• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06367 PAGANO, TORRISI - Al Ministro della salute - Premesso che: il decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 del Ministero della salute reca il regolamento e le linee guida che le Regioni...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06367 presentata da GIUSEPPE PAGANO
mercoledì 21 settembre 2016, seduta n.683

PAGANO, TORRISI - Al Ministro della salute - Premesso che:

il decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 del Ministero della salute reca il regolamento e le linee guida che le Regioni devono rispettare nella rimodulazione della rete ospedaliera, attenendosi ai principi di qualità e di razionalità in relazione alle peculiarità geografiche, ai bacini di utenza e in considerazione della riduzione dei posti letto ospedalieri accreditati, subordinatamente ai tagli delle risorse programmate dal Servizio sanitario nazionale;

le Regioni, entro il 2016, devono garantire un progressivo adeguamento ai dettami generali previsti dal decreto;

a quanto risulta agli interroganti la Regione Siciliana, dopo un triennio di totale indecisione, tramite l'assessore preposto, Baldo Guicciardi, avrebbe presentato al Ministero della salute una bozza non resa pubblica, ma comunicata esclusivamente ai fidati dirigenti delle aziende sanitarie provinciali, il cui contenuto non terrebbe minimamente conto delle concrete esigenze territoriali dei potenziali utenti, delle situazioni demografiche correlate allo stato di viabilità e alle problematiche ambientali, che possono contribuire all'insorgere di specifiche patologie;

le indiscrezioni emerse hanno dato adito a fortissime controversie e proteste tra la cittadinanza interessata, nella convinzione che venga gravemente minato il sacrosanto diritto alla salute;

all'ospedale "Garibaldi" di Nesima, considerato da tutti il miglior nosocomio di Catania, al quale si rivolge un'utenza media quotidiana di 1.500 pazienti, verrebbero soppresse divisioni di eccellenza, trasformate in servizi, quali Medicina generale, Radiologia, Chirurgia oncologica, Cardiologia pediatrica, Oncologia medica, i cui primari sono tutti considerati luminari, che andranno a prestare la loro opera altrove, mettendo a disposizione le loro conoscenze, come l'oncologo professor Bordonaro, a cui il Ministero della salute ha affidato importantissimi incarichi di ricerca in sinergia con il "San Raffaele";

il policlinico "Vittorio Emanuele" di Catania, a causa del suo trasferimento, perderebbe 240 posti letto e 18 primari;

all'ospedale di Bronte (Catania) rimarrebbero solamente 8 posti di medicina e 10 di chirurgia, perdendo anche il punto nascita e conseguentemente il reparto di pediatria, quindi si verificherebbe, di fatto, quasi una sua soppressione;

l'ospedale di Giarre (Catania) sarebbe ulteriormente e, quindi, completamente depotenziato con la sua rifunzionalizzazione nell'accorpamento negli "Ospedali riuniti Acireale - Giarre", senza un'equa ripartizione dei reparti, sopratutto di pronto soccorso, conseguente ad un suo declassamento a semplice ospedale di comunità, nonostante il suo presidio ospedaliero servisse in modo efficiente un notevole bacino di utenza nel territorio ionico-etneo di circa 120.000 abitanti che, nel periodo estivo, raggiungono i 200.000;

l'ospedale di Giarre avrebbe il solo presidio territoriale di assistenza (TPA) che, per quanto possa essere potenziato, sarebbe, in modo palese, largamente insufficiente a soddisfare le necessità della sua vasta popolazione di utenti che, per fruire di eventuali interventi e cure di urgenza, è costretta a recarsi presso l'unico pronto soccorso, che è quello dell'ospedale di Acireale, i cui pazienti del suo comprensorio potrebbero avvalersi dei pronto soccorso dei vicini ospedali catanesi;

a seguito del costante ridimensionamento dell'ospedale di Giarre si sono verificati, nel 2015, tre decessi, oggetto di una precedente interrogazione parlamentare (4-04039), sui quali sono in corso indagini da parte dell'autorità giudiziaria, imputabili, con quasi assoluta certezza, allo smantellamento dei servizi di pronto soccorso, quindi alla mancanza di ambulanze medicalizzate e per i quali si sono verificate vere e proprie sommosse spontanee dei cittadini, culminate con il blocco del traffico ferroviario, con un presidio della strada statale 114 e con un sit-in a difesa del mantenimento dell'ospedale;

l'ospedale di Paternò (Catania), per il quale è previsto l'accorpamento con l'ospedale di Biancavilla, ha avuto la soppressione del punto nascita e dovrebbe subire la chiusura di altri importanti reparti, nonché lo smantellamento del proprio servizio di pronto soccorso che, per contro, dovrebbe ricevere un notevole potenziamento in relazione all'alto numero di accessi, oltre 30.000, di gran lunga superiore al minimo, 20.000, richiesto dal "decreto Balduzzi", di cui al decreto-legge n. 158 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012;

considerato che a quanto risulta agli interroganti:

l'assessore Gucciardi avrebbe dichiarato alla stampa, in data 4 agosto 2016, la sua soddisfazione per l'apprezzamento del suo piano di rimodulazione della rete ospedaliera siciliana da parte Ministero, che lo ha ritenuto in linea con i parametri previsti dal decreto ministeriale n. 70 del 2015:

il presidente della Regione Siciliana, Crocetta, il 13 settembre, avrebbe dichiarato, invece, in contraddizione con l'assessore Gucciardi, che non vi sarebbe stata alcuna presentazione del piano di riordino ospedaliero al Ministero e che quanto riferito dai media sarebbe frutto solamente di indiscrezioni, che rappresentano proiezioni conseguenti alle scelte ministeriali,

si chiede di sapere:

se risulti che effettivamente è stato presentato il piano di riordino da parte della Regione Siciliana e, in caso positivo, se sia stato ritenuto idoneo e quindi rispettoso dei parametri sanciti dal decreto ministeriale n. 70 del 2015;

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno che il piano di rimodulazione ospedaliera siciliana (anche se la sua definizione è di competenza esclusivamente regionale) qualora, come auspicabile, venisse radicalmente modificato, venga sottoposto a verifica, in modo estremamente dettagliato, dagli organi competenti ministeriali per appurare se sia il frutto di un'equa e trasparente concertazione politica territoriale, che tenga conto, per quanto possibile, dei rilievi degli amministratori locali e di quelli mossi dai rappresentanti di categoria coinvolti e non di logiche clientelari e superficiali.

(4-06367)