• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01504    il poligono di tiro di Capo Frasca è il terzo d'Europa per estensione territoriale e si estende in un'area di 14 chilometri quadrati, sul territorio del comune di Arbus, nella costa...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01504presentato daPIRAS Micheletesto diMartedì 11 ottobre 2016, seduta n. 690

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   il poligono di tiro di Capo Frasca è il terzo d'Europa per estensione territoriale e si estende in un'area di 14 chilometri quadrati, sul territorio del comune di Arbus, nella costa sudoccidentale della Sardegna;
   la segnalata presenza di ordigni inesplosi a terra e soprattutto in mare e le attività di esercitazioni aria-terra fanno ricadere su ampia parte del territorio circostante il divieto di esercitare la pesca, coinvolgendo e penalizzando quindi in maniera diretta le popolazioni, i pescatori, le cooperative e le marinerie di Arbus, Guspini, Terralba, Arcidano, Marceddì, Cabras, Riola Sardo, Oristano;
   in base all'articolo 332 del codice dell'ordinamento militare – decreto legislativo n. 66 del 2010 – ai commi 1 e 5, che richiama il comma 15 dell'articolo 325 dello stesso ordinamento è previsto un indennizzo in favore delle attività che vedono leso il loro diritto di impresa;
   l'attività della pesca nei tratti di mare interdetti adiacenti al poligono di Capo Frasca è fortemente penalizzata dalle limitazioni dovute alle attività militari, ma i pescatori, in particolare dei comuni di Arbus, Oristano, Terralba, Santa Giusta, Cabras, Arborea, Marrubiu non sono inseriti tra i beneficiari degli indennizzi come previsto dalle leggi n. 898 del 1976 e n. 104 del 1990 e dal protocollo d'intesa siglato nel 1999 tra il Ministero della difesa e la regione autonoma della Sardegna;
   il protocollo d'intesa del 1999 tra il Ministero della difesa e la regione autonoma della Sardegna recante disposizioni in merito all'articolo 15 della legge n. 898 del 1976 riconosce che le marinerie interessate all'erogazione degli indennizzi siano quelle di Sant'Antioco, Calasetta, Sant'Anna Arresi, Teulada, Porto Scuso, Domusdemaria, Buggerru, Carloforte iscritte al Compartimento Marittimo di Sant'Antioco ed adiacenti alle aree interdette del poligono di Capo Teulada, e di Tortoli, Villaputzu, Tertenia, Lotzorai, Siniscola, Orosei, Posada, Dorgali, iscritte all'ufficio circondariale marittimo di Arbatax e agli uffici locali di Cala Gonone e Siniscola, adiacenti al poligono interforze del Salto di Quirra;
   sono pertanto escluse dagli indennizzi le cooperative di pescatori, le marinerie e le imbarcazioni delle province del Medio Campidano e del Golfo di Oristano, ed in particolare dei comuni di Arbus, Terralba, Cabras, Riola Sardo, S. Vero Milis, S. Giusta, Marrubiu, Arborea, Oristano iscritte al compartimento marittimo di Oristano, tutte adiacenti al poligono di tiro di Capo Frasca e fortemente penalizzate nell'attività della pesca dai tratti di mare interdetti per le esercitazioni militari;
   l'area marina che circonda il poligono di Capo Frasca è interdetta permanentemente alla navigazione civile per 3 miglia marine, sulla base di una ordinanza del 2005. Tale condizione – creando una sorta di campana intorno alla penisola del poligono – taglia letteralmente in due l'area di Costa Verde (Arbus) dall'area di Marceddì (Terralba) e Torregrande (Oristano), ovvero le uniche due aree dove sono presenti strutture portuali. La maggior parte delle imbarcazioni, inoltre, non è in possesso della licenza per navigare oltre le 3 miglia, generando in tal modo il paradosso che conduce a una condizione di violazione delle ordinanze e delle norme di navigazione sia che si attraversi l'area marina interdetta, sia che la si circumnavighi;
   il 13 ottobre 2015 il comune di Arbus ha inoltrato al Ministero della difesa una comunicazione nella quale segnala sia il problema dell'area interdetta che la questione dell'interdizione permanente ordinata nel 2005, suggerendo altresì il contenimento dell'interdizione sul piano temporale, rendendola temporanea, ovvero limitata all'effettivo esercizio dell'attività militare e quindi a un calendario certo delle esercitazioni, nonché sul piano dell'estensione, contenendo nelle 2 miglia marine l'area di interdizione alla navigazione;
   la risoluzione conclusiva n. 8-00142 a prima firma Piras, approvata dalla IV Commissione difesa della Camera dei deputati il 27 Ottobre 2015, avente ad oggetto «il riconoscimento di indennizzi per la limitazione dell'attività di pesca alle cooperative pescatori dei Comuni adiacenti il poligono di tiro di Capo Frasca», impegnava il Governo, fra le altre cose «ad attivare un tavolo di concertazione Stato, Regione, Enti Locali insistenti nell'area, associazioni di rappresentanza dei lavoratori della pesca, al fine di definire condizioni e criteri – certi e verificabili – di accesso al beneficio dell'indennizzo, al fine di prevenire possibili abusi.»;
   il tavolo tecnico di concertazione, istituito ai sensi della risoluzione dalla presidenza della regione Sardegna, ha visto coinvolti rappresentanti dello Stato Maggiore della difesa, del Ministero della difesa, regione, enti locali e associazioni di categoria dei pescatori, si è riunito in un clima di serena e reciproca collaborazione nei primi mesi del 2016 e, dopo quattro riunioni plenarie regolarmente convocate, ha concluso i suoi lavori il 3 marzo 2016, raggiungendo e sottoscrivendo un accordo completo e condiviso su tutte le tematiche affrontate, confermando la ragionevolezza delle istanze che sono state oggetto dei lavori;
   le associazioni di categoria e gli enti locali coinvolti hanno scritto in data 22 giugno 2016 una missiva a tutte le istituzioni interessate, tra cui il Ministero della difesa, la regione Sardegna e tutti i componenti della Commissione, proclamando lo stato di agitazione;
   ad oggi viene constatata l'assenza di improcrastinabili riscontri ufficiali da parte del Governo sulle urgenti tematiche approfondite. Nello specifico, inoltre, il documento conclusivo del tavolo di concertazione di cui sopra – conclusosi il 3 marzo 2016 – è stato inviato con resoconto ufficiale «prot. Nr. 0002384» dalla regione Sardegna al Ministero della difesa;
   a partire dal 4 ottobre 2016 – in concomitanza con l'inizio delle esercitazioni di terra e di mare oltre che data la presenza della Commissione di inchiesta sull'uranio in visita in quei giorni presso tutti i poligoni della regione Sardegna – le parti coinvolte nella vertenza hanno dichiarato ed iniziato una mobilitazione che non avrà soluzione di continuità –:
   se i Ministri interpellati non intendano attivarsi immediatamente per sanare questa iniqua situazione e per scongiurare l'inasprimento della vertenza in questione, considerata sia la delicatezza del tema della presenza militare nelle terre e nei mari di Sardegna, che gli impegni precedentemente assunti con la risoluzione n. 8-00142.
(2-01504) «Piras, Duranti, Scotto, Quaranta, Ricciatti, Carlo Galli».