• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01120    premesso che:     il Fondo di solidarietà comunale (Fsc) opera una redistribuzione di parte del gettito Imu dei comuni italiani, andando a creare una perequazione orizzontale...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01120presentato daPARRINI Dariotesto diVenerdì 14 ottobre 2016, seduta n. 692

   La Commissione V,
   premesso che:
    il Fondo di solidarietà comunale (Fsc) opera una redistribuzione di parte del gettito Imu dei comuni italiani, andando a creare una perequazione orizzontale tra gli enti;
    nel 2015, alle amministrazioni comunali veniva prelevato il 38,23 per cento del gettito Imu 2014 stimato al fine di alimentare il Fsc. Parimenti, veniva trasferita una quota di fondo della quale il comune beneficiava. La differenza tra queste due grandezze poteva essere: positiva, nel caso in cui il comune fosse un beneficiario netto di risorse del fondo; negativa, nel caso, il comune fosse un contributore netto del fondo;
    nel 2016, il prelievo della quota Imu dei comuni è diminuito, passando dal 38,23 per cento al 22,43 per cento. Ciò significa che i comuni mantengono maggiori risorse Imu rispetto al 2015 e che il fondo verrà alimentato in misura minore. Pertanto, le risorse che dal fondo saranno trasferite saranno inferiori. Un'ulteriore novità introdotta nel 2016 risiede nel fatto che nel Fsc è compreso anche il ristoro della Tasi sulle abitazioni principali;
    le componenti che determinano il Fsc sono quella del rimborso e quella della perequazione, oltre a quella dell'alimentazione che prevede un'aliquota unica per tutti i comuni;
    per quanto concerne la prima componente, il ristoro riguarda la Tasi sulle abitazioni principali. Vale la pena evidenziare che tali restituzioni riguardano le agevolazioni operate a titolo di Tasi o di Imu per i locatari, per i canoni concordati e per i comodati. Ciò significa che i comuni che hanno ritenuto opportuno effettuare una redistribuzione di parte del gettito, attraverso agevolazioni su rendita catastale, numero di figli e altro, non riceveranno il ristoro di queste cifre. Al contrario, chi non ha operato alcun tipo di agevolazione avrà il ristoro totale. Questa parte di fondo non può, quindi, essere considerata dirimente nel definire quali enti sono contributori o beneficiari netti dell'effetto perequativo del Fsc. Per tale motivazione, è necessario scindere questa componente e analizzare la sola parte perequativa;
    considerando la sola parte di perequazione, i comuni toscani sono dei «contributori netti del Fondo» per circa 161,5 milioni di euro, dove la quota complessiva di alimentazione è pari a circa 192 milioni di euro e la quota trasferita è di 30,4 milioni;
    scendendo al livello comunale si nota come i beneficiari netti siano 100 comuni (il 35,8 per cento), mentre i restanti 179 comuni (il 64,2 per cento) siano dei contributori netti del fondo per la parte perequativa;
    il principio del prelievo risiede, quindi, nel fatto che chi ha un gettito standard alto avrà un prelievo in termini assoluti più alto di chi ha un gettito standard più basso. Questo fondamento regge nella misura in cui le strategie fiscali e le fonti di entrata degli enti sono similari, ma può diventare iniquo se si considera un comune che può avere come principale fonte di entrata l'Imu, tributo che in alcuni casi raggiunge l'80 per cento delle entrate tributarie. Il prelievo può quindi incidere per alte percentuali sulle entrate del comune rispetto ad altri enti dove le risorse provengono anche da altre entrate tributarie (ad esempio addizionale comunale all'Irpef) o extratributarie (ad esempio proventi da multe, proventi da impianti energetici, proventi da discariche, Cosap) che comportano un apporto rilevante di risorse;
    il blocco delle aliquote definito con la legge di stabilità 2016 non permette di compensare tramite lo sforzo fiscale le eventuali difficoltà in termini di risorse correnti;
    la contribuzione netta di alcuni comuni è stata molto pronunciata, tanto da presentare un fondo 2016 negativo anche dopo il ristoro della Tasi. Tale fattispecie in Toscana ha riguardato 29 comuni;
    sebbene tra di essi vi siano località turistiche, parimenti si ritrovano anche comuni non particolarmente dediti al turismo e che sono penalizzati dall'operare del fondo. La costa toscana non riflette solo la realtà balneare e turistica, ma anche e soprattutto quella di una zona dove la crisi economica ha ulteriormente peggiorato un contesto economico e lavorativo da anni in difficoltà. Si sono succedute le chiusure di importanti realtà produttive costiere a cui si sono unite crisi di comparto come quella del marmo-lapideo, della cantieristica portuale e del manifatturiero siderurgico. Ciò ha ovviamente avuto un forte impatto anche per le amministrazioni comunali da un punto di vista delle entrate;
    basando il proprio prelievo prettamente sull'Imu, questi enti vedono incidere la quota Imu di alimentazione del fondo e la parte perequativa (che nel loro caso è negativa) per percentuali al di sopra del 20 per cento delle entrate proprie al netto della Tari, con punte del 40 per cento nei loro bilanci di previsione 2016;
    le 29 amministrazioni comunali traggono ampia parte delle loro entrate dall'imposizione sull'immobiliare e non sono identificati necessariamente come enti «ricchi» o che possono contare su potenziali non utilizzati di entrata,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative normative finalizzate ad una revisione del meccanismo di prelievo e, soprattutto, di perequazione del fondo di solidarietà comunale che consideri l'effettiva ricchezza e capacità contributiva dell'ente e che non si basi esclusivamente sulla base imponibile dell'Imu;
   a valutare la possibilità, di assumere iniziative, per quanto attiene alle difficoltà dei 29 comuni toscani, per disporre una diminuzione del 50 per cento alla parte perequativa negativa al fine di poter redigere i bilanci di previsioni 2017, in attesa che una revisione dei meccanismi del fondo permetta di poter contribuire alla solidarietà comunale nei limiti della sostenibilità finanziaria del bilancio, considerato che in termini assoluti l'ammontare del 50 per cento della parte perequativa sarebbe pari, utilizzando le risultanze del fondo 2016, a 24,4 milioni di euro.
(7-01120) «Parrini, Fanucci».