• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.7/00281 esaminata, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas a effetto...



Atto Senato

Risoluzione in Commissione 7-00281 presentata da GIANPIERO DALLA ZUANNA
mercoledì 26 ottobre 2016, seduta n.266

La 13ª Commissione permanente del Senato,
esaminata, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas a effetto serra a carico degli Stati membri nel periodo 2021-2030 per un'Unione dell'energia resiliente e per onorare gli impegni assunti a norma dell'Accordo di Parigi e recante modifica del regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ad un meccanismo di monitoraggio e comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra e di comunicazione di altre informazioni in materia di cambiamenti climatici;
considerato che la proposta stabilisce gli obiettivi annuali nazionali di riduzione dei gas a effetto serra nei settori non coperti dal sistema ETS, in linea con l'obiettivo fissato dal Quadro 2030 per l'energia e il clima (riduzione del 30 per cento rispetto ai valori del 2005 in base al PIL pro capite e in modo efficace rispetto ai costi) e stabilisce inoltre gli impegni dell'Unione europea nell'ambito dell'Accordo di Parigi sul clima;
visto l'articolo 192 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che sancisce le competenze dell'Unione europea in materia di cambiamenti climatici, ai sensi del quale il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria e previa consultazione del Comitato economico e sociale e del Comitato delle Regioni, decidono in merito alle azioni che devono essere intraprese dall'Unione per realizzare gli obiettivi dell'articolo 191;
valutata la conformità della proposta in esame al principio di sussidiarietà poiché il cambiamento climatico è un problema transfrontaliero che non può essere risolto unicamente con un'azione nazionale o locale ed è necessario il coordinamento dell'azione a livello europeo e, ove possibile, a livello globale;
riscontrato il rispetto del principio di proporzionalità, poiché la proposta non reca interventi ulteriori rispetto a quanto strettamente necessario per conseguire l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra dell'Unione europea relativo al periodo 2021-2030,
esprime parere favorevole, con le seguenti osservazioni:
. l'Italia è forse il Paese europeo dove sono più sviluppati i settori non ETS, sia dal punto di vista assoluto che relativo, specialmente a causa dell'enorme diffusione delle PMI. Determinare il livello di diminuzione di gas serra richiesta al nostro Paese nei settori non ETS entro il 2030 solo in base al PIL pro capite rischia di penalizzare fortemente l'industria nazionale. Rispetto alle possibilità e alle difficoltà di riduzione, a parità di PIL pro capite, altra cosa è un'economia basata (ad esempio) sulla finanza, o sulla manifattura. Va quindi valutata la possibilità di utilizzare un indicatore meno grezzo per determinare gli impegni dei diversi paesi, ad esempio tenendo conto di quanta parte del PIL viene prodotta mediante tecnologie green ed energie rinnovabili;
. i settori non ETS - come il residenziale e i trasporti - sono quelli che hanno contribuito in maniera sensibilmente meno significativa agli sforzi di mitigazione dei cambiamenti climatici, e sono quindi quelli che offrono un margine d'azione sicuramente superiore, in particolare per quando riguarda il potenziale di riduzione dei consumi energetici;
. gli ambiziosi obiettivi posti all'Italia dalla Commissione, possono essere perseguiti, sempre che il Governo, il Parlamento e tutte le filiere dei settori non ETS inizino fin da subito una grande trasformazione verso l'economia circolare, l'efficienza energetica spinta, il risparmio, eccetera;
. il Governo - oltre ad adeguare le normative per favorire il raggiungimento degli obiettivi - monitori con grande attenzione quanto accade in conseguenza dei cambiamenti normativi stessi. In particolare, il Governo verifichi se e come i diversi settori non ETS sono in grado di raggiungere gli obiettivi posti, eventualmente intervenendo con sistemi di sgravi agli investimenti di innovazione energetica, e/o applicando i sistemi di compensazione previsti del documento;
. il Governo mantenga una stretta interlocuzione con le aziende protagoniste dei settori produttivi non ETS, in modo da proporre politiche che ne esaltino (e non ne penalizzino) le capacità competitive. Occorrerà predisporre una governance istituzionale delle politiche ambientali ed industriali, in grado di assicurare l'integrazione delle decisioni, garantire un quadro regolatorio certo, stabile nel tempo ed uniforme su tutto il territorio nazionale, oltre ad una maggiore trasparenza nei processi decisionali, anche attraverso il pieno coinvolgimento degli stakeholder. Un ruolo fondamentale, in questo frangente, sarà giocato dalla capacità del nostro Paese di valorizzare il proprio patrimonio industriale, attraverso strumenti di finanziamento dedicati sul fronte tecnologico e della ricerca e sviluppo;
. per affrontare in maniera seria ed efficace un tema come quello dei cambiamenti climatici, è imprescindibile adottare una prospettiva globale: il Governo deve spingere affinché l'Europa colga le opportunità legate alla progressiva - e necessaria - de-carbonizzazione, spingendo nel contempo affinché anche i livelli emissivi delle altre aree geografiche del mondo diminuiscano rapidamente e sensibilmente. In questo contesto, la Conferenza di Parigi ha sicuramente avuto il merito di riportare il tema in cima all'agenda della politica internazionale, senza sciogliere però i nodi politicamente più sensibili: la comparabilità degli sforzi e l'implementazione delle misure annunciate.
(7-00281)
DALLA ZUANNA