• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00116 GAMBARO - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Considerato che: il piano attuativo n. 04, "macroarea centro storico", adottato dal Comune di Gubbio (Perugia)...



Atto Senato

Interpellanza 2-00116 presentata da ADELE GAMBARO
giovedì 30 gennaio 2014, seduta n.180

GAMBARO - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Considerato che:

il piano attuativo n. 04, "macroarea centro storico", adottato dal Comune di Gubbio (Perugia) con atto n. 37 del 10 settembre 2013 interessa l'edificio cosiddetto "Logge dei Tiratori";

le logge dei Tiratori, andando oltre gli elementi propri che fanno di questo compendio immobiliare una testimonianza unica della storia e dell'architettura della città, di cui la chiesa detta "dei Bianchi" è parte integrante, costituiscono, per dimensione e collocazione, il vero e proprio proscenio della parte monumentale collocata nella parte centrale del centro storico;

l'ampio spazio antistante, l'ex foro boario, il largo della piazza 40 Martiri, dilata ulteriormente questa caratteristica esasperandone, se così si può dire, la sua importanza nella definizione dell'aspetto e del panorama urbano;

in sintesi, le logge, evidentemente non progettate né in quanto tali né nella loro ubicazione a tal fine, sono la vera e propria porta di ingresso alla parte monumentale più rappresentativa di Gubbio, finendo per essere parte integrante ed indispensabile di questa;

gli eugubini sentono "loro" e vivono con familiarità le logge, non per la loro storia, ma perché la convivenza ha portato ogni eugubino a "fare l'occhio" con un edificio così "ingombrante";

le logge sono "ingombranti" nella loro dimensione spaziale, ma "leggere" grazie ad un loggiato snello, non appesantito da elementi decorativi, essenziale in quanto definito soltanto dai suoi elementi strutturali, pilastri sottili che devono sostenere una copertura costituita dai soli elementi funzionali;

inoltre non costituiscono un diaframma visivo da e verso il resto del centro storico semplicemente perché sono "aeree", nella loro essenzialità strutturale, sono "aperte", sono un proscenio, non un sipario;

considerato che:

la rilevanza del progetto avrebbe dovuto consigliare una maggior cautela nell'approccio alla proposta di riuso avanzata, di evidente valenza urbanistica;

questo aspetto, la rilevanza urbanistica dell'atto da adottare, era ed è particolarmente delicato nel momento in cui anche le funzioni del Consiglio comunale sono affidate ad una persona sola, il commissario prefettizio;

è del tutto evidente che, se gli organismi democratici elettivi fossero stati in essere, il piano attuativo sarebbe stato sottoposto al normale confronto e dibattito, che, attraverso le dinamiche democratiche, avrebbe coinvolto la città, quella interessata a capire ed esprimere il proprio parere in merito;

il soddisfacimento di una questione di opportunità avrebbe dovuto suggerire l'apertura di un confronto pubblico sul progetto con il coinvolgimento dei cittadini, delle categorie, delle professioni, illustrandone contenuti e finalità, proponendo piani di lettura e sapendo ascoltare, per accogliere o confutare, piani di lettura diversi del progetto, e cioè una questione di così alta rilevanza meritava di non essere trattata come una ordinaria pratica edilizia;

le stesse argomentazioni quali gli introiti che deriverebbero al Comune, le economie che verrebbero riversate sulle imprese in questa fase di recessione economica, l'utilità pubblica e, per ultimo ma non ultimo, il fatto che l'intervento sull'immobile sia stato preventivamente autorizzato dall'ufficio periferico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dovevano essere sottoposte al confronto democratico che ne avrebbe valutato la rilevanza, la priorità e l'insindacabilità;

sotto questo aspetto appaiono condivisibili le considerazioni espresse sul progetto dalle associazioni "Italia nostra" e "Terra mater", così come gli inviti rivolti agli enti di riconsiderare e ritornare sui pareri e le autorizzazioni date al fine di sollecitare ulteriori riflessioni prima della definitiva approvazione del piano attuativo del progetto, che, così come configurato, potrebbe rappresentare una forte manomissione dell'edificio e dell'aspetto complessivo della città di Gubbio,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non voglia valutare la possibilità che venga, mediante un adeguato intervento normativo, nell'ambito delle proprie competenze, annullato il procedimento che ha portato all'adozione del piano attuativo, in quanto la procedura adottata è in contrasto con la legge regionale n. 11 del 2005, artt. 23 e 24, al fine di coinvolgere l'assemblea comunale, subordinando un'eventuale sua riproposizione, a una vera e propria fase partecipativa che consenta a tutte le espressioni della città di conoscere, valutare ed eventualmente esprimersi consapevolmente su questo progetto di così alta rilevanza per la città di Gubbio.

(2-00116)