Testo MOZIONE
Atto a cui si riferisce:
S.1/00203 premesso che:
l'attività normativa ed amministrativa svolta dal Ministro della giustizia nel corso del suo mandato governativo risulta gravemente compromessa da profili di inadeguatezza,...
Atto Senato
Mozione 1-00203 presentata da VINCENZO SANTANGELO
giovedì 16 gennaio 2014, seduta n.169
SANTANGELO, AIROLA, BUCCARELLA, CAPPELLETTI, GIARRUSSO, BATTISTA, BENCINI, BERTOROTTA, BIGNAMI, BLUNDO, BOCCHINO, BOTTICI, BULGARELLI, CAMPANELLA, CASALETTO, CASTALDI, CATALFO, CIAMPOLILLO, CIOFFI, COTTI, CRIMI, DE PIETRO, DONNO, ENDRIZZI, FATTORI, FUCKSIA, GAETTI, GIROTTO, LEZZI, LUCIDI, MANGILI, MARTELLI, MARTON, MOLINARI, MONTEVECCHI, MORONESE, MORRA, MUSSINI, NUGNES, ORELLANA, PAGLINI, PEPE, PETROCELLI, PUGLIA, Maurizio ROMANI, SCIBONA, SERRA, SIMEONI, TAVERNA, VACCIANO - Il Senato,
premesso che:
l'attività normativa ed amministrativa svolta dal Ministro della giustizia nel corso del suo mandato governativo risulta gravemente compromessa da profili di inadeguatezza, incompetenza ed inopportunità;
ai sensi dell'art. 110 della Costituzione spettano al Ministro della giustizia l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia. Il Guardasigilli in carica ha, viceversa, interpretato il proprio mandato in termini di disponibilità personale nei confronti di particolari e noti imputati coinvolti in gravissimi reati finanziari, compromettendo il supremo principio dell'uguaglianza formale dei cittadini dinanzi alla legge, nonché «il buon andamento» e «l'imparzialità» dei pubblici uffici, di cui all'art. 97 della Costituzione;
ciò è palesemente dimostrato da alcune intercettazioni telefoniche, nel luglio 2013, da cui è desumibile, da parte del Ministro, un abuso della sua qualità e della sua funzione, segnalando ai suoi sottoposti esigenze specifiche e determinate, strettamente connesse a consolidati rapporti con la famiglia Ligresti che attengono esclusivamente alla sfera personale del Ministro;
da notizia di stampa sono emerse, ripetutamente, notizie di intercettazioni agli atti della Procura della Repubblica di Milano concernenti il dissesto finanziario di società del gruppo Ligresti da cui risulterebbero conversazioni in cui si fa cenno al marito del Ministro, nonché dichiarazioni rese al magistrato dallo stesso Salvatore Ligresti, il quale avrebbe asserito di essersi interessato (in almeno un'occasione) della carriera prefettizia del Ministro;
sempre sulla stampa sono altresì emerse dettagliate ricostruzioni circa i consolidati rapporti amicali e professionali tra la famiglia Ligresti e la famiglia del Ministro, anche con riferimento al dottor Peluso, figlio del Ministro. Quest'ultimo ha avuto occasione di occuparsi per ragioni professionali delle società Premaimm, Sinergia e Premafin, nonché della nota vicenda Fondiaria-Sai. Egli ha, altresì, occupato ruoli di rilevo nell'ambito della società Telecom, già contraente di accordo col Ministero della giustizia, per l'adozione del cosiddetto «braccialetto elettronico»: accordo ritenuto da più parti ingiustificatamente oneroso per la finanza pubblica, ma comunque rinnovato dallo stesso ministro Cancellieri;
considerato, inoltre, che:
il Ministro della giustizia ha, con altri componenti del Governo, presentato alle Camere un disegno di legge di conversione del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria (AC 1921). Tale provvedimento, in luogo di affrontare la gravissima questione del sovraffollamento carcerario, che costituisce un problema fondamentale per il quale le condizioni detentive della popolazione carceraria rappresentano ormai oggetto di censura a livello internazionale, sancisce uno sconto di pena detentiva generalizzato, assimilabile negli effetti ad un provvedimento di indulto. Segnatamente, vi è «la possibilità di far uscire i soggetti più pericolosi sul piano criminale», stante la liberazione anticipata speciale retroattiva, come sostenuto da un Procuratore della Repubblica;
segnalato, inoltre, che a causa di gravi errori di carattere amministrativo, nell'ambito della responsabilità del Ministro della giustizia, il 18 dicembre 2013, durante un permesso dalla custodia detentiva, è evaso un pericolosissimo criminale pluriomicida, poi catturato dalla forza pubblica in territorio francese;
considerato, dunque, che la gravissima compromissione della «onorabilità» del Ministro, connessa all'evidente incapacità fattuale e normativa di affrontare i gravi problemi della giustizia, non consente la sua ulteriore permanenza in una carica di così grave responsabilità ed impegno;
visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica, esprime la propria sfiducia al Ministro della giustizia, dottoressa Annamaria Cancellieri, e la impegna a rassegnare le proprie dimissioni.
(1-00203)