• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/09254    a Foggia è stato allestito un campo profughi composto da 73 moduli abitativi, al cui interno vi sono 66 nuclei familiari così suddivisi: 9 italiane, 1 rumena, 1 croata, 1 serba e 54...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09254presentato daBECHIS Eleonoratesto diVenerdì 22 luglio 2016, seduta n. 660

   BECHIS, ARTINI, BALDASSARRE, BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI, PASTORINO, SEGONI e TURCO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   a Foggia è stato allestito un campo profughi composto da 73 moduli abitativi, al cui interno vi sono 66 nuclei familiari così suddivisi: 9 italiane, 1 rumena, 1 croata, 1 serba e 54 macedoni per un totale di 279 residenti di cui 128 sono minori;
   nel succitato campo si stima siano presenti, suddivisi in 15 nuclei familiari, 58 individui irregolari di cui 25 minori;
   il totale dei residenti all'interno del campo tra regolari e irregolari è di 184 adulti e 151 minori;
   la nazionalità predominante all'interno della su descritta comunità, denominata scientificamente «Rom Khorakhanè Manjup», è quella macedone di origine religiosa musulmana, le cui ultime due generazioni sono nate in Italia;
   a Foggia è attivo un servizio di «scuolabus» per gli alunni in età di obbligo scolastico diverso e separato per i bambini di etnia rom anche se residenti nello stesso campo sito in prossimità della borgata di Arpinova;
   questa borgata è abitata prevalentemente da persone di etnia rom non nomadi, ed è composta da 54 moduli abitativi tipo container a cui si è aggiunto un insediamento costituito da varie baracche auto costruite;
   esiste un unico punto precario di approvvigionamento acqua di cui non è nota se la stessa è potabile o meno;
   adiacente a questo insediamento, con cui divide i precari servizi indispensabili quali acqua e energia elettrica, ci sono i locali dell'ex Centro di accoglienza per i richiedenti asilo occupati da poche famiglie non rom, normalmente identificati come i foggiani del campo nomadi;
   questo unico agglomerato suburbano è collegato alla città di Foggia con un servizio bus chiamato «corsa speciale», ossia con un servizio di trasporto pubblico locale diverso e separato dalle normali corse suburbane che si fermano a circa 1 chilometro, nei pressi della scuola professionale di agraria all'incrocio tra la strada per San Marco in Lamis e la strada per La Rocca;
   questa situazione, ad avviso degli interroganti, di «apartheid», di separazione razziale, è emersa in tutta la sua brutalità quando, per inefficienze dell'amministrazione comunale di Foggia, per i bambini di etnia rom non è cominciato il servizio di trasporto scolastico, con lo «scuola bus», mentre allo stesso servizio, fornito dall'azienda di trasporto pubblico locale partecipata del comune di Foggia ATAF, iniziava regolarmente per i bambini delle altre borgate e per l'unico bambino in età scolare figlio di una famiglia foggiana di residenti al campo;
   il motivo della mancata attivazione del servizio di trasporto scolastico per i bambini di etnia rom, come da dichiarazioni del dirigente del servizio politiche sociali e prevenzione del comune di Foggia, è da imputare alle difficoltà di assicurare il servizio di mediazione culturale per l'accompagnamento dei bambini rom a scuola aggiudicato solo a metà ottobre, in quanto il servizio è stato appaltato con modalità e tempi che hanno permesso il regolare inizio del servizio dal 1o settembre 2014;
   questa situazione di emarginazione sociale patita dai bambini rom è aggravata dalle precarie condizioni igieniche del campo segnalate dal dirigente del servizio sociale e prevenzione al sindaco di Foggia con ripetute lettere;
   in una lettera del 4 febbraio 2015 il dirigente scrive: «In primis si notizia la S.V. (il Sindaco) che l'Assessorato scrivente, nel corso del mese di settembre (2015), ha chiesto al competente Servizio Ambiente di provvedere alla pulizia generale del campo ed al ritiro dei rifiuti che da tempo non vengono smaltiti tenuto conto che tale disservizio sta provocando un consistente proliferare di ratti ed insetti vari che rendono invivibile l'ambiente circostante ed all'interno del campo. Tale richiesta è rimasta sinora inevasa». Lo stesso dirigente torna a sollecitare gli interventi indifferibili, ma non ancora eseguiti, affermando: «In data 17 giugno c.a., accompagnato dal maresciallo Perta del comando di Polizia Municipale, ho effettuato un sopralluogo nel campo Nomadi sito a Borgo Arpinova al fine di verificare personalmente le condizioni igienico strutturali dello stesso che, oggettivamente, sono risultate ben lontane dai canoni di una funzionalità almeno da mediocre sopravvivenza». Sempre nella stessa lettera il dirigente, parlando delle baracche sorte a fianco ai container, scrive: «Appare davvero faticoso immaginare che accanto a tali liquami fecali le suddette famiglie debbano provvedere alle normali attività giornaliere come quelle del pranzo e della cena in condizioni di fetore e di pericolosità igienico sanitaria che rende “una scommessa continua” la loro esistenza»;
   la situazione di degrado igienico del campo può causare l'innesco di epidemie, e quindi mettere a rischio l'intera popolazione;
   in queste condizioni di separazione razziale e di precarie condizioni igieniche, è davvero difficile immaginare percorsi virtuosi di integrazione ed emancipazione per i giovani bambini di etnia rom;
   all'interno del campo non esiste una condotta fognaria;
   la situazione in cui versa il campo non garantisce i diritti dell'infanzia –:
   se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e nell'eventualità positiva, quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda assumere il Governo al fine di garantire una efficace integrazione che tuteli pienamente i diritti dei minori e delle persone lasciate e questo stato di terribile abbandono;
   se il Governo non intenda avviare una verifica in ordine al corretto utilizzo dei fondi statali ed europei stanziati in quasi mezzo secolo con l'obiettivo di raggiungere una piena integrazione del popolo Rom e che attualmente parrebbe abbiano ottenuto solo putridi accampamenti lasciati al caso e alla buona volontà degli sfortunati residenti;
   se il Governo non intenda promuovere, per quanto di competenza, una tempestiva verifica sanitaria nei campi più a rischio come quello di Foggia, al fine di evitare pandemie e quindi garantire il diritto universale alla salute. (5-09254)