• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00204 Il Senato, udite le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre 2016, premesso che: nella prossima riunione del 20 e...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00204 presentata da PAOLO ROMANI
mercoledì 12 ottobre 2016, seduta n.698

Votata per parti separate. Approvata la parte evidenziata in neretto; respinta la restante parte.
Il Senato,
udite le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre 2016,
premesso che:
nella prossima riunione del 20 e 21 ottobre 2016, il Consiglio europeo discuterà gli ultimi sviluppi del fenomeno migratorio e gli orientamenti necessari al suo approccio globale; affronterà le questioni commerciali e, in particolare, il futuro della politica commerciale dell'UE; con riferimento alle relazioni esterne, terrà un dibattito orientativo sulle relazioni con la Russia;
il tema delle migrazioni continua a imporsi sugli altri presenti nell'agenda politica dei Paesi membri permanendo le difficoltà interne all'Unione a trovare una politica comune di gestione dei flussi in entrata, difesa dei confini e di accoglienza;
il primo ministro ungherese Viktor Orban, all'indomani del mancato raggiungimento del quorum per il referendum voluto dallo stesso con il quale si chiedeva ai cittadini se accettare o meno la quota di richiedenti asilo assegnata all'Ungheria secondo il piano di distribuzione previsto dall'Unione europea per la gestione della crisi migratoria dell'ultimo anno, ha annunciato un'iniziativa di modifica della Costituzione per riaffermare il divieto di accoglienza di cittadini stranieri in Ungheria senza l'approvazione del Parlamento;
l'instabilità politica che colpisce i Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa e l'emergenza umanitaria che ne consegue comporta che la pressione migratoria verso la sponda Sud dell'Unione europea non è destinata a diminuire. Nel 2015 secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) sono giunti in Europa, via mare, 1.014.836 persone, uomini, donne, bambini;
resta fondamentale la necessità di distinguere tra rifugiato/richiedente asilo (chi temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, cerca di trovare protezione in altro Paese), profugo (chi lascia il proprio Paese a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi naturali) e migrante economico (chi emigra da uno Stato ad un altro alla ricerca di un'occupazione che possa migliorare le condizioni economiche e quindi il tenore di vita personale);
nella gestione dei flussi in entrata nel nostro Paese va rilevato il profilo della sicurezza e del contrasto e prevenzione della minaccia terroristica di matrice islamica e quello del costo della gestione del forte flusso di immigrati irregolari, che raggiungono l'Italia per ragioni economiche (migranti economici);
considerato che:
con riferimento alle relazioni esterne e, in particolare, con la Federazione Russa,
da marzo 2014, in seguito all'annessione della penisola della Crimea alla Federazione Russa e al controverso ruolo di Mosca a supporto dei movimenti separatisti ucraini in occasione dell'abbattimento del volo civile malese in territorio ucraino, la comunità internazionale, specialmente Stati Uniti ed Unione europea, ha deciso per l'adozione e la graduale estensione di sanzioni di natura economica riguardanti gli scambi commerciali con la Federazione Russa in settori economici specifici (limitazioni all'accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell'Unione europea; divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi; limitazione all'accesso della Federazione Russa a determinati servizi e tecnologie sensibili );
l'Unione europea (il Consiglio) ha inoltre:
- sostenuto la sospensione dei negoziati relativi all'adesione della Federazione Russa all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e all'Agenzia internazionale per l'energia (IEA);
- disposto il congelamento dei beni e il divieto di viaggio a cittadini e persone giuridiche russe e ucraine in quanto ritenute responsabili di azioni che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina;
- disposto il congelamento dei beni di persone riconosciute responsabili dell'appropriazione indebita di fondi statali ucraini;
- deciso che le riunioni del G8 continuino nell'ambito del processo del G7;
come contromisura alle sanzioni occidentali, la Federazione Russa ha disposto, il 6 agosto 2014, il divieto per l'importazione di prodotti agricoli e generi alimentari provenienti da Unione europea, Stati Uniti, Norvegia, Canada ed Australia;
nel 2014 gli investimenti diretti nella Federazione Russa sono crollati drasticamente da 69 miliardi di dollari a 21;
l'Italia, dopo la Germania, è il primo partner commerciale della Federazione Russa;
all'Italia le limitazione sul commercio con al Federazione Russa hanno determinato un disavanzo di oltre 3 miliardi di euro;
nella riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER) del 9 dicembre 2015, il Governo italiano aveva posto il veto sul rinnovo automatico di sei mesi in sei mesi delle sanzioni alla Federazione Russia e aveva chiesto una discussione politica ampia sui rapporti strategici fra la stessa e l'Unione Europea, al di là del ruolo della Federazione Russa nella crisi ucraina;
la discussione politica ha fatto emergere la volontà dei Paesi dell'Unione europea di non far venire meno le sanzioni finché necessarie, e di non interrompere il dialogo con la Federazione per salvaguardare i rapporti di amicizia, non solamente tra Unione europea e Federazione Russa, ma anche tra questa e i singoli Paesi dell'Unione europea;
la proroga delle sanzioni è stata, quindi, approvata nella successiva riunione del Consiglio del 21 dicembre 2015. In quella occasione nessun Governo si è avvalso del diritto di veto che avrebbe determinato la loro non adozione;
il 17 giugno 2016 il Consiglio ha prorogato tali misure fino al 23 giugno 2017;
in risposta all'iniziativa europea, il decreto del Governo della Federazione Russa n. 608 del 30 giugno 2016 proroga sino al 31 dicembre 2017 l'embargo nei confronti di determinate tipologie di prodotti alimentari di origine Unione europea e di altri Paesi, che avrebbe dovuto terminare il 5 agosto 2016. I prodotti sono: carni bovine fresche, refrigerate o congelate; carni suine fresche refrigerate o congelate; carni e frattaglie di pollame fresche refrigerate o congelate; carne salata, seccata o affumicata; pesce vivo (esclusi salmo salar e salmo frutta); pesce, crostacei, molluschi ed altri invertebrati acquatici; latte e prodotti lattiero-caseari (esclusi il latte ed i prodotti senza lattosio); ortaggi, radici e tuberi (esclusi patate da seme, cipolle da seme, mais ibrido e piselli per semina) frutta fresca e secca; salsicce, salami e prodotti simili, di carne, di frattaglie o di sangue; preparazioni alimentari a base di tali prodotti; preparazioni alimentari, inclusi formaggi e caglio, a base di grassi vegetali e/o contenenti latte;
il settore agricolo e delle carni non è l'unico ad essere colpito dalle sanzioni decise dalla Federazione Russa. Il Governo russo ha infatti anche disposto il divieto di acquisto di tessuti, calzature e capi di abbigliamento di produzione straniera da parte di istituzioni pubbliche e di enti soggetti a controllo pubblico;
ricordato inoltre che:
i Capi di Stato e di Governo partecipanti al vertice NATO di Varsavia dell'8 e 9 luglio 2016 hanno ribadito nella dichiarazione finale "[...] Siamo impegnati a una soluzione pacifica del conflitto nell'Ucraina orientale, [....]. Ciò richiederà la piena attuazione degli accordi di Minsk sulla base di un completo cessate il fuoco e di un ritiro delle armi verificato a livello internazionale. Esortiamo tutti i firmatari a rispettare pienamente gli impegni sottoscritti. [....].";
si susseguono si da parte ucraina che russa le accuse sulla mancata applicazione degli Accordi di Minsk II del 12 febbraio 2015 dimostrandone così la fragilità;
la Federazione Russa ha ripetutamente lamentato un rafforzamento delle forze NATO a ridosso dei propri confini. Si registra infatti una maggiore presenza militare della NATO nell'Europa Orientale, a ridosso dei confini con la Federazione Russa (costruzione del sistema di difesa antimissile presso Redzikowo, in Polonia; scudo missilistico Aegis Ashore a Deveselu, in Romania);
ricordato che:
con riferimento al commercio,
gli Stati Uniti hanno promosso due accordi internazionali: il TPP (Partenariato Trans-Pacifico), con l'Australia, il Brunei Darussalam (Dimora della pace), il Canada, il Cile, il Giappone, la Malesia, il Messico, la Nuova Zelanda, il Perù, singapore e il Vietnam, e il TTIP (Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti), con l'Unione europea;
è opportuno che il Parlamento italiano abbia contezza di ciò che l'entrata in vigore del TTIP comporterà per il nostro Paese da un punto di vista delle politiche commerciali e della tutela della salute, se è vero che:
- l'Italia acquista dagli Stati Uniti 806 milioni di euro di prodotti agroalimentari, di cui circa i 2/3 riconducibili a beni agricoli;
- il saldo commerciale dei beni alimentari è positivo e superiore a 2,5 miliardi di euro, mentre quello agricolo sarebbe negativo per oltre 452 milioni di euro. Nello specifico, il saldo è negativo per commodity come cereali e soia;
- studi d'impatto hanno stimato che a una riduzione del 25 per cento delle barriere non tariffarie, accompagnata dall'azzeramento di quelle tariffarie, corrisponderebbe una crescita dei volumi scambiati tra i due player superiore al 40 per cento;
- con il TPP in vigore senza il TTIP i grandi produttori di commodities guadagnano quote di mercato globale;
- le proposte del Governo statunitense includono un obbligo dell'Unione europea di informare anticipatamente di ogni nuova regolamentazione in anticipo affinché le imprese statunitensi possano, al pari delle imprese europee, di partecipare, con attività di lobbying, al processo di legislazione dell'Unione europea;
- verrebbe meno l'efficacia dell'articolo 20 dell'Accordo generale sulle tariffe ed il commercio (GATT), valido per l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che contiene la disciplina generale delle eccezioni che possono essere invocate dallo Stato per il perseguimento di politiche, che pur comportando restrizioni al commercio in contrasto con l'accordo, sono ritenute meritevoli di tutela. Ovvero verrebbe meno il principio di precauzione, cioè delle misure necessarie per la protezione di salute, vita delle persone, degli animali e dei vegetali; conservazione delle risorse naturali esauribili;
con riferimento alla produzione e al commercio di prodotti agricoli, la quantità di esportazioni di prodotti cerealicoli da parte dell'Unione Europea e degli Stati Uniti sono collocati ad un livello simile, ciascuna pari, in media, a circa il 18 per cento del commercio globale. Entrambi dovranno probabilmente affrontare in futuro la concorrenza di prezzi competitivi provenienti dalle spedizioni dal Mar Nero (Kazakistan, Russia e Ucraina). Guidato dalla Russia e dall'Ucraina, la quota del Mar Nero sul commercio mondiale è attesa al 29 per cento nel 2020-21, contro una media del 24 per cento nei cinque anni sino al 2015-16;
il made in Italy, inteso non solamente come produzione localizzata nel nostro Paese, ma come percezione del prodotto nel suo insieme, rappresenta un asset che ha notevoli potenzialità: se il made in Italy fosse un brand sarebbe il terzo marchio più noto al mondo dopo Coca-Cola e Visa card;
numerose sono le imprese Italiane di prodotti alimentari di eccellenza con forte appeal sul consumatore e con marchi noti, acquisite da imprese o gruppi esteri, in larga parte europei;
è importante che il made in Italy rimanga un brand delle imprese Italiane. La presenza sul mercato internazionale dei prodotti italiani, permette di rafforzare la catena produttiva in Italia a beneficio dell'occupazione. Minori vendite di un prodotto comportano necessariamente una riorganizzazione aziendale e una contrazione della sua pianta organica;
tutto ciò premesso:
impegna il Presidente del Consiglio dei ministri a porre all'attenzione del Consiglio europeo richieste all'Unione europea finalizzate,
:
nell'ambito del problema delle migrazioni:
1) alla predisposizione di piani di azione di Piani di intervento nelle aree di depressione economica sulla base dei principi enunciati nel vertice dell'Unione europea de La Valletta del 2015;
2) alla predisposizione di misure urgenti volte a bloccare i flussi degli immigrati alla partenza, anche mediante la creazione di centri di prima accoglienza nei Paesi del Nord Africa per provvedere in quei luoghi alla distinzione fra profughi ed immigrati economici;
3) alla promozione di tutte le azioni necessarie presso l'ONU e il Governo libico per il passaggio alla seconda parte della fase II di EUNAVFORMED, che permette l'ingresso nelle acque territoriali libiche, e alla fase III che permette azioni direttamente sulle coste per la distruzione delle basi logistiche dei trafficanti di esseri umani;
4) a proseguire nella promozione di accordi bilaterali con i Paesi di origine al fine di ridurre i flussi illegali e accrescere i rimpatri;
5) a ribadire la necessità di rivedere le clausole del Regolamento di Dublino III per coinvolgere tutti gli Stati dell'Unione europea nella gestione dei richiedenti asilo e dei migranti che varcano i confini europei, in particolare nelle attività di accoglienza e di identificazione, superando l'attuale principio del "Paese di primo approdo";
6) alla revisione delle strategie esistenti in materia di flussi migratori irregolari e alla elaborazione di nuovi programmi finalizzati alla prosecuzione nel supporto agli Stati che si trovano in prima linea;
7) ad impegnarsi per la rapida attuazione del Corpo di polizia delle frontiere e della Guardia costiera europea finalizzata al potenziamento dei controlli alle frontiere esterne, terrestri e marittime, nelle rotte usate dai migranti non regolari per fare ingresso nell'Unione europea;
8) a garantire un reale sostegno agli Stati membri, soprattutto a quelli di confine, maggiormente esposti alle rotte dei flussi irregolari;
9) ad assumere iniziative volte a individuare soluzioni concrete delle specifiche problematiche dei minori stranieri non accompagnati;
10) ad assicurare la piena attuazione delle nuove politiche per la gestione delle frontiere esterne, con particolare riferimento agli hotspot, al fine di rispondere alle regole europee sull'identificazione dei migranti, sull'obbligo di identificazione, registrazione e rilevamento delle impronte digitali e fotografiche in maniera sistematica e completa, e adottando misure per contrastare il rifiuto di registrazione finalizzate anche alla prevenzione dell'infiltrazioni terroristiche;
nell'ambito delle politiche economiche e commerciali transatlantiche:
1) ad avviare un processo che consenta il maggior coinvolgimento del Parlamento possibile nella valutazione degli aspetti divulgabili relativi agli ambiti di applicazione, e di esclusione, del Transatlantic trade and investment partnership (TTIP);
nell'ambito delle relazioni esterne, nel dibattito orientativo sulle relazioni con la Russia:
1) ad adoperarsi per una riflessione approfondita sulle ripercussioni economiche e politiche che le sanzioni applicate dall'Unione europea, e le misure adottate come conseguenza dalla Federazione Russa, hanno sino ad ora causato nei rapporti bilaterali e su quali siano le condizioni e le azioni idonee a favorire, nel contesto europeo, la normalizzazione delle relazioni con la Federazione Russa;
2) considerato che le suddette sanzioni, da un lato, e le misure di embargo adottate dal Governo della Federazione Russa, dall'altro, destano forte preoccupazione per le conseguenze che determinano nelle relazioni economiche fra l'Italia e la Russia, pregiudicando altresì le prospettive di future collaborazioni, ad intraprendere, con la massima urgenza, tutte le azioni idonee a favorire la normalizzazione delle relazioni diplomatiche, nonché concrete iniziative finalizzate alla revoca delle sanzioni e al ripristino delle transazioni commerciali con la Russia;
nell'ambito dei rapporti con l'Ucraina:
1) a valutare la possibilità di sostenere la necessità di attivare azioni diplomatiche da parte dell'Unione europea che possano contribuire a creare un nuovo slancio politico, in particolare sotto gli auspici dell'OSCE, al fine di garantire la pacificazione dell'intero territorio ucraino e di giungere ad una soluzione politica sostenibile che non produca tensioni con la Federazione Russa, nel rispetto dell'indipendenza e della sovranità dell'Ucraina.
(6-00204)
Paolo ROMANI, MINZOLINI, CARRARO, MALAN, GALIMBERTI, Mariarosaria ROSSI, GASPARRI, SERAFINI, ZUFFADA.