• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/14604    nel comune di San Felice a Cancello (Ce) lungo via Polvica, ai piedi dei massicci calcarei permeabili mesozoici delle colline di Cancello, all'interno di una vasta area alberata, sorgono...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14604presentato daDI MAIO Luigitesto diVenerdì 21 ottobre 2016, seduta n. 696

   LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   nel comune di San Felice a Cancello (Ce) lungo via Polvica, ai piedi dei massicci calcarei permeabili mesozoici delle colline di Cancello, all'interno di una vasta area alberata, sorgono le sorgenti sulfuree del «Mefito» o della «Mofeta», identificate catastalmente alla sezione A del N.C.E.U., foglio n. 7, particelle nn. 5027-5028, intestate al Demanio dello Stato opere di bonifica;
   le cinque polle di acqua sulfurea, attive durante i mesi estivi quando danno origine a un torrente stagionale, costituiscono un sito di particolare interesse geoarcheologico e paesaggistico-ambientale;
   consacrate alla dea Mefite, divinità italica legata al culto della acque, le sorgenti del Mefito a San Felice a Cancello (Ce) furono conosciute e apprezzate per i benefici curativi già in epoca romana e medievale;
   nel 1822 il governo borbonico fece recintare l'area delle sorgenti con un muro in tufo allo scopo di proteggere il sito e utilizzare le acque per l'irrigazione dei terreni: contestualmente progettò una serie di canali per approvvigionare il real sito di Carditello;
   nel 1849 Tommaso Enrico d'Aquino principe di Caramanico progettò nelle «bocchette del Mefito» che «rendevano 36 palmi cubi di acqua ogni minuto secondo» un impianto di macchine idrauliche e iniziò il cavamento dei canali ostruiti e la sistemazione dell'area;
   note da secoli a storici, archeologi, geologi, architetti, cartografi, italiani e europei, le sorgenti sulfuree del Mefito sono state attentamente studiate e pubblicate da Pirro Ligorio e Ambrogio Leone (XVI secolo), Filippo Cluverio, Camillo Pellegrino e Giovanni Jansonio (XVII secolo), Gianstefano Remondini, Francesco Maria Pratilli, Domenico Romanelli, Nicolò Lettieri (XVIII secolo); Francesco Sacco, Bartolomeo Grasso, Gaetano La Pira e Gaetano Caporale (XIX secolo), Francesco Verneau (1907), mentre in tempi recenti si sono occupati del sito geoarcheologico Pietro Celico (1980), Mariavittoria Antico Gallina (2004), Flavia Calisti (2005) e Giuseppe Magliocca (2006, 2011) che ne ha registrato una significativa ripresa dopo un periodo di inattività dovuto a fattori naturali come la riduzione delle piogge e l'abbassamento delle falde acquifere;
   oggi il sito delle sorgenti del Mefito, dopo la ripresa dell'attività di scaturigine a 15o C con portata 510 l/s, ha riguadagnato la sua antica suggestione grazie anche alle incrostazioni calcaree che circondano le pozze dove un tempo era possibile fare bagni termali, ammirando le particolari formazioni con i caratteristici depositi creati dalle acque sgorganti, ricche di acido solforico e carbonato di calcio –:
   quali provvedimenti amministrativi e/o altre iniziative siano stati adottati dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Caserta e Benevento per la tutela dell'area delle sorgenti sulfuree del Mefito ricadenti nel comune di San Felice a Cancello (Ce);
   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere con urgenza le iniziative di competenza per la dichiarazione «di notevole interesse pubblico» allo scopo di salvaguardare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del sito, la singolarità geoarcheologica e la memoria storica;
   se il Ministro interrogato non ritenga di illustrare i progetti in corso o in cantiere per il restauro e la valorizzazione delle sorgenti sulfuree del «Mefito» e nel comune di San Felice Cancello (Ce).
   (4-14604)