• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/02453    da fonti stampa si apprende che il Monte dei Paschi di Siena stia predisponendo una cessione delle sofferenze con tre distinte operazioni:     a) una tranche senior da 6...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02453presentato daPESCO Danieletesto diMartedì 2 agosto 2016, seduta n. 666

   PESCO, VILLAROSA, RUOCCO, ALBERTI, FICO, PISANO, CASTELLI e GRILLO. – Al Ministro dell'economia e delle finanze . – Per sapere – premesso che:
   da fonti stampa si apprende che il Monte dei Paschi di Siena stia predisponendo una cessione delle sofferenze con tre distinte operazioni:
    a) una tranche senior da 6 miliardi di euro per la quale verrà chiesto l'intervento della garanzia pubblica «Gacs»;
    b) una tranche definita «mezzanine» da 1,6 miliardi di euro riservata al fondo Atlante al quale verrà attribuito anche un corrispondente warrant;
    c) una tranche junior da 1,6 miliardi di euro a lunga scadenza da assegnare in opzione agli attuali soci;
   in particolar modo, da quanto si apprende da fonti stampa e dalle dichiarazioni dei principali esponenti del Monte dei Paschi di Siena, il valore complessivo della cessione sembrerebbe esser pari al 33 per cento del relativo valore nominale;
   è doveroso precisare che la cessione delle sofferenze di Carife, Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti, in base ai parametri disposti dalle istituzioni dell'Unione europea, fu effettuata al 17,6 per cento del relativo valore nominale. Successivamente, in seguito alle verifiche effettuate dai consulenti indipendenti della Banca d'Italia, il valore di cessione delle sofferenze fu «ridefinito» al 22,4 per cento del relativo valore nominale. Se i parametri di valutazione utilizzati oggi per Monte dei Paschi di Siena fossero stati applicati alle sofferenze delle 4 banche, si sarebbero ottenuti 1.309 milioni di euro in più (900 circa secondo le valutazioni definitive) che avrebbero diminuito considerevolmente il peso delle perdite a danno dei risparmiatori;
   da approfondite analisi dei bilanci societari delle «4 banche» e di Monte dei Paschi di Siena emerge, poi, che i valori delle sofferenze con garanzia ipotecaria sono maggiormente favorevoli per le 4 banche: in media, le 4 banche espongono sofferenze con garanzia ipotecaria in misura pari al 56,50 per cento delle sofferenze complessive, contro il 44 per cento di Monte dei Paschi di Siena (dati al 31 dicembre 2015). Tale dato, di rilevante incidenza ai fini della valutazione dello stato patrimoniale e finanziario della banca, getta un forte sospetto sull'attuale manovra (politica) su Monte dei Paschi di Siena. Delle due l'una: o si riconosce un'eccessiva (ed errata) sottovalutazione delle sofferenze delle quattro banche, con tutte le note e pregiudizievoli conseguenze sulle tasche dei risparmiatori; o, in alternativa, si è ora di fronte ad una (voluta) sopravvalutazione delle sofferenze di Monte dei Paschi di Siena al fine di scongiurare «a tutti i costi» l'avvio della procedura di risoluzione, esponendo però a grossi rischi i soggetti chiamati ad intervenire nell'acquisto delle obbligazioni (tra cui anche enti di natura previdenziale);
   il sospetto si rafforza anche in considerazione delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio dei ministri Renzi in merito alle presunte responsabilità politiche sull'attuale crisi di Monte dei Paschi di Siena, attribuite dal Presidente del Consiglio dei ministri a una «parte della sinistra, romana e senese, impicciona e incapace sia a livello territoriale che nazionale», che spingerebbe pertanto l'attuale classe politica di Governo (appartenente a quella stessa sinistra) verso una «doverosa» azione di salvataggio di Monte dei Paschi di Siena;
   a parere degli interroganti il sospetto di una precisa volontà politica sulla questione Monte dei Paschi di Siena diventa quasi una certezza se invece si considerano gli incontri a cena tra il Presidente del Consiglio dei ministri Renzi e l'amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon. Si rammenta che già in passato (precisamente nel 2008, anno in cui era direttore generale del Ministero dell'economia e delle finanze Vittorio Grilli, oggi capo della divisione corporate and investment banking per Europa, Medioriente, Africa di JP Morgan) la banca Usa ha investito 490 milioni di euro nel prestito obbligazionario convertibile, il famoso «Fresh 2008» da 960 milioni di euro, che, insieme con l'aumento di capitale da 5 miliardi di euro, era servito a finanziare l'operazione Antonveneta. Ad oggi, invece, il piano di salvataggio riserverebbe un ruolo chiave a Jp Morgan quale banca capofila dell'aumento di capitale, per una cifra che potrebbe essere intorno ai 3 miliardi di euro, dello stesso Monte dei Paschi di Siena, necessario dopo la pulizia dei crediti –:
   quali siano le ragioni ed i parametri in base ai quali si ritenga corretto il valore complessivo di cessione delle sofferenze di Monte dei Paschi di Siena, pari al 33 per cento del relativo valore nominale, considerato che le «migliori» sofferenze di Carife, Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti (per qualità di garanzia) sono state valutate quasi la metà, così determinandone l'avvio della procedura di risoluzione e le pregiudizievoli conseguenze sui risparmiatori. (3-02453)