• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02050 il Fondo europeo sviluppo regionale (FESR) per il periodo 2007-2013 ha messo a disposizione 347 miliardi di euro, circa un terzo del bilancio comunitario, per favorire iniziative degli Stati...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02050presentato daPRODANI Aristesto diLunedì 3 febbraio 2014, seduta n. 165

PRODANI. — Al Ministro per la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:
il Fondo europeo sviluppo regionale (FESR) per il periodo 2007-2013 ha messo a disposizione 347 miliardi di euro, circa un terzo del bilancio comunitario, per favorire iniziative degli Stati membri finalizzate a sviluppare una coesione economica e sociale delle regioni europee in modo armonioso e sostenibile;
il programma operativo regionale (POR-FESR 2007/2013) del Friuli-Venezia Giulia prevedeva l'utilizzo di 300 milioni di euro di cofinanziamento la cui spesa, così come quella delle altre regioni, deve essere certificata per rispondere ai parametri comunitari;
secondo le disposizioni europee, infatti, il Paese membro deve spendere almeno il 48,5 per cento di quanto è stato stanziato come cofinanziamento, pena la perdita dei contributi che nei periodi successivi sarebbero ridotti sempre più;
il 27 maggio e 19 settembre 2013 il Governo italiano ha presentato una richiesta di revisione del POR-FESR 2007/2013 finalizzata a ridurre l'ammontare del cofinanziamento, giustificandola con «cambiamenti importanti nelle priorità nazionali e regionali»;
la nuova deliberazione della giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia del 20 dicembre 2013, n. 2442, «POR FESR 2007/2013» – emanata 10 giorni prima della scadenza del programma – prende atto della modifica del POR e il nuovo piano finanziario di riferimento riduce il finanziamento da 300 a 233 milioni;
a seguito di questo taglio alle risorse stanziate, la regione Friuli-Venezia Giulia ha potuto dichiarare la spesa di circa 150 milioni, superando il 48 per cento della nuova cifra pattuita, circostanza che fa centrare il target di spesa previsto;
questo escamotage contabile ha contribuito ad evitare una sonora bocciatura dell'Italia nell'utilizzo del FESR, ed è stato utilizzato anche da altre regioni;
infatti il 4 gennaio 2014, sul sito del Ministero per la coesione territoriale è stato pubblicato il comunicato stampa che, con toni che appaiono trionfalistici, ha reso noto come «tutti i 52 Programmi Operativi dei Fondi Strutturali europei hanno superato i target di spesa evitando la perdita di risorse legata alla scadenza del 31 dicembre 2013. In totale la spesa ha raggiunto il 52,7 per cento delle risorse programmate, a fronte di un obiettivo minimo di spesa per il 2013 pari al 48,5 per cento»;
come riconosciuto nella stessa nota stampa, «il positivo risultato è stato reso possibile sia dalle incisive iniziative di accelerazione che hanno coinvolto le amministrazioni centrali e regionali sia dalla riprogrammazione realizzata con le azioni previste nel Piano di Azione e Coesione che, con la riduzione del cofinanziamento a carico delle risorse nazionali, ha permesso di massimizzare l'utilizzo delle risorse comunitarie a disposizione»;
il 9 gennaio 2014, il quotidiano Il Sole 24 Ore ha pubblicato sul proprio sito online l'articolo «Fondi europei, l'Italia centra i target di spesa 2013 e si avvicina agli altri Paesi» in cui si fa presente che a Bruxelles «si registra un prudente ottimismo, supportato dai recuperi registrati nei Paesi a rischio disimpegno, vale a dire, oltre all'Italia, Romania e Bulgaria, che sono passate dall'allarme di giugno, con percentuali di attuazione rispettivamente del 26,20 per cento e del 40 per cento, a livelli di spesa più promettenti, 33,47 per cento e 50,8 per cento. La sensazione è che le misure varate dalla Commissione per dare tempo e ossigeno ai Paesi in difficoltà abbiano prodotto i risultati sperati, soprattutto il taglio del cofinanziamento nazionale degli interventi che, come è accaduto in Italia, ha agevolato le amministrazioni abbassando gli obiettivi di certificazione e aumentando il peso percentuale delle spese già sostenute»;
è inaccettabile che la riduzione del cofinanziamento comunitario del POR-FESR 2007/2013 possa essere considerato in termini positivi, visto che le regioni e gli enti locali hanno bisogno più che mai di risorse finanziare per realizzare progetti di sviluppo –:
se il Ministro interrogato abbia esercitato prima della revisione delle risorse stanziate dal FESR i suoi poteri di vigilanza, verifica e coordinamento in materia di coesione territoriale, in modo che siano rispettati i vincoli di spesa previsti in ambito comunitario. (5-02050)