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Atto a cui si riferisce:
C.1/00300 premesso che: negli ultimi anni, complice la crisi economica, l'Italia ha ceduto parti importanti del suo patrimonio industriale in favore di investitori esteri, perdendo via via...



Atto Camera

Mozione 1-00300presentato daALLASIA Stefanotesto diLunedì 13 gennaio 2014, seduta n. 150

La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni, complice la crisi economica, l'Italia ha ceduto parti importanti del suo patrimonio industriale in favore di investitori esteri, perdendo via via asset che sono sempre stati considerati strategici per la crescita economica del Paese;
secondo il «Rapporto sulla Competitività» recentemente pubblicato dalla Commissione dell'Unione europea, dal 2007 al 2012, l'Italia ha perso 20 punti percentuali nell'indice di produzione industriale e, con riferimento alla produttività, ha perso molte posizioni anche rispetto a Paesi economicamente più deboli. Il rapporto lascia inoltre intravedere come, senza riforme strutturali, la posizione industriale italiana sia destinata solo a peggiorare;
il declino industriale italiano ha origini lontane, ed ha inizialmente travolto la grande industria, arrivando via via ad intaccare quella che da sempre è considerata l'asse portante del nostro sistema economico: la piccola e media impresa. La chiusura di numerose piccole realtà produttive, fortemente radicate nei territori locali, ha comportato un vero e proprio depauperamento industriale ed occupazionale di questi ultimi, con conseguenze devastanti sull'economia dell'intero Paese;
numerosi marchi italiani, che rappresentano la più grande espressione del «made in Italy» nel mondo, sono oggi di proprietà di aziende straniere; ne sono un esempio i grandi nomi della moda e del lusso come Loro Piana, Gucci, Bulgari, Fendi e Valentino, ma anche Fiorucci e Parmalat nel settore alimentare e Ducati in quello della meccanica;
gli ultimi accadimenti relativi ai processi di privatizzazione di Alitalia e Telecom Italia rendono ancora più evidente l'ondata di deindustrializzazione che sta attraversando il Paese, la quale, di fronte all'inesistenza di organiche riforme di Governo, mina la competitività del nostro sistema economico, condannando l'Italia ad una posizione di povertà ed emarginazione;
le privatizzazioni in Italia non sempre sono avvenute con la logica prioritaria di tutelare gli interessi strategici dell'economia nazionale e di restituire competitività al tessuto industriale del Paese; ciò ha comportato la perdita di un patrimonio di imprese, tecnologie e conoscenze, la quale non è stata compensata, tranne in rari casi, con la nascita di nuove realtà industriali di rilevanza per l'economia italiana;
con il decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21 convertito con modificazioni dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, è stata emanata una disciplina innovativa in materia di poteri di intervento dello Stato in caso di operazioni straordinarie riguardanti imprese attive nei settori strategici della difesa e della sicurezza nazionale, delle comunicazioni, energia e trasporti, prevedendo che il Presidente del Consiglio possa, attraverso un proprio decreto, esprimere un veto a quelle operazioni che diano luogo a situazioni di pregiudizio per gli interessi nazionali anche in riferimento alle reti e agli impianti, compresi quelli necessari ad assicurare la continuità degli approvvigionamenti, nei settori medesimi;
sul declino economico dell'Italia pesa la mancanza di una pianificazione industriale a livello nazionale, di una politica seria, coraggiosa e trasparente in grado di affrontare con rigore e determinazione i veri problemi che affliggono il Paese, dall'insostenibile pressione fiscale alla difficoltà di accesso al credito, passando per un vetusto e asfissiante sistema burocratico;
è pertanto necessario che il Governo adotti quanto prima una politica di rilancio del sistema industriale del Paese al fine di poter uscire dalla recessione ed inaugurare una nuova fase di crescita economica, il cui cuore pulsante torni ad essere il sistema delle piccole e medie imprese,

impegna il Governo:

ad adottare una politica di rilancio strutturale del sistema industriale italiano, anche attraverso l'immediata attuazione di interventi di riduzione del carico fiscale, di semplificazione burocratica e di facilitazione all'accesso al credito a favore delle piccole e medie imprese, al fine di aumentare la competitività dell'economia italiana;
ad esercitare i poteri speciali che per legge gli competono in materia di assetti societari per le attività di rilevanza strategica in tutti quei processi di vendita che coinvolgono imprese attive in settori di particolare rilevanza per il Paese.
(1-00300) «Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)