• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/01959 dopo quasi 25 anni dalla chiusura del programma nucleare, il processo di messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e della dismissione delle centrali nucleari italiane è ancora lontano dal...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01959presentato daBIANCHI Mariastellatesto diMercoledì 22 gennaio 2014, seduta n. 157

MARIASTELLA BIANCHI, BORGHI, BOBBA, BRAGA, BRATTI, MARIANI, ARLOTTI, CARRESCIA, COMINELLI, DALLAI, DECARO, GADDA, GINOBLE, MANFREDI, MARRONI, MAZZOLI, MORASSUT, MORETTO, GIOVANNA SANNA e ZARDINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
dopo quasi 25 anni dalla chiusura del programma nucleare, il processo di messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e della dismissione delle centrali nucleari italiane è ancora lontano dal vedere una soluzione;
a oggi le scorie nucleari ammontano a più di 30.000 metri cubi, di cui 25.200 a bassa e media attività e 7.200 metri cubi ad alta attività. A questi si aggiungeranno oltre 50.000 metri cubi provenienti dalle operazioni di smantellamento e bonifica delle installazioni nucleari. La maggior parte di questi rifiuti radioattivi si trovano nelle ex centrali nucleari (Carso, Garigliano, Latina e Trino Vercellese) e negli impianti di ricerca (Saluggia, Trisaia Rotondella, Casaccia, Saluggia, Ispra). Inoltre, è atteso il rientro in Italia di alcune decine di metri cubi di combustibile radioattivo spedito in Gran Bretagna e in Francia per essere riprocessato. Oltre ai rifiuti di tipo energetico, ci sono altri 4.000 metri cubi provenienti da applicazioni mediche, industriali e di ricerca;
la mancanza di un deposito nazionale di scorie impedisce ad oggi lo smantellamento definitivo degli impianti nucleari esistenti sul territorio nazionale e la messa in sicurezza dei territori che ospitano le centrali dismesse e i siti di stoccaggio temporaneo dei materiali radioattivi;
il pieno decommissioning delle centrali nucleari dismesse è inoltre necessario per garantire la piena tutela ambientale di queste aree e la salute delle popolazioni che li abitano; la mancata identificazione di un sito di deposito perpetuerà il problema di una adeguata sistemazione dei rifiuti radioattivi continuamente prodotti dall'industria, dalla ricerca o dalle attività sanitarie;
in Italia, gli impianti interessati da questo processo sono otto: Impianto Eurex di Saluggia; Centrale di Trino; Impianto FN di Bosco Marengo; Centrale di Caorso; Impianti OPEC e IPU Casaccia - Roma; Centrale di Latina; Centrale Garigliano di Sessa Aurunca; Impianto ITREC Trisaia di Rotondella;
si stima che le attività di decommissioning delle vecchie centrali nucleari italiane produrranno complessivamente, nei prossimi 15-20 anni, 12.000 nuovi occupati;
le attività di smantellamento di impianti nucleari possono rappresentare un fattore di crescita e competitività per il nostro Paese anche sul piano internazionale: si calcola che entro il 2050 nel mondo oltre 400 reattori nucleari dovranno essere smantellati con investimenti globali stimati 165 miliardi di euro per le sole attività di decommissioning e 600 miliardi di euro per il completamento delle bonifiche;
il decreto legislativo n. 31 del 2010 ha disciplinato il riassetto della disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi prevedendo la costruzione di un parco tecnologico all'interno del quale collocare un deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività derivanti da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie e dalla pregressa gestione di impianti nucleari ed all'immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato provenienti dall'esercizio di impianti nucleari, compresi i rifiuti derivanti dalla pregressa gestione di impianti nucleari;
il parco tecnologico sarà sede di attività di ricerca, formazione e sviluppo delle tecnologie connesse alla gestione dei rifiuti radioattivi e alla radioprotezione;
lo stesso decreto legislativo stabilisce che la SOGIN debba definire una proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del parco tecnologico e del deposito, tenendo conto dei criteri indicati dall'Aiea e dall'Agenzia per la sicurezza nucleare;
con il decreto legge 6 dicembre 2011, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, l'Agenzia per la sicurezza nucleare è stata soppressa ed i relativi compiti sono stati in via temporanea attribuiti all'ISPRA compresi quelli circa la predisposizione dei criteri tecnici di localizzazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi; è ora avviato il percorso di recepimento della direttiva 2011/70/Euratom che prevede l'istituzione di una autorità di regolamentazione per la gestione e lo smaltimento del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi;
nel luglio del 2012 il Governo aveva stabilito che entro la fine dello stesso anno l'Ispra avviasse le attività di definizione dei suddetti criteri tecnici, anche in considerazione dell'urgenza di avviare i lavori per la costruzione del deposito nazionale, al fine di consentire alla Sogin di procedere alla definizione di una proposta di Carta nazionale delle aree idonee, come stabilito dalle disposizioni del decreto legislativo 31 del 2010;
in riscontro a tale richiesta il predetto istituto ha preannunziato che avrebbe avviato nel mese di settembre i lavori di elaborazione dei suddetti criteri, in modo da completare tale attività entro il 30 dicembre 2012;
l'ISPRA ha in seguito dichiarato, nel settembre 2013, di avere predisposto una prima bozza del documento sui criteri, ritenendo necessario svolgere, prima della loro emanazione ed in linea con le prassi internazionali in campo nucleare, un confronto tecnico con le autorità di sicurezza nucleare di paesi che hanno già realizzato o stanno esercendo strutture analoghe, nonché di sottoporre i criteri elaborati ad una revisione internazionale condotta dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA);
ad oggi da parte dell'Ispra non è stata data comunicazione circa l'elaborazione definitiva di detti criteri –:
se il ministro sia in grado di fornire informazioni circa la predisposizione dei criteri di localizzazione del deposito nazionale per le scorie radioattive e del parco tecnologico;
quali misure intenda assumere affinché si arrivi in breve tempo alla definizione di una proposta per l'individuazione delle aree idonee alla costruzione del deposito nazionale e del parco tecnologico. (5-01959)