• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/02502    è nota la notizia secondo cui un numero indeterminato di soggetti richiedenti asilo, probabilmente «alcune centinaia», saranno dislocati a partire da metà ottobre 2016 nella ex base...



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02502presentato daMILANATO Lorenatesto diVenerdì 23 settembre 2016, seduta n. 678

   MILANATO, BRUNETTA, SECCO e ALBERTO GIORGETTI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   è nota la notizia secondo cui un numero indeterminato di soggetti richiedenti asilo, probabilmente «alcune centinaia», saranno dislocati a partire da metà ottobre 2016 nella ex base Nato del «I Roc» a Giarre, piccola frazione del comune di Abano Terme, ente locale commissariato nel mese di giugno 2016, a seguito dell'arresto del sindaco Luca Claudio avvenuto a pochi giorni dalle elezioni;
   è evidente come tale scelta rischia di colpire al cuore l'economia di Abano, che vive quasi interamente di turismo; sarebbero infatti inevitabili le ricadute negative per il comparto turistico legato al centro termale della città, che dà sostentamento a circa cinquemila famiglie;
   vale la pena rilevare che si tratta di un tipo di turismo che ha una stagionalità che si estende per l'intera durata dell'anno solare, e il cui settore, che gode di una immagine consolidata anche all'estero, si trova attualmente – dopo anni di crisi – in una fase in cui finalmente i dati testimoniano una ripresa di gradimento, soprattutto da parte degli stranieri, con 731 mila arrivi e 3 milioni di presenze complessive nel bacino nel solo 2015;
   va anche ricordato che si tratta di un turismo composto in buona parte da persone che anagraficamente rientrano nella cosiddetta terza età e che – in considerazione della propria fragilità – valutano elemento determinante per la scelta della loro meta turistica la percezione di ordine e di sicurezza che una località è in grado di offrire;
   il dubbio, a parere degli interroganti, è che se oggi Abano avesse un sindaco in carica, e, quindi, un consiglio comunale e un interlocutore politico in grado di reagire ad «un'imposizione» dall'alto, forse le scelte sarebbero state altre;
   non c’è stata alcuna valida illustrazione da parte del prefetto dei motivi posti alla base della scelta operata che, senza alcun dubbio, avrà pesantissime ripercussioni non solo sull'economia del territorio termale veneto ma addirittura su quella dell'intera regione (basti pensare a quante persone arrivano nelle città d'arte venete tra quelle soggiornanti presso le terme di Abano e Montegrotto);
   il dubbio che la scelta del prefetto possa essere stata frettolosa, non ben ponderata ed in qualche modo effettuata approfittando delle contingenze venutesi a creare, è ad avviso degli interroganti ulteriormente avvalorato dalla circostanza che il commissario prefettizio, Pasquale Aversa (gerarchicamente dipendente dal medesimo prefetto di cui si parla), ha infatti revocato, poche settimane or sono, invocando motivi di convenienza economica, un protocollo di intesa firmato l'anno scorso per la cessione al comune della ex base per farne un uso pubblico e socialmente utile e, a distanza di solo qualche giorno, ha ufficializzato l'arrivo dei profughi, non senza chiarire con l'occasione la sua posizione: «Al Prefetto io avevo detto no ai profughi ad Abano. Avevo portato anche uno stampato dei dati sulle presenze turistiche. Sono un lavoratore dipendente, non comando io e probabilmente nemmeno il prefetto Patrizia Impresa»;
   ebbene, tali dichiarazioni, unitamente al dichiarato ruolo di «dipendente» del commissario, confermano, secondo gli interroganti, in tutta evidenza che la scelta sia stata orientata su Abano proprio approfittando dell'assenza del sindaco –:
   se e quali iniziative intenda intraprendere il Governo a tutela dell'economia del territorio e dell'occupazione di migliaia di famiglie;
   quali siano le ragioni della scelta di Abano Terme, posto che tale comune pare essere stato individuato solo per l'assenza di una figura politica in grado di interloquire sul tema e di opporsi a tale decisione. (3-02502)