posto è stata diramata a tutti i comandi d'Italia la circolare n. 1168/483-1-1993 del 19 gennaio 2016, che ha per oggetto "Interventi operativi, dispositivi di autodifesa del personale e uso progressivo della forza", in cui molte delle misure di garanzia previste nel documento precedente non vengono riproposte. Vengono infatti spiegate le modalità di impiego del tonfa e dello spray al peperoncino, mentre vengono completamente eliminate le avvertenze sul rischio che può provocare l'ammanettamento nella posizione prona a terra;

uno dei Carabinieri condannati, peraltro, era imputato anche per il reato di percosse ex art. 581 del codice penale, per aver colpito con alcuni calci il fianco destro di Riccardo Magherini, quando questi era già sdraiato a terra, ma non si è potuti giungere alla condanna per difetto di querela;

nella relazione di servizio stilata dai 4 operatori, è scritto che il signor Magherini aggrediva uno dei militari "colpendolo alla testa e scaraventandolo contro una serranda di un negozio". Questo, insieme alla sottrazione di un telefono cellulare, prontamente restituito al legittimo proprietario in presenza di Carabinieri, pare sia stato il motivo che ne ha consentito l'arresto in flagranza; ma nel corso del dibattimento non è stata confermata da alcuna testimonianza l'aggressione operata da Magherini nei confronti di un carabiniere, come invece riportato dalla relazione di servizio firmata dai quattro militari,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano che la circolare n. 1168/483-1-1993 del Comando generale dell'Arma dei Carabinieri, citata in premessa, costituisse uno strumento avanzato per rispondere a esigenze operative e scongiurare danni alle persone;

per quale motivo si sia ritenuto di dover abrogare le disposizioni di cui alla predetta circolare;

se, in luogo di tali disposizioni, ne siano state introdotte altre, ed eventualmente quali, che abbiano lo stesso tenore della circolare abrogata;

quali siano stati i provvedimenti adottati sul piano disciplinare nei confronti del militare che ha colpito Riccardo Magherini con dei calci, mentre era a terra;

se e quali provvedimenti siano stati adottati nei riguardi dei carabinieri, che nella loro annotazione di servizio, redatta subito dopo i fatti, hanno indicato che Riccardo Magherini avrebbe colpito l'appuntato Della Porta alla testa, scaraventandolo contro una serranda, quando tale circostanza non è stata confermata nel dibattimento.

(4-06135)