• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/14308    l'Accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Unione europea, entrato in vigore il 1o giugno 2002, riconosce in linea di principio ai cittadini svizzeri e...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14308presentato daGADDA Maria Chiaratesto diMartedì 27 settembre 2016, seduta n. 680

   GADDA, GIANNI FARINA, MARCO DI MAIO, VAZIO, MORANI, DALLAI, FREGOLENT, PARRINI, GUERRA, BRAGA, DONATI e PLANGGER. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   l'Accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Unione europea, entrato in vigore il 1o giugno 2002, riconosce in linea di principio ai cittadini svizzeri e dell'Unione europea di scegliere liberamente il Paese, tra quelli contraenti, in cui lavorare e stabilire il proprio domicilio;
   secondo i dati dell'ufficio federale di statistica svizzero, sono circa 308 mila i lavoratori frontalieri, di cui circa 70 mila quelli italiani, residenti in maggioranza nelle province di Varese e Como, così come sono numerose anche le piccole e medie imprese italiane situate nelle aree di confine con la Confederazione ad offrire beni e servizi nel mercato elvetico;
   negli ultimi anni si è assistito – con sempre maggiore preoccupazione – al continuo ripetersi di atteggiamenti ostili da parte svizzera nei confronti di imprese o lavoratori di nazionalità italiana:
    a) il 9 febbraio 2014, un'iniziativa popolare denominata «Contro l'immigrazione di massa» ha modificato la Costituzione federale prevedendo tetti massimi e contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un'attività lucrativa. I limiti all'immigrazione devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell'economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli svizzeri, essi devono comprendere anche i frontalieri, come recita il testo dell'iniziativa, che deve esser recepito entro 3 anni dal voto;
    b) a novembre 2014 il Gran Consiglio del Canton Ticino ha portato al 100 per cento il moltiplicatore comunale per tutti i frontalieri. Un aumento di imposizione fiscale rilevante, passato dal 78 per cento medio applicato dai comuni fino al massimo consentito, che si è indirizzato verso i residenti all'interno della fascia di confine. L'appesantimento del carico fiscale è stato motivato da uno dei partiti proponenti, l'Udc/Svp, come una misura pensata per combattere un fenomeno fuori controllo, come quello del frontalierato;
    c) il 24 marzo 2015, il Gran Consiglio del Canton Ticino ha approvato una legge sulle imprese artigianali introducendo elementi restrittivi e ostativi nei confronti dei professionisti italiani che intendono stabilire in Svizzera la propria società;
   a questa breve sintesi degli eventi principali si deve aggiungere che il 25 settembre 2016 in Ticino si è tenuta una nuova iniziativa popolare promossa per inserire nella Costituzione cantonale il principio di «preferenza agli indigeni», e l'esito del referendum ha premiato la campagna delle forze della destra radicale;
   a parere degli interroganti queste iniziative rappresentano una palese violazione unilaterale degli accordi bilaterali tra la Confederazione elvetica e l'Unione europea;
   l'interrogante apprende, pertanto, con favore le parole di preoccupazione espresse dal Ministro interrogato seguito all'esito del referendum;
   con la mozione n. 1/00952, la Camera dei deputati ha impegnato il Governo a «rivalutare l'accordo tra Italia e Svizzera in materia fiscale in relazione alla formulazione, da parte delle competenti autorità federali e cantonali svizzere, di specifiche assicurazioni formali tendenti ad escludere la validità e l'applicazione di qualsivoglia iniziativa discriminatoria e lesiva dell'accordo di libera circolazione delle persone intercorrente tra Unione europea e Confederazione elvetica nei confronti di cittadini italiani occupati o occupabili in Svizzera e di aziende italiane potenzialmente interessate al mercato elvetico, nonché alla rimozione di ogni forma di discriminazione sin qui messa in campo» e «ad assumere iniziative, anche in sede europea, tese a garantire il rispetto delle norme che regolamentano il riconoscimento delle qualifiche professionali in forza dell'accordo tra l'Unione europea e la Svizzera»;
   l'accordo tra Italia e Svizzera in materia fiscale è entrato in vigore con la legge 4 maggio 2016, n. 69, e la sua piena applicazione dovrebbe essere accompagnata dalla rimozione di tutte le norme tese a limitare o ostacolare la libera circolazione;
   gli interroganti sono consapevoli che l'esito referendario sarà di difficile applicazione pratica, come testimonia la legge che il Consiglio nazionale ha varato in prima lettura il 21 settembre in applicazione della consultazione popolare del 2014, tuttavia preoccupa il diffondersi di un sentimento di ostilità nei confronti dei lavoratori frontalieri specialmente italiani –:
   visti gli impegni assunti con la mozione n. 1/00952, quali iniziative intenda assumere il Governo nei confronti della Confederazione elvetica a seguito dell'esito referendario nel Canton Ticino e a seguito dell'approvazione della legge di attuazione della consultazione popolare del 2014.
   (4-14308)