• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/09630    il 25 settembre 2016, gli elettori del Ticino hanno deciso di approvare il referendum antitransfrontalieri, premiando l'iniziativa popolare «Prima i nostri» della destra nazionalista Udc...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09630presentato daFALCONE Giovannitesto diGiovedì 29 settembre 2016, seduta n. 682

   FALCONE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   il 25 settembre 2016, gli elettori del Ticino hanno deciso di approvare il referendum antitransfrontalieri, premiando l'iniziativa popolare «Prima i nostri» della destra nazionalista Udc che ha ottenuto il 58 per cento di consensi;
   con l'approvazione del referendum si stabilisce «di privilegiare sul mercato del lavoro, a qualifiche simili, i lavoratori che vivono sul territorio rispetto a coloro che vengono dall'estero»;
   si chiede, inoltre, che «nessun cittadino del territorio del Ticino venga licenziato a seguito di una decisione discriminatoria di sostituzione della manodopera indigena con quella straniera (effetto di sostituzione) oppure debba accettare sensibili riduzioni di salario a causa dell'afflusso indiscriminato della manodopera estera (dumping salariale)», mentre «nelle relazioni con i Paesi limitrofi» le autorità dovrebbero modulare «il mercato del lavoro in base alle necessità di chi vive sul territorio del Cantone»;
   i promotori del referendum chiedono ora una modifica della Costituzione ticinese che deve essere autorizzata dal Governo della Confederazione Svizzera;
   il Consiglio di Stato ticinese – l'esecutivo cantonale – ha ricordato i problemi di applicazione di «Prima i nostri», ma ha annunciato che verrà «costituito un gruppo di lavoro per elaborare un testo di legge che applichi il nuovo articolo costituzionale»;
   la Svizzera non è uno Stato membro dell'Unione europea, ma persegue la sua politica europea sulla base di accordi settoriali bilaterali, beneficiando dell'accesso al mercato dell'Unione e dovendo, quindi, sottostare e riconoscerne le libertà fondamentali, tra cui la libertà di circolazione;
   la portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas, ha ricordato, nei giorni scorsi, che il risultato «non renderà più facili i negoziati già in corso» e il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha più volte chiarito che le quattro libertà fondamentali del mercato unico sono inseparabili, per ribadire che, nel contesto svizzero, la libertà di circolazione dei lavoratori è fondamentale;
   intanto, però, noncurante dei moniti della Commissione europea, una parte significativa dei cittadini della Confederazione svizzera ha ribadito il suo orientamento sul tema, tanto che il referendum approvato, segue all'approvazione di un altro referendum del febbraio 2014 «contro l'immigrazione di massa», col quale si è stabilito che entro tre anni la Confederazione svizzera dovrà fissare dei tetti massimi per i permessi di dimora e contingenti annuali per tutti gli stranieri, calcolati in funzione dei bisogni dell'economia; sul mercato del lavoro la preferenza sarà data agli svizzeri e i trattati internazionali contrari a queste regole, come l'Accordo di libera circolazione delle persone con l'Unione europea (UE) dovranno essere rinegoziati;
   di recente, inoltre, le autorità del Ticino hanno imposto l'obbligo di presentare il casellario giudiziale per il rilascio dei permessi di dimora e di lavoro, per cui l'Italia ha già chiesto alla Commissione europea di avviare una procedura di infrazione contro la Svizzera;
   sempre in Ticino è stata bocciata l'iniziativa «Basta con il dumping salariale», promossa da uno schieramento di sinistra per fronteggiare le polemiche su un livello medio più basso dei salari dei frontalieri;
   ogni giorno oltre 60 mila persone arrivano nel Cantone svizzero dall'Italia; in Svizzera vivono circa 600 mila italiani e tra l'Italia e la Svizzera c’è una lunga frontiera che rappresenta una delle porte verso il nord e il mercato unico;
   da un articolo di Repubblica Economia e Finanza si apprende che l'IRE, l'Istituto di ricerche economiche dell'università della Svizzera italiana di Lugano, su mandato del Parlamento ticinese e del Ministero delle finanze elvetico ha condotto un'approfondita ricerca frutto di un'indagine realizzata su 328 aziende; dalla suddetta ricerca emergerebbe che tra i principali motivi di assunzione di frontalieri spiccano «le carenze di competenze fra i residenti» e che «il reclutamento di lavoratori stranieri, da parte delle aziende ticinesi, è dovuto al fatto che il candidato straniero ha semplicemente mostrato il profilo più adatto per il posto da ricoprire»;
   nonostante, quindi, un forte apprezzamento dei lavoratori stranieri, e quindi italiani, da parte delle aziende ticinesi derivante dall'elevata professionalità degli stessi, la direzione politico-sociale verso cui il Ticino, ma anche l'intera Svizzera, si sta orientando sembra, invece, manifestare una sempre più crescente insofferenza verso tali lavoratori ma, in particolar modo, verso i lavoratori italiani, rilevato che il maggior numero di frontalieri viene proprio dal nostro Paese;
   l'applicazione del voto referendario potrebbe avere delle gravissime ripercussioni sui lavoratori frontalieri italiani e causare, di conseguenza, una grave frattura con la Confederazione che potrebbe inficiare anche i vantaggi derivanti da accordi Unione europea-Svizzera –:
   quali siano le iniziative che il Governo intende adottare nei confronti della Confederazione svizzera per fronteggiare le suddette misure che appaiono in contrasto con l'accordo europeo sulla libera circolazione delle persone del 1999, manifestamente discriminatorie nei confronti dei lavoratori italiani e in contraddizione con lo stato delle relazioni bilaterali;
   quali siano le iniziative che il Governo intende adottare affinché venga promossa da parte dell'Unione europea un'azione mirata nei confronti della Confederazione svizzera tesa al riconoscimento della libera circolazione, della parità di trattamento e della protezione sociale dei lavoratori frontalieri nell'Unione europea;
   quali iniziative concrete intenda adottare il Governo per tutelare, con immediato effetto, i lavoratori frontalieri italiani. (5-09630)