• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00402 BERTACCO, TOSATO, BONFRISCO, AMIDEI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che, per quanto risulta agli interpellanti: in data 9 marzo 2016, con nota...



Atto Senato

Interpellanza 2-00402 presentata da STEFANO BERTACCO
mercoledì 20 luglio 2016, seduta n.663

BERTACCO, TOSATO, BONFRISCO, AMIDEI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che, per quanto risulta agli interpellanti:

in data 9 marzo 2016, con nota prot. 3254, la Direzione generale spettacolo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha chiesto alla fondazione Arena di Verona di fornire chiarimenti ed elementi conoscitivi aggiornati sulla gestione del teatro e di trasmettere un pre-consuntivo dell'esercizio 2015;

in data 14 marzo 2016, il sovrintendente della fondazione, dottor Girondini, con prot. n. 923, ha trasmesso quanto richiesto, con allegato il bilancio di previsione 2016, fornendo elementi informativi circa l'aumento della produzione 2015 e la contestuale riduzione dei costi, tale da prevedere un utile di esercizio pari a 126.590 euro;

in data 21 marzo 2016, con nota n. 3600, la Direzione generale spettacolo ha risposto che tali previsioni non risultavano assistite da adeguate dimostrazioni e ha rilevato che, oltre alla perdita superiore ai 6 milioni di euro del 2014, si registrava un'ulteriore riduzione del patrimonio disponibile, sino al valore di 9.034.147 milioni di euro;

la negatività del risultato patrimoniale è stata confermata all'interno del bilancio pre-consuntivo 2015, nel quale si attestava il valore negativo di 8.907.556 milioni di euro;

la Direzione, nell'evidenziare gli elementi critici descritti e le perplessità espresse dal collegio dei revisori nella seduta del 22 febbraio 2016, sulla consistenza di voci del bilancio previsionale, ha infine chiesto alla fondazione di fornire, entro 10 giorni, atti formali volti ad assicurare la copertura della perdita dell'esercizio 2014, che ha leso il valore del patrimonio, nonché eventuali deduzioni;

in data 7 aprile 2016, con nota prot. n. 4/2016, il sovrintendente e il presidente della fondazione, Flavio Tosi, hanno specificato una serie di entrate aggiuntive: contributo straordinario del Comune di Verona di 3 milioni di euro per l'esercizio 2015-2016; erogazioni liberali ammontanti a 2 milioni di euro da AGSM; conferimento di immobili da parte del Comune per 7,6 milioni di euro e avvio rinegoziazione del debito;

sulla base di quest'ultima nota sembrava che la situazione fosse in fase di risoluzione mentre, nel pomeriggio della medesima giornata, il consiglio di indirizzo della fondazione ha richiesto la messa in liquidazione coatta per stato di grave insolvenza e liquidità finanziaria;

difatti, con decreto ministeriale n. 205 del 15 aprile 2016 il Ministero, ritenuta grave la situazione economico-finanziaria della fondazione Arena di Verona e tale da pregiudicare l'interesse pubblico istituzionale della realizzazione dell'imminente stagione 2016, ha decretato il commissariamento straordinario e contestualmente lo scioglimento del consiglio di indirizzo, dell'incarico del sovrintendente e del direttore artistico;

il mandato di commissario straordinario è stato conferito a Carlo Fuortes, già sovrintendente del teatro dell'Opera di Roma fino al 2 marzo 2020, il quale ha ricevuto il compito di assicurare il regolare svolgimento della stagione areniana 2016 e di verificare, alla luce dell'effettivo stato economico-finanziario e patrimoniale della fondazione, la sussistenza delle condizioni per aderire al percorso di risanamento, di cui all'art. 11 del decreto-legge n. 91 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 112 del 2013, recante "Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo";

considerato che:

il commissario straordinario, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e tutelare quanto più possibile la stabilità del posto di lavoro, ha stabilito di implementare forme flessibili di gestione dell'organizzazione, con la conseguente previsione della sospensione temporanea dell'attività produttiva per un limite temporale pari a 52 giornate lavorative annue e con la conseguente rimodulazione dell'orario di lavoro;

tutto ciò è stato proposto nell'ottica di armonizzare la realtà organizzativa aziendale con la situazione di crisi economico-finanziaria descritta, con le effettive esigenze produttive e di servizio, e al fine di realizzare l'indispensabile risanamento di bilancio, evitando la liquidazione della fondazione. Le azioni strutturali dovrebbero complessivamente garantire l'equilibrio di bilancio, attraverso la riduzione del costo complessivo del personale pari a 4 milioni di euro, raggiungibile tramite le azioni inderogabili di cui all'art. 11, comma 1, lettere c),f) e g), del citato decreto-legge;

inoltre, per il periodo 2016-2018, risultano a giudizio degli interpellanti indispensabili le seguenti azioni strutturali: 1) sospensione dell'intera attività produttiva della fondazione, con conseguente chiusura collettiva della stessa, per un periodo di 52 giorni lavorativi per ciascun anno, a decorrere dal 1° ottobre 2016 fino al 31 dicembre 2018; tale sospensione riguarderà tutto il personale occupato, con eccezione delle figure professionali addette a garantire le attività minime indispensabili per il prosieguo dell'attività amministrativa, commerciale e la tutela del patrimonio; 2) rideterminazione della pianta organica di fatto esistente al 31 dicembre 2015 con la riduzione delle risorse appartenenti all'area tecnico-amministrativa, tramite la ricognizione del personale individuato ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 11, comma 1, lettera c), e comma 13 del decreto-legge n. 91 del 2013 nell'arco del triennio 2016-2018, in possesso dei requisiti pensionistici, ai sensi e per gli effetti dell'art. 72, comma 11, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, oltre all'utilizzo del collocamento a riposo per raggiungimento del limite massimo di età di tutte le risorse anche appartenenti all'area artistica secondo la normativa vigente; 3) cessazione dell'attività del corpo di ballo stabile. A tal fine, prima di avviare la procedura di cui agli artt. 4, 5 e 24 della legge n. 223 del 1991, la fondazione si impegna a dar corso ad una campagna di incentivazione all'esodo del personale interessato, anche attraverso forme di accompagnamento al raggiungimento della finestra pensionistica; 4) ristrutturazione e conseguente riduzione del management dell'azienda, con inserimento di una nuova politica di sviluppo meritocratico e di responsabilità individuale, legata al raggiungimento di obiettivi vincolati dal piano di risanamento; 5) adozione di qualsivoglia azione, volta alla razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse interinali nel rispetto delle professionalità ed infungibilità delle mansioni stesse e delle funzioni specifiche, previa verifica e ricorso alle professionalità esistenti nell'ambito dell'attuale personale dipendente a tempo indeterminato;

tenuto conto che, a quanto risulta agli interpellanti:

gli interventi previsti dalla proposta del commissario Fuortes, per il piano di risanamento della fondazione Arena, si basano sostanzialmente su 2 pilastri fondamentali, per quanto concerne il taglio della spesa: chiusura dell'attività per 2 mesi all'anno e, parallelamente, dismissione del corpo di ballo stabile;

su quest'ultima proposta è necessario eccepire e contestare come quanto dichiarato dal commissario non sia verosimile, ovvero che l'insostenibilità economica del corpo di ballo sia legata all'attività storica di quest'ultimo;

se il più volte menzionato decreto-legge n. 91 del 2013 ha previsto un risanamento ed un rilancio delle attività culturali, lo si dovrebbe attuare attraverso una maggiore produttività e produzione delle tipologie a disposizione. Tagliarne immotivatamente una, a prescindere, va contro i principi enunciati dalla legge medesima;

il teatro non è un'azienda redditizia, perciò il suo scopo non è quello di distribuire dividendi, ma produrre azioni, ovvero promuovere le arti ed educare la collettività: proprio il corpo di ballo, con la sua attività, formerebbe una moltitudine di giovani alla magia del balletto, che nei dati SIAE 2014 ha visto un incremento pari al 12 per cento;

giova ricordare che il corpo di ballo della fondazione Arena è attualmente composto da 22 ballerini stabili, e che le ultime produzioni del corpo di ballo sono state rappresentate da "repertori d'autore", rivisitati dal coreografo, quali "Schiaccianoci à la carte", "Serata Stravinsky", "il Lago dei cigni" eccetera, ed hanno prodotto dei ricavi medi pari a 10.000 euro a serata che, replicati circa 4 volte a spettacolo, non sono stati sufficienti per ammortizzare i costi, ma hanno ugualmente generato introiti per le casse della fondazione con partecipazione di pubblico, soprattutto giovani, pari a quella della lirica;

le potenzialità, i vantaggi e l'immagine che una fondazione lirico-sinfonica acquisisce con l'attività del proprio corpo di ballo si evidenzia sulla base di più parametri: il punteggio attribuito al balletto per la ripartizione del 50 per cento di quota FUS (fondo unico dello spettacolo), sia superiore al doppio del punteggio conferito all'attività corale e concertistica; la spesa al botteghino per le diverse tipologie di spettacolo rilevate dalla SIAE indicano il balletto quale unica attività in controtendenza con un aumento del 14 per cento nell'anno 2014; l'attività di balletto risulta altamente competitiva economicamente non solo rispetto all'opera lirica, ma anche rispetto al rapporto tra costo di produzione e punti FUS e tra costo del personale e punti FUS, rapporto analizzato anche dagli uffici ministeriali preposti alla verifica dei piani di risanamento di cui alla "legge Bray" (decreto-legge n. 91 del 2013);

il corpo di ballo dell'Arena di Verona ha sempre ottenuto affluenze di pubblico pari o superiori rispetto a quelle dell'opera lirica; a titolo esemplificativo, nel triennio 2002-2004 presso il teatro filarmonico, che ha capienza di 1.200 posti, furono realizzate le seguenti produzioni con le relative medie di spettatori: "Don Chisciotte" spettatori 899, "Giselle" spettatori 747, "La Bella Addormentata" spettatori 1.015, "Lago dei Cigni" spettatori 1.019, oltre ad una produzione accoppiata alla lirica "Pagliacci Zorba" con 1.132 spettatori;

da notizie in possesso degli interpellanti, il corpo di ballo stabile della fondazione Arena è l'unico esistente nel Nordest e in particolare nel Veneto e sino alla passata gestione ha esteso la propria attività in decentramento nei principali teatri della regione, perciò sarebbe auspicabile evitarne la soppressione, preferendo ridurre altre voci di spesa al fine di riportare in equilibrio il bilancio dell'ente;

a quanto risulta agli interpellanti l'attuale direttore operativo della fondazione sarebbe firmatario di un contratto della durata di 5 anni, con uno stipendio di 135.000 euro all'anno, per un totale di 675.000 euro, e dunque costerebbe ai cittadini e graverebbe sui bilanci della fondazione per circa 900 euro al giorno, durante le sue cadenzate visite a Verona. Sospenderle il contratto significherebbe eliminare uno spreco e mantenere il corpo di ballo nei prossimi due anni, cruciali per il rilancio dell'attività,

si chiede di sapere:

quali orientamenti il Ministro in indirizzo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per porre rimedio all'annosa crisi, che sta colpendo numerose fondazioni lirico-sinfoniche in questo periodo di grave e perdurante congiuntura economica negativa;

se non ritenga doveroso reperire i fondi necessari in favore del mantenimento del corpo di ballo stabile della fondazione Arena di Verona, conosciuta la sua importanza in tutto il territorio del Veneto;

se sia a conoscenza delle ragioni in base alle quali, in data 7 aprile 2016, il sovrintendente dottor Girondini, e il presidente della fondazione Arena, Flavio Tosi, nel corso della mattinata abbiano dato garanzie di solidità dell'ente e nel corso del pomeriggio ne abbiano accettato la messa in liquidazione coatta per stato di grave insolvenza e illiquidità finanziaria;

se lo scambio di note tra la fondazione e la Direzione spettacolo del Ministero fosse di dominio pubblico o se si sia trattato di una conversazione privata su questioni riguardanti interessi della collettività;

se, nell'attuale fase di spending review a cui è sottoposta la fondazione Arena, non intenda attivarsi affinché invece di sopprimere il corpo di ballo stabile si proceda all'interruzione del contratto di collaborazione con la dottoressa Tartarotti, attuale direttore operativo nominato dall'ex sovrintendente Girondini;

se non ritenga doveroso attivarsi, con tutti gli strumenti a propria disposizione, per trovare un accordo affinché il Veneto possa usufruire del corpo di ballo dell'Arena di Verona nell'ambito di un'immediata programmazione regionale di decentramento e che interagisca, in caso di necessità, con tutte le fondazioni lirico-sinfoniche delle regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia;

se non creda che, alla luce della programmazione e della messa in scena degli spettacoli avvenuta nelle scorse stagioni, incrementando le repliche, data la notevole affluenza di pubblico, con un'attività di marketing adeguata, si potrebbe verificare un extra gettito utile a coprire le perdite di bilancio degli anni precedenti.

(2-00402)