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Atto a cui si riferisce:
C.1/01334    premesso che:     da anni si assiste a una sequenza spietata di atti terroristici perpetrati da organizzazioni fondamentaliste islamiste, per un verso contro obiettivi e...



Atto Camera

Mozione 1-01334presentato daCAPEZZONE Danieletesto diLunedì 1 agosto 2016, seduta n. 665

   La Camera,
   premesso che:
    da anni si assiste a una sequenza spietata di atti terroristici perpetrati da organizzazioni fondamentaliste islamiste, per un verso contro obiettivi e vittime occidentali, e per altro verso contro altri innocenti cittadini nel mondo arabo. L'elenco è ormai pressoché interminabile: dalle Due Torri a Madrid, da Londra a Copenaghen, da Parigi a Bruxelles, da Nizza alla Germania, dai turisti occidentali in Asia a quelli in Africa, fino al sacrilego atto di Rouen, con l'uccisione di un sacerdote, nel corso di una messa, sull'altare, dinanzi ai suoi fedeli;
    appare francamente inadeguato il tentativo di derubricare questi eventi, di volta in volta evocando l'irrilevanza del fattore religioso, oppure appellandosi a patologie mentali degli attentatori, oppure enfatizzando la reazione di panico (quasi fosse un sentimento inopportuno e fuori luogo) dell'opinione pubblica occidentale;
    occorre chiamare le cose con il loro nome. Purtroppo, in questo momento storico, nel mondo islamico sembrano prevalere il pensiero e l'azione di chi interpreta in modo violento, dogmatico e fondamentalista quel credo religioso. Quei gruppi, e il relativo « network» del terrore, si sono dati un obiettivo di lungo periodo – apertamente proclamato — e cioè la realizzazione di un grande califfato; nel cammino verso quel disegno di oppressione, perseguono intanto due strade intermedie: la semina di terrore attraverso azioni criminali diffuse (dirottamento ed esplosione di aerei, autobombe, attacchi suicidi in strade e aeroporti, assassinii plurimi anche in forme altamente simboliche e altro) e anche la destabilizzazione attraverso l'immigrazione di massa, peraltro con un forte rischio (finora largamente sottovalutato) di infiltrazioni fondamentaliste;
    finora, purtroppo, al di là di testimonianze molto minoritarie e marginali, non si è assistito a una dissociazione esplicita, di massa, inequivocabile, da parte del cosiddetto mondo musulmano «moderato». Da troppe parti e in troppi ambienti, prevale invece un silenzio inquietante;
    c’è un punto di fondo, «ideologico», che va messo a fuoco. Gli architetti del terrore non vogliono «solo» la nostra morte: rifiutano ogni altra legge ad eccezione della sharia, interpretata nel senso più violento ed estremista; rifiutano ogni distinzione tra religione e Stato; negano qualunque differenza tra peccato e reato; negano i diritti delle donne; negano il diritto stesso all'esistenza delle persone omosessuali; considerano alla stregua di una pratica perversa e decadente — quindi da punire — lo stile di vita occidentale; disprezzano la libertà, la democrazia, lo stato di diritto, i fondamenti stessi della civiltà occidentale, il lascito che viene da migliaia di anni di storia e tradizioni, passando per Atene, Roma e Gerusalemme;
    occorre dunque, prima di ogni altra cosa, una piena consapevolezza del quadro in cui ogni azione internazionale e nazionale deve inserirsi,

impegna il Governo

   sul piano internazionale, a sostenere attivamente e anche a partecipare alle missioni internazionali volte a sradicare militarmente (in Medio Oriente e in Africa) Isis e le altre organizzazioni fondamentaliste, posto che dalla Siria alla Libia, i gruppi terroristici sfruttano da anni il vuoto e l'arretramento occidentale per avere basi logistiche, per gestire pezzi di territorio e lucrosi traffici petroliferi, per addestrare uomini, per ottenere supporto economico e logistico anche da entità statuali nel mondo arabo e che quindi una chiara sconfitta militare di Isis è una precondizione essenziale anche per evitare un più facile reclutamento di altri militanti estremisti, i quali saranno meno orientati ad aderire ad una causa perdente, sconfitta, battuta;
   sul piano interno, ad affiancare alla doverosa attività di sicurezza e intelligence, già in atto, alcune iniziative chiare ed esplicite ed in particolare quelle volte a pervenire: a) da un lato alla chiusura immediata delle moschee irregolari, di ogni luogo di culto irregolare e senza controlli, e quindi l'apertura solo di moschee e luoghi di culto autorizzati e controllati, dove si predichi necessariamente in italiano; b) dall'altro, a una svolta in materia di immigrazione, ponendo fine ad una logica di accettazione senza limiti, e vincolando l'accettazione — come accade da anni in altri Paesi occidentali — a flussi rigorosamente predeterminati sia nella quantità di persone accoglibili, sia nella loro tipologia, in base a numeri e profili concretamente compatibili con le esigenze del mercato del lavoro (settore per settore), in modo che chi arriva possa essere positivamente assorbito e messo al lavoro, considerato che una diversa linea di accoglienza senza limiti, senza prospettive di sistemazione e di occupazione, sarebbe un fattore di caos, e anzi un favore ai trafficanti di esseri umani e agli eventuali infiltratori di cellule del terrore.
(1-01334) «Capezzone, Palese, Altieri, Bianconi, Chiarelli, Ciracì, Corsaro, Distaso, Fucci, Latronico, Marti».