• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01126    premesso che:     in Italia, il settore del tabacco rappresenta una realtà agricola e industriale molto importante: il nostro Paese detiene, infatti, il primato di produzione...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01126presentato daROMANINI Giuseppetesto diVenerdì 21 ottobre 2016, seduta n. 696

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    in Italia, il settore del tabacco rappresenta una realtà agricola e industriale molto importante: il nostro Paese detiene, infatti, il primato di produzione di tabacco in Europa e la tabacchicoltura interessa circa 50.000 lavoratori nel ciclo della produzione agricola, della prima trasformazione e del relativo indotto, nonché circa 3.000 aziende agricole;
    il settore produttivo del tabacco risulta fortemente concentrato in determinate regioni (il distretto dell'Alta Valle del Tevere in Umbria, la Toscana, il Veneto e la Campania), rappresentando per alcune di esse una delle principali risorse economiche e una significativa fonte di occupazione;
    negli ultimi dieci anni la tabacchicoltura italiana ed europea hanno subito una radicale riforma della politica di settore nell'ambito della politica agricola comune (PAC), passando da un sostegno tra i più elevati ad un vero e proprio divieto di ogni forma di aiuto finalizzato alla coltura del tabacco: il mantenimento della coltivazione in Italia è, dunque, da attribuire a un insieme di azioni coordinate e complementari messe in atto sia dalle istituzioni che dall'intero sistema tabacchicolo nazionale;
    in questo contesto, risulta rilevante l'impegno assunto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e dalle regioni per dare garanzia commerciale ai tabacchicoltori, attraverso la stipula di accordi con le manifatture internazionali per assicurare l'acquisto del prodotto italiano, come ad esempio l'intesa programmatica sottoscritta nel 2005 con Japan Tobacco International per l'acquisto di tabacco italiano ed il supporto alla filiera, intesa rinnovata nel 2011 e, da ultimo, il 5 ottobre 2016;
    un impegno, quello del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e delle multinazionali, che ha permesso ai tabacchicoltori di continuare ad investire nella coltivazione, raccolta e prima lavorazione del tabacco – che coinvolge circa 2.000 addetti per anno – e a garantire una produzione costante nel tempo;
    grazie a questi accordi si è generato un circolo virtuoso che consente ai tabacchicoltori di allocare anche all'estero una parte del tabacco prodotto in Italia, con un impatto positivo per lo sviluppo socio-economico delle aree interessate alla coltivazione;
    gli accordi commerciali siglati nel 2012 tra la manifattura e il Consorzio Tti (Trasformatori tabacco Italia) hanno tra l'altro favorito, nel distretto dell'Alta Valle del Tevere, la diffusione di best practices agricole a basso impatto ambientale, che si sono affermate come un modello di efficienza: dal 2012 ad oggi, infatti, più del 41 per cento del fabbisogno energetico annuale per la produzione di tabacco è stato coperto dall'impiego di fonti rinnovabili (fotovoltaico, il 9,78 per cento, biomasse, 17,8 per cento, cippato, il 14,16 per cento); inoltre, il tabacco umbro è stato tra le prime colture a utilizzare un sistema di tracciabilità di filiera – introdotta con un progetto pilota nazionale finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – basato sulla gestione informatizzata di tutte le operazioni di campagna;
    alla luce del quadro finora tracciato, è evidente che il ridimensionamento in Italia della coltivazione del tabacco può generare, a livello territoriale, costi economici e sociali molto più alti di quelli che possono apparire ad una analisi poco approfondita;
    l'adozione di politiche restrittive in sede europea e l'eventuale introduzione anche in Italia – come sta accadendo in Francia, Inghilterra, Irlanda e Slovenia – del cosiddetto «pacchetto generico», rischierebbero di annullare gli effetti positivi generati in questi anni dalla virtuosa collaborazione tra istituzioni, settore produttivo e manifattura, favorendo una crescita esponenziale di prodotti contraffatti e di vendite illegali, con conseguenze negative anche sulla tenuta del gettito erariale,

impegna il Governo:

   ad assicurare il pieno sostegno allo sviluppo del settore tabacchicolo italiano, ribadendo, in coerenza con quanto fatto finora in sede europea e internazionale, la posizione italiana di contrarietà a politiche di settore eccessivamente restrittive, come ad esempio il «pacchetto generico»;
   ad assumere iniziative in vista della revisione parziale della politica agricola comune del 2017, per ottenere la riapertura del dossier tabacco che è stato immotivatamente discriminato nei confronti degli altri comparti agricoli come unico prodotto agricolo contemplato dall'allegato 2 del trattato di Roma che non accede ad alcun aiuto europeo;
   a garantire, per quanto di competenza, lo svolgimento delle attività previste dagli accordi sottoscritti tra Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e manifatture internazionali affinché sia assicurato un monitoraggio costante dei progressi e delle iniziative relative alla sostenibilità della filiera tabacchicola e lo sviluppo di buoni standard agricoli, considerato che, nel mercato globale, il tabacco italiano può riuscire a competere solamente raggiungendo e mantenendo un elevato standard qualitativo.
(7-01126) «Romanini, Sani, Galperti, Oliverio, Parrini, Capozzolo, Cova, Sgambato, Prina, Dal Moro, Mongiello, Palma, Carra, Cuomo, Donati, Cenni, Amato, Patrizia Maestri, Paolo Rossi, Terrosi, Ascani, Albanella, Bossa, Falcone».