• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/09358    con la mozione n. 1-01312 approvata a larghissima maggioranza nella seduta n. 644 del 29 giugno 2016 con 436 voti favorevoli e soli 6 voti contrari, la Camera dei deputati ha impegnato...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09358presentato daGALLO Luigitesto diMercoledì 3 agosto 2016, seduta n. 667

   LUIGI GALLO, MARZANA, BRESCIA, VACCA, CHIMIENTI e FRUSONE. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   con la mozione n. 1-01312 approvata a larghissima maggioranza nella seduta n. 644 del 29 giugno 2016 con 436 voti favorevoli e soli 6 voti contrari, la Camera dei deputati ha impegnato il Governo, inter alia: «a valutare la possibilità di aggiornare il modello di calcolo del costo standard dello studente, in particolare per quanto riguarda: l'addendo perequativo, per tener meglio conto, come prescrive la legge n. 240 del 2010, dei “differenti contesti economici; territoriali e infrastrutturali” in cui operano le università; il numero di, studenti (regolari, in ritardo e part-time) da ponderare con maggiore gradualità; le dimensioni ottimali dei corsi di studio articolandole rispetto alle classi di corsi di laurea, ai contesti territoriali e alle tipologie di studenti»;
   l'urgenza di una diversa distribuzione delle risorse, basata sulle eterogeneità dei «differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali» del nostro Paese, deriva dal fatto che i tagli subiti dall'università pubblica dal 2008 ad oggi sono stati fortemente squilibrati a livello territoriale e hanno colpito in particolare le università del centro-sud innescando poi un meccanismo a catena che ha comportato, inter alia, un calo delle immatricolazioni di circa il –30 per cento al sud, del –22 per cento al centro e del –3 per cento al nord (circa i due terzi delle matricole mancanti sono da rintracciarsi nel Meridione e nelle isole, e, in valori assoluti, le università campane e quelle siciliane hanno avuto 6.500 matricole in meno tra il 2009 e il 2013; 5.000 in meno quelle pugliesi), come confermato da una grande mole di dati raccolti negli ultimi anni e da numerosi report, tra cui quello del gruppo di ricerca coordinato da Gianfranco Viesti nel suo recente rapporto «Università in declino» pubblicato da Donzelli nel 2016 o quello recentemente pubblicato da Almalaurea;
   come approfondito dalla disamina del succitato Gianfranco Viesti nell'articolo «L'ultimo schiaffo agli atenei del Sud» pubblicato su Il Mattino il 26 luglio 2016, la mozione, n. 1-01312 si configura come punto d'arrivo, seppur parziale, di un iter iniziato precedentemente da altri atti parlamentari, tra cui, ad esempio, una mozione per «Iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale» dei deputati Pisicchio e Palese; a questa si era affiancata una mozione di alcuni deputati del Movimento 5 Stelle, specie per quanto concerne una no-tax area per gli studenti al di sotto di una certa soglia ISEE;
   tali mozioni sono state discusse il 23 maggio e il voto è avvenuto nella seduta del 29 giugno 2016 ove si è svolta una discussione molto articolata su numerosi mozioni, tra cui: Vacca ed altri n. 1-01268, Centemero e Occhiuto n. 1-01283, Borghesi ed altri n. 1-01289, Brignone ed altri n. 1-01293, Marzano ed altri n. 1-01295, Pannarale ed altri n. 1-01298, Rampelli ed altri n. 1-01301 e Ghizzoni, Pisicchio, Vezzali, Santerini, Buttiglione ed altri n. 1- 01312;
   si ribadisce che, tra i vari impegni approvati nella seduta n. 644 del 29 giugno 2016, spicca la possibilità di aggiornare il modello di calcolo del costo standard dello studente, in particolare per quanto riguarda: l'addendo perequativo; i «differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali» in cui operano le università; il numero di studenti (regolari, in ritardo e part-time) da ponderare con maggiore gradualità; le dimensioni ottimali dei corsi di studio articolandole rispetto alle classi di corsi di laurea, ai contesti territoriali e alle tipologie di studenti;
   ciononostante, il decreto ministeriale 6 luglio 2016 n. 552, «Criteri di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) per l'anno 2016», non solo non ha previsto alcuna ridefinizione del computo del cosiddetto «costo standard di formazione per studente in corso» atta a fornire un sostegno agli atenei in funzione delle diverse esigenze territoriali, ma addirittura ne ha stabilito un aumento del peso nel riparto, pari al 28 per cento della quota base di euro 4.725.922.155, mostrando un +3 per cento rispetto al 25 per cento dell'anno precedente di cui all'articolo 2, lettera a), del decreto ministeriale 8 giugno 2015 n. 335 –:
   quali siano le ragioni che hanno portato il Governo a non dare piena attuazione all'impegno voluto dalla grande maggioranza delle forze parlamentari di valutare, nella distribuzione del fondo di finanziamento ordinario per le università, la possibilità di aggiornare il modello di calcolo del costo standard dello studente al fine di fornire sostegno alle diverse esigenze territoriali degli atenei, con particolare attenzione alla situazione di disagio vissuta da quelli del Centro-sud;
   con quali modalità il Ministro interrogato intenda perseguire le finalità indicate nelle citate mozioni approvate dalla Camera dei deputati concernenti iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale. (5-09358)