• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06495 MARINELLO - Ai Ministri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che, a quanto risulta...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06495 presentata da GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO
mercoledì 12 ottobre 2016, seduta n.699

MARINELLO - Ai Ministri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

l'isola di Lampedusa è fornita da oltre 60 anni da un deposito costiero di prodotti petroliferi, altamente pericolosi, quali gasolio, benzina e lubrificanti anche agevolati fiscalmente, di proprietà dell'azienda "Silvia e Figli Srl", per la ricezione, stoccaggio e relativo rifornimento alle utenze locali quali: marineria, distributori stradali, forze dell'ordine e della sicurezza in mare ed a terra, natanti di proprietà privata e centrale elettrica;

l'azienda, in tal senso, supportata da un'efficiente ed altamente funzionale azienda nazionale quale Eni, ha sempre svolto un servizio sociale fondamentale per l'economia dell'isola. Il deposito costiero è stato sempre rifornito in passato dalla nave cisterna "Lipari", all'uopo noleggiata ed organizzata dall'Eni per i rifornimenti alle isole di Lampedusa, Linosa e Pantelleria, che da decenni ha sempre assicurato la puntualità e l'efficienza del servizio;

la società è stata sempre in grado di soddisfare le necessità di rifornimenti per l'intero anno in porti particolarmente problematici, per condizioni di sicurezza e limitata recettività, quali quelli di Lampedusa e Pantelleria, anche in presenza di condizioni meteo avverse. Tale servizio ha richiesto ad Eni un contratto di noleggio che occupasse la nave di rifornimento a tempo pieno a disposizione delle isole, con costi che essa ha riversato ovviamente sulla "Silvia e Figli Srl", che lo ha applicato parimenti al consumo, sommando ad esso il costo di gestione di un deposito, che ha dovuto sempre più adeguarsi alla stringente normativa italiana ed europea in materia di sicurezza;

varie volte la "Silvia e Figli Srl" è stata sottoposta a controlli sulla sicurezza del deposito, sulla liceità dei prezzi di vendita da commissioni composte da tutti gli enti dello Stato, ed anche dalla Direzione generale della concorrenza della Commissione europea, unitamente ad Eni, senza che nessuna inadempienza fosse stata rilevata;

considerato che:

da giugno 2012 i rifornimenti energetici vengono integrati, per mezzo di autobotti imbarcate su traghetti di linea, da una ditta concorrente "Nautilus" che, avvalendosi di un deposito entro l'aeroporto, nato originariamente per l'esclusivo rifornimento degli aeromobili, e poi trasformato in deposito di prodotti agevolati, ha di fatto rifornito tutte le utenze dell'isola, acquisendo grossi spazi del mercato;

dopo un paio di anni, Eni, che sosteneva un notevole onere per tenere in essere la nave, malgrado parte dei costi di trasporto, attracco e servizio fossero a carico della "Silvia e Figli Srl", ha deciso di dismettere il servizio di rifornimento, a mezzo nave, nelle isole di Pantelleria e Lampedusa e di cedere il deposito di Pantelleria entro il 2015;

nel 2015, il Comune di Lampedusa, allo scopo di ridurre ulteriormente i prezzi di vendita del carburante nell'isola, ha organizzato ed approntato ben 7 viaggi straordinari di una nave da trasporto merci, appositamente noleggiata per Lampedusa con finanziamenti della Regione Siciliana, che integrava i rifornimenti mediante i traghetti di linea operati dalla ditta "Nautilus";

in tal modo, attraverso una decisione di un'autorità pubblica, è stata trasferita una fetta di mercato ad un nuovo terzo concorrente, il quale, rifornendo anch'esso direttamente l'isola, senza i costi di gestione di alcun deposito, riesce ad offrire, in tal modo, prezzi ancora più concorrenziali;

si è creata, di fatto, una giungla di offerenti agguerriti in una situazione insostenibile dal punto di vista economico da parte dell'azienda "Silvia e Figli Srl", che, a fronte di un'organizzazione che contempla lo stoccaggio di circa 900 tonnellate di petrolio, con notevoli costi di esercizio, non trova più alcun vantaggio economico nel gestire la propria azienda;

la notizia da parte dell'Eni della vendita del ramo d'azienda del deposito di Pantelleria, con la conseguente decisione di dismissione della nave Lipari, comporterà, certamente, gravi carenze nell'assiduità, regolarità e tempestività dei rifornimenti dell'isola di Lampedusa, che rischierà, in determinati periodi invernali, con avverse condizioni meteo, ed estivi di maggiore affluenza turistica (luglio e agosto), di restare priva di prodotti, anche a causa dei guasti delle navi di linea, che trasportano le autobotti per il rifornimento carburanti nell'isola;

con il servizio garantito da parte della Regione Siciliana, sono stati effettuati pochissimi viaggi straordinari ed occasionali per esigenze suppletive di carburante a Lampedusa: ad esempio da febbraio a giugno 2015 sono stati effettuati solamente 7 viaggi, e complessivamente sono state imbarcate 15 autobotti grandi da 35.000 litri, di cui 9,5 per il trasporto di benzina e 5,5 per il trasporto di gasolio, malgrado la disponibilità dei medesimi prodotti nel deposito in loco, ovviamente a costi un po' più alti;

l'azienda "Silvia e Figli Srl", nel medesimo periodo, ha dovuto integrare nell'isola di Lampedusa più volte i rifornimenti alla centrale elettrica, ai 2 distributori dell'isola, ad alcuni pescherecci e soprattutto ai vari mezzi navali impegnati in operazioni di salvataggio e controllo marino. Si è trovata, cioè, nella condizione di dover effettuare interventi di vera e propria "supplenza" rispetto alla disinvolta politica commerciale di altri operatori, gestita spesso anche a scapito del rispetto di norme minime di sicurezza, e comunque, foriera di rischi, sia per il trasporto delle autobotti all'interno di navi traghetto, che per il transito di autobotti, cariche di gasolio, all'interno del perimetro aeroportuale;

considerato, inoltre, che, per quanto risulta all'interrogante:

secondo stime attendibili, nel periodo tra luglio e dicembre 2016, per soddisfare il fabbisogno di approvvigionamenti dell'isola, senza l'utilizzo della attuale nave cisterna "Lipari" dell'Eni, si dovrebbero imbarcare 24 autobotti per la benzina e 180 per il gasolio; appare evidente che il trasporto di linea a mezzo delle navi ex Siremar (oggi Compagnia dei Traghetti), anche se affiancato da quello speciale proveniente da Trapani (Compagnia dei Traghetti), non potrà garantire i consumi nel periodo di maggiore affluenza turistica nei mesi di luglio e agosto e rischia di diventare poco appetibile commercialmente nel periodo invernale; inoltre, gli approvvigionamenti sarebbero soggetti ai guasti e agli inconvenienti dei traghetti di linea;

il Dipartimento regionale siciliano delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti, per supportare i rifornimenti di benzina a Lampedusa, mediante trasporti speciali e non su navi di linea, su richiesta del Comune di Lampedusa, ha fatto organizzare settimanalmente dei viaggi aggiuntivi speciali della nave "Cossyra" da Trapani, sempre con il sostegno di finanziamenti regionali; ogni viaggio consente il trasporto di 2 o 3 autobotti solamente per Lampedusa, con costi notevoli per la Regione e la collettività; questi costi, precedentemente, erano coperti dalla nave dell'Eni Lipari;

un tale modus operandi, a parere dell'interrogante, si configura come un intervento pubblico, volto a minare la concorrenza nel libero mercato tra imprese private, con gravi danni per le altre aziende operanti nel settore;

oltre tutto, la politica del Comune di Lampedusa, per evitare il caro gasolio, non avrebbe portato alcun frutto: infatti, da quando la Regione Siciliana ha istituito la seconda nave merci, i prezzi internazionali del gasolio sono crollati; nonostante il Comune stia ostacolando il rifornimento del vecchio deposito ed il costo del trasporto del gasolio sia estremamente più basso, perché in parte finanziato dai fondi regionali, i prezzi finali applicati dai distributori sono rimasti costanti su tutta l'isola, con l'unico risultato che i distributori locali hanno quasi raddoppiato i loro margini di guadagno,

si chiede di sapere:

se non si ritenga opportuno predisporre un tavolo tecnico con le società operanti nel settore, il sindaco di Lampedusa, la Regione Siciliana, i rappresentanti di Eni e la Capitaneria di porto, al fine di predisporre le soluzioni più adeguate per garantire, senza soluzione di continuità, e nel rispetto delle norme di sicurezza, l'approvvigionamento dei prodotti petroliferi necessari all'isola di Lampedusa, in particolar modo per permettere il funzionamento della centrale elettrica Selis, che più di altri servizi necessita di costante approvvigionamento energetico;

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno attivarsi presso l'Autorità nazionale anticorruzione, affinché verifichi l'operato della Regione Siciliana, i cui finanziamenti pubblici hanno, a parere dell'interrogante, determinato una distorsione delle regole del mercato e della libera concorrenza fra operatori privati;

se non sia il caso di predisporre uno studio economico in merito alla sostenibilità dei costi relativi ai continui viaggi straordinari finanziati per Lampedusa, anche per il trasposto di poche autobotti, e se non sia più opportuno, meno oneroso e più aderente all'interesse pubblico perseguito prevedere in qualche modo l'utilizzo di una nave cisterna di piccole dimensioni e limitato pescaggio, appositamente armata ed attrezzata per il trasporto in assoluta sicurezza di gasolio e benzina, anche in condizioni meteo avverse, che certamente ha ragion d'essere per il rifornimento delle isole Pelagie e per Pantelleria, isole territorialmente più distanti degli altri arcipelaghi siciliani;

se non sia opportuno quantificare l'impatto ambientale, anche in termini di sicurezza delle acque marine, dei continui viaggi di autobotti su traghetti di linea o speciali;

se non ritengano che il continuo trasporto di autobotti sui traghetti di linea non danneggi ulteriormente la mobilità delle persone fisiche da e verso le isole, considerate già le oggettive carenze di collegamenti per Lampedusa e Pantelleria, ed in considerazione delle particolari restrizioni sul numero dei passeggeri vigenti in caso di trasporto di materiali pericolosi a bordo dei traghetti di linea.

(4-06495)