• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/09329    l'IBM (International Business Machines Corporation) è un'azienda statunitense, tra le maggiori al mondo nel settore informatico; produce e commercializza hardware e software, offre...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09329presentato daMICCOLI Marcotesto diMartedì 2 agosto 2016, seduta n. 666

   MICCOLI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   l'IBM (International Business Machines Corporation) è un'azienda statunitense, tra le maggiori al mondo nel settore informatico; produce e commercializza hardware e software, offre infrastrutture, servizi di hosting, servizi di cloud computing e consulenza in settori che spaziano dai mainframe alle nanotecnologie;
   in Italia IBM ha come principale cliente la pubblica amministrazione: Poste, Trenitalia, RTI, Ministero dell'interno, Ministero della difesa, Cassa depositi e prestiti, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Fincantieri, regione Veneto, Fiera di Milano e Snam;
   a marzo 2016 la crescita in Italia del mercato digitale si è attestata intorno all'1 per cento. Malgrado ciò IBM Italia ha ritenuto l'incremento «troppo lieve» per compensare sei anni negativi ed ha deciso di aprire una procedura di licenziamento collettivo per circa 300 dipendenti (11 marzo 2016);
   negli ultimi tre anni la multinazionale ha impresso una forte accelerazione alla propria riorganizzazione e trasformazione, che si è però tradotta in un taglio complessivo di oltre il 20 per cento della forza lavoro nel nostro Paese;
   negli anni ’90 il colosso dell'informatica produceva nel nostro Paese hardware e software occupando oltre 13 mila dipendenti. Da allora, la smobilitazione è stata costante ed ora il numero degli occupati è sceso a circa 3 mila addetti, un innegabile affievolimento dell'impegno della IBM nel mercato italiano;
   dai dati delle organizzazioni sindacali si apprende che i posti di lavoro persi sono stati:
   527 nel 2012: 367 dimissioni incentivate, 128 spontanee, 30 avvenute per cessione di ramo d'azienda retail store solutions a Toshiba Global Commerce Solutions srl, infine 2 licenziamenti individuali;
   664 nel 2013, considerando i 23 dipendenti assunti in seguito all'acquisizione del ramo d'azienda Mondadori. Nello specifico: 209 dimissioni incentivate, 103 spontanee, 140 in seguito a procedura di mobilità e 59 per cessione di ramo d'azienda a Lenovo e 106 derivanti dalla cessione della divisione ACG, che effettuava applicazioni di contabilità per il mercato nazionale al gruppo Team/System; infine 1 licenziamento individuale;
   761 nel 2014, considerando 144 assunzioni. Le dimissioni incentivate sono 85, 130 dirigenti licenziati (di cui 60 nell'ambito della seconda procedura di mobilità), 485 per due procedure di mobilità tra quadri e impiegati e infine 2 licenziamenti individuali;
   a fine 2015 IBM Italia ha esternalizzato a Modis, del gruppo Adecco, 306 lavoratori con la cessione di un ramo d'azienda. Il trasferimento del rapporto di lavoro è stato impugnato da circa 285 lavoratori;
   dopo i quattro anni indicati la forza lavoro di IBM Italia, dirigenti inclusi, è passata da 7.143 a 5.531 dipendenti (dato all'undici marzo 2016) mentre nello stesso periodo l'occupazione, a livello di gruppo (IBM Italia, Sistemi Informativi, VTS, e altre) è scesa dagli 8.700 ai 7.000 dipendenti circa;
   il 26 aprile 2016, la trattativa in sede sindacale prevista dalla legge n. 223 del 1991, si è conclusa con un mancato accordo ed il 24 maggio 2016 è stato convocato un incontro sulla vertenza al Ministero del lavoro;
   l'azienda IBM Italia, in data 17 maggio 2016, non si è recata all'audizione prevista presso la Commissione lavoro del Senato, suscitando la reazione delle organizzazioni sindacali che hanno dichiarato il proprio sconcerto di fronte al palese atteggiamento di chiusura della società, una indisposizione al confronto che, a detta delle organizzazioni sindacali, si è protratta sino ad oggi;
   in una simile crisi versa anche l'azienda «Sistemi Informativi s.r.l.», leader nella progettazione e realizzazione di complesse soluzioni di Information e parte integrante del gruppo IBM Italia. Anch'essa opera in settori come: pubblica amministrazione, bancario, assicurativo, telecomunicazioni ed industria;
   in data 16 giugno 2016, l'azienda, con una lettera indirizzata a Unindustria ed alle rappresentanze sindacali unitarie/rappresentanze sindacali aziendali ha comunicato la propria decisione di «dar seguito a una riduzione di personale con conseguente collocazione in mobilità di nei confronti di 156 dipendenti», ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991;
   le motivazioni addotte dalla società sono il perdurare della crisi del settore information thecnology, le difficoltà nel reperire commesse nella pubblica amministrazione e l'accertata assenza di nuove prospettive di mercato;
   le aree maggiormente interessate al provvedimento sono la divisione global business, services e le funzioni di supporto amministrativo così detto funzioni di staff da cui conseguono vari esuberi. La sede più colpita è Roma con 135, seguono Milano con 12 e Torino con 6;
   secondo le organizzazioni sindacali le motivazioni addotte dall'azienda per la mobilità sono pretesto e le responsabilità del «rosso» nel bilancio ricadono sulla politica di disinvestimento nell'area dell'aggiornamento delle competenze dei dipendenti. I dati forniti dai sindacati confermerebbero che dal 2011 al 2015, a fronte di oltre 55 milioni di euro di consulenze esterne, vengono spesi solo 74 mila euro circa per la formazione e l'aggiornamento tecnico del personale. Secondo il delegato Filcams – Cgil F. Tranfaglia, l'azienda sta disinvestendo in Italia proprio sulle figure che lavorano a progetti che riguardano la pubblica amministrazione, mentre non si tagliano i costi per la consulenza esterna sistemistica. In breve, questi fatti rappresenterebbero la strategia della IBM per uscire dall'Italia;
   il ricorso alle consulenze esterne, in generale, oltre ad essere lecito, è economicamente vantaggioso ma, per essere tale, dovrebbe essere limitato a casi particolari e/o brevi periodi. Diversamente, l'uso di tale opportunità, per lungo tempo e per larghi strati applicativi, oltre a nascondere un basso ritorno di investimenti a medio e lungo termine potrebbe incidere negativamente proprio su quel know-how vantato dalle aziende. Stante proprio il rapporto di indipendenza dall'azienda, il consulente è sicuramente più attratto al ripetersi della consulenza che non a farla crescere;
   in merito alla procedura di licenziamento collettivo di 156 lavoratori, in data 27 luglio 2016, presso la sede della UIR Roma Lazio si è tenuto l'ultimo incontro in fase sindacale tra le organizzazioni sindacali, le rappresentanze sindacali unitarie e Sistemi informativi ai sensi della legge n. 223 del 1991. L'azienda in tale sede ha ribadito con fermezza che i licenziamenti da operare rimangono strutturali, di conseguenza le organizzazioni sindacali hanno ritenuto «irricevibili» proposte che non contemplino alcuna mediazione accettabile;
   il 30 luglio 2016, sempre ai sensi della legge n. 223 del 1991; si è conclusa la fase sindacale con un verbale di mancato accordo: è stata avviata quindi la richiesta di confronto in sede amministrativa, della durata di 30 giorni;
   in data 24 febbraio 2016, nel corso della visita al centro Watson Healt di Boston, il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato un accordo con IBM per il riutilizzo di alcuni spazi (30.000 metri quadri) e di alcune strutture di Expo 2015 a Rho, poco fuori Milano;
   il fine dell'intesa sottoscritta è di inaugurare un nuovo quartier generale europeo della società IBM per il Watson Center che si occuperà di sviluppare l'agenda sanitaria italiana: dai controlli e dagli aggiornamenti delle cartelle cliniche all'ottimizzazione delle voci di spesa della stessa sanità pubblicati, dagli esperimenti genetici alla ricerca per la cura del cancro;
   l'accordo descritto rientra nel progetto Human Tecnopole, per la riorganizzazione e il rilancio dell'area di Expo, fortemente voluto dal Governo. L'impegno economico previsto è di 150 milioni di euro per dieci anni, la creazione di circa 600 posti di lavoro;
   a giudizio dell'interrogante tale impegno renderebbe di nuovo il nostro Paese appetibile per gli investitori esteri e lo ricollocherebbe in un ruolo di rilevanza nel settore dell'alta tecnologia e della ricerca –:
   quali iniziative il Governo intenda intraprendere per la salvaguardia occupazionale dei lavoratori di Sistemi Informativi srl e di tutto il gruppo IBM e per il ripristino delle normali relazioni sindacali;
   se il Governo intenda convocare un tavolo di confronto con le parti sociali, presso il Ministero dello sviluppo economico, anche in virtù delle importanti commesse pubbliche e private del gruppo IBM e alla luce del progetto descritto Human Tecnopole per la riorganizzazione e il rilancio dell'area di Expo, considerato che l'impegno in materia, sottoscritto a Boston tra il Governo italiano e, l'IBM il 24 febbraio 2016, potrebbe rilanciare il settore dell'alta tecnologia e della ricerca. (5-09329)