• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/09789    i lavoratori dello stabilimento IMT di Casalecchio di Reno (BO), azienda facente parte del gruppo Paritel di Castel Maggiore (BO) che dà lavoro a 219 persone, qualche giorno fa erano...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09789presentato daFABBRI Marilenatesto diLunedì 17 ottobre 2016, seduta n. 693

   FABBRI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   i lavoratori dello stabilimento IMT di Casalecchio di Reno (BO), azienda facente parte del gruppo Paritel di Castel Maggiore (BO) che dà lavoro a 219 persone, qualche giorno fa erano scesi in sciopero ad oltranza, fermando di fatto la produzione, dopo l'esito negativo dell'incontro tra la nuova proprietà e i sindacati che si è tenuto ad Alessandria il 30 settembre 2016;
   il gruppo Paritel, come si evince dall'atto di sindacato ispettivo n. 5-09134, cofirmato anche dall'interrogante, ha messo in vendita anche altre aziende di cui è proprietaria, come la Demm di Porretta T. e la Cevolani di San Lazzaro, contribuendo ad uno smantellamento dei siti produttivi e ad un profondo depauperamento di posti di lavoro dalla montagna alla pianura del comprensorio bolognese;
   le proposte della nuova proprietà italo-cinese che intende ridurre da 210 a 90 i dipendenti ed in particolare da 50 a 10 quelli di Casalecchio non sono state ovviamente accettate dai sindacati. La trattativa quindi è ferma;
   le posizioni del nuovo acquirente sono ancora troppo distanti da quelle dei sindacati e situazione è anche complicata dal fatto che i tre stabilimenti vengono da storie e situazioni socio-economiche diverse. Ad esempio, lo stabilimento di Cassine è in una posizione che ricorda molto quella Demm di Porretta, cioè sono entrambe realtà in cui la sparizione della ditta provocherebbe un forte contraccolpo all'economia della zona. Va peraltro detto che, se i piemontesi rischiano un forte ridimensionamento, lo stabilimento di Casalecchio rischia la chiusura;
   sulla trattativa incombe, infatti, una data inderogabile. Il 7 novembre 2016, infatti, scadrà il termine della amministrazione straordinaria. Se non si troverà un accordo entro tale giorno, il gruppo IMT dovrà per forza di cose dichiarare il fallimento ed in questo modo i dipendenti in primis rischierebbero di perdere molte delle competenze ad ora congelate dall'amministrazione straordinaria. Dall'8 novembre 2016 i dipendenti sarebbero di fatto licenziati;
   il 20 ottobre 2016 è previsto al Ministero dello sviluppo economico un incontro tra le parti e l'interrogante auspica una mediazione da parte del Ministero per convincere il nuovo acquirente ad una condizione più ragionevole per l'acquisto della società e per la gestione dei dipendenti;
   sarebbe auspicabile, non solo operare per una «riduzione del danno» il più ampia possibile, ma anche ragionare sulla proposta di ammortizzatori sociali per permettere ai dipendenti di avere almeno altri due anni di liquidità garantiti, in modo che alcuni di loro possano raggiungere l'età pensionabile in regime di mobilità ordinaria –:
   cosa intenda fare per evitare il progressivo smantellamento di tale realtà industriale con evidenti ricadute sia sul tessuto occupazionale che produttivo, e quali ammortizzatori sociali si intendano attivare. (5-09789)