• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/13903    il settore cerealico in questo periodo soffre di un drammatico crollo dei prezzi, inferiori del 50 per cento rispetto all'anno scorso;    il settore cerealicolo è a rischio dal...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13903presentato daATTAGUILE Angelotesto diVenerdì 22 luglio 2016, seduta n. 660

   ATTAGUILE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   il settore cerealico in questo periodo soffre di un drammatico crollo dei prezzi, inferiori del 50 per cento rispetto all'anno scorso;
   il settore cerealicolo è a rischio dal momento che le ultime quotazioni di borsa per il grano annunciano ribassi. Il grano italiano viene venduto a meno di 20 euro sulla piazza di Foggia, riferimento per il sud Italia, e non è infrequente, però, imbattersi in Puglia in testimonianze di offerte scandalose: anche 15 euro al quintale. Cifre queste che non riescono neanche a coprire i costi, anche con produzioni superiori alla media. Solo ad inizio della stagione di raccolta il prezzo, già basso e insostenibile, era a 22,50 euro. I produttori sono allarmati da questa repentina discesa del prezzo e esiste il rischio reale che possa non fermarsi qui;
   con prezzi che si attestano al di sotto dei 30 euro al quintale i produttori non riescono a coprire i costi e dall'inizio dell'anno si è registrato un deprezzamento intorno al 40-45 per cento. I valori della materia prima sono ai livelli di 30 anni fa, e circa 300 mila aziende rischiano la rovina;
   da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa il 500 per cento e quelli dal grano al pane addirittura del 1.400 per cento;
   il nostro Paese, purtroppo, è dipendente dall'estero per il proprio fabbisogno di grano duro, fabbisogno che oscilla tra il 30 per cento e il 40 per cento;
   il crollo dei prezzi mette in crisi i produttori, mentre le aziende della trasformazione si approvvigionano sempre di più con prodotti esteri. L'industria alimentare nel 2015 ha moltiplicato le importazioni di grano straniero: le importazioni sono quadruplicate dall'Ucraina e raddoppiate dalla Turchia. Ad esempio si registra un +315 per cento dell'importazione dall'Ucraina di grano tenero (per il pane), mentre il Canada resta in testa per le spedizioni di grano duro (per la pasta);
   nei porti italiani continuano a giungere navi importatrici di grano che contribuiscono ulteriormente ad abbassare il prezzo, senza considerare anche il problema della tracciabilità e la salubrità del prodotto importato;
   è necessario intensificare i controlli sugli arrivi da Paesi extracomunitari, come l'Ucraina, dove sono utilizzati prodotti e fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa;
   un gruppo di agricoltori siciliani ha deciso di ribellarsi alle varietà internazionali e alla logica della standardizzazione e del prodotto commodity per abbracciare un modello di sviluppo diverso, fatto di grani antichi, grazie alle caratteristiche e alle proprietà nutrizionali che li differenziano. In Sicilia sarebbero già 3.000 gli ettari utilizzati per produrre grani antichi, anche se ufficialmente sono solo 500;
   la priorità italiana deve essere quella di agevolare la produzione di qualità e tutelare il reddito di chi produce e valorizza il grano 100 per cento italiano –:
   quali iniziative, anche di carattere normativo il Governo, intenda assumere affinché sia resa obbligatoria l'etichettatura di pasta e pane che informi sulla provenienza geografica del grano utilizzato per la loro realizzazione, perché c’è bisogno di uno strumento di protezione dei prodotti 100 per cento italiani, nonché di garanzia per i consumatori, che avranno così l'opportunità di scegliere consapevolmente quali prodotti consumare, premiando, quindi, la qualità;
   quali iniziative il Governo intenda assumere affinché siano potenziati i controlli fitosanitari sulle importazioni dall'estero, in particolare da Paesi extraeuropei, per una maggiore tutela della salute dei consumatori. (4-13903)