• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/02505    in queste settimane, temi quali i rischi di tenuta del servizio sanitario nazionale e le scelte del Governo sul futuro della sanità pubblica, che avrebbero dovuto stare al centro del...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02505presentato daNICCHI Marisatesto presentato Martedì 27 settembre 2016 modificato Mercoledì 28 settembre 2016, seduta n. 681

   NICCHI, GREGORI, SCOTTO, AIRAUDO, FRANCO BORDO, COSTANTINO, D'ATTORRE, DURANTI, DANIELE FARINA, FASSINA, FAVA, FERRARA, FOLINO, FRATOIANNI, CARLO GALLI, GIANCARLO GIORDANO, KRONBICHLER, MARCON, MARTELLI, MELILLA, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PELLEGRINO, PIRAS, PLACIDO, QUARANTA, RICCIATTI, SANNICANDRO e ZARATTI. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:
   in queste settimane, temi quali i rischi di tenuta del servizio sanitario nazionale e le scelte del Governo sul futuro della sanità pubblica, che avrebbero dovuto stare al centro del dibattito soprattutto in questi giorni che precedono la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza e l'avvio della sessione di bilancio, sono stati di fatto del tutto messi in secondo piano da quella che agli interroganti appare la surreale campagna informativa sul «fertility day» voluta dalla Ministra interrogata. Una campagna che, a giudizio degli interroganti, ha visto un succedersi di gaffe, errori, inaccoglibili messaggi pseudo-pedagogici e scelte comunicative offensive per milioni di cittadini: a fine agosto 2016 il Ministero della salute aveva avviato una campagna di comunicazione sul «fertility day» aggressiva e psicologicamente ricattatoria, fatta di cartoline come «Sbrigati, non aspettare la cicogna», che ha avuto talmente tante e forti critiche, che la Ministra interrogata si è vista costretta a sospenderla immediatamente. Quindi, solo pochi giorni fa, c’è stata la pubblicazione di un opuscolo, sempre per il «fertility day» e sempre a cura del Ministero della salute, che altro non era, secondi gli interroganti, se non un concentrato di luoghi comuni, offensivo, ideologico e intollerabilmente razzista. Anche questo ritirato con tante scuse della Ministra interrogata;
   insomma, una «giostra» non solo mediatica che, per quelle che appaiono evidenti responsabilità del Ministero, ha distolto e distratto il dibattito politico, i soggetti interessati, l'opinione pubblica e i cittadini dalla discussione sulle scelte per il futuro del servizio sanitario: inadeguatezza di risorse finanziarie, liste d'attesa, ticket, pronto soccorso al collasso e altro;
   già si paventano rischi di ulteriori tagli, o nella migliore delle ipotesi, di mancati incrementi al finanziamento del servizio sanitario nazionale;
   a breve arriverà all'esame del Parlamento lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui nuovi livelli essenziali di assistenza, che andrà a sostituire l'ancora vigente decreto del 2001;
   si ricorda che per i nuovi livelli essenziali di assistenza la legge di stabilità per il 2016 ha stanziato 800 milioni di euro, laddove le risorse necessarie a garantire l'esigibilità e uniformità del diritto all'assistenza sociosanitaria e i livelli essenziali dovrebbero essere di circa 3 miliardi di euro. Di fatto, aumentano le prestazioni da garantire ai cittadini a parità di finanziamento complessivo e, dovendo garantire alcune prestazioni, per esempio i nuovi vaccini (valore stimato 220 milioni di euro all'anno), si dovrà inevitabilmente tagliare e risparmiare su altre prestazioni e servizi. Che gli 800 milioni di euro stanziati per i nuovi livelli essenziali di assistenza siano insufficienti lo sanno anche le stesse regioni, che hanno infatti chiesto una verifica entro il 2016 per valutare il reale impatto economico dei nuovi livelli di assistenza;
   peraltro, come ha anche ricordato la Cgil, se oltre 40 milioni di euro di ticket deriveranno dall'ampliamento dei nuovi livelli essenziali di assistenza con nuove prestazioni ambulatoriali, circa 18-20 milioni di euro di nuovi ticket sono invece conseguenti alla decisione di spostare alcune prestazioni chirurgiche dall'attuale regime in day surgery (gratuito) a quello ambulatoriale che comporta invece il pagamento del ticket –:
   se intenda assumere iniziative per garantire un incremento delle risorse – attualmente insufficienti – per i nuovi livelli essenziali di assistenza e per il fondo sanitario nazionale rispetto ai 113 miliardi di euro previsti dall'intesa Stato-regioni dell'11 febbraio 2016, ritenuti più volte necessari dalla stessa Ministra interrogata, e se non intenda escludere un aumento di nuovi ticket a carico dei cittadini, conseguente all'approvazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza. (3-02505)