Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/06483 DE POLI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:
da fonti di stampa si apprende che le banche venete passate sotto la gestione del fondo "Atlante" e attualmente in...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-06483 presentata da ANTONIO DE POLI
mercoledì 12 ottobre 2016, seduta n.698
DE POLI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:
da fonti di stampa si apprende che le banche venete passate sotto la gestione del fondo "Atlante" e attualmente in evidente crisi di ricavi, a causa delle cattive gestioni passate e del deterioramento della loro immagine sul mercato, stanno decidendo, in queste ore, se dare avvio al licenziamento di 2.500 dipendenti in esubero;
nei 14 principali gruppi bancari italiani, i piani industriali negli ultimi 10 anni sono cambiati o sono stati aggiornati in media 3,5 volte, media che sale a 4, se si considerano i 5 maggiori gruppi creditizi, Intesa, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Ubi. Una rivoluzione permanente che, secondo alcune recenti analisi, dal 2013 al 31 marzo 2016 ha portato all'uscita dai gruppi bancari italiani 11.988 lavoratori e altri 16.109 sono pronti a farlo entro il 2020, in base agli accordi sindacali sugli ultimi piani industriali. Di questi, 8.928 sono potenzialmente prepensionabili;
il fondo di solidarietà continua, pertanto, ad essere a pieno titolo il punto di riferimento per le banche, ai fini dell'attuazione di programmi aziendali di riconversione e riqualificazione professionale, di sostegno dell'occupazione e del reddito, rappresentando, da oltre un decennio, lo strumento di cui le banche si avvalgono per gestire, senza tensioni sociali, né oneri per la collettività, le eccedenze di personale derivanti da processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale;
il risanamento delle banche venete non si raggiunge con effimeri e improduttivi risanamenti di facciata, mediante il ricorso ai licenziamenti, bensì adottando iniziative lungimiranti di riconversione professionale, che producano nuove fonti di ricavo, che restituiscano al territorio nuovo reddito sociale;
si potrebbe a giudizio dell'interrogante valutare di trasferire al fondo esuberi il contributo di solidarietà da 200 milioni che le banche girano al fondo Naspi, allungando lo scivolo già deciso a maggio 2016 per decreto dal Governo,
si chiede di sapere:
se non sia nelle intenzioni del Governo di valutare l'opportunità, in tempi brevi, di estendere l'operatività del fondo di solidarietà a sostegno dei lavoratori delle banche popolari venete, in particolare incrementandone la dotazione ed allungando la durata del fondo interbancario di solidarietà per il sostegno al reddito, atteso che tali istituti sono da sempre un punto di riferimento sul territorio e un sostegno imprescindibile per piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, liberi professionisti e famiglie, al fine di scongiurare una decisione che avrebbe un impatto sociale notevole su migliaia di lavoratori;
se non ritenga di valutare, altresì, la possibilità di allungare la permanenza dei lavoratori stessi nel fondo esuberi, soluzione che consentirebbe di avviare a definitiva chiusura il problema delle eccedenze di personale nei prossimi 3 anni.
(4-06483)