Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
S.2/00118 GIOVANARDI - Ai Ministri dello sviluppo economico e della giustizia - Premesso che:
il colosso energetico russo Renova è uno dei maggiori produttori di gas dell'Est Europa;
il...
Atto Senato
Interpellanza 2-00118 presentata da CARLO GIOVANARDI
martedì 4 febbraio 2014, seduta n.181
GIOVANARDI - Ai Ministri dello sviluppo economico e della giustizia - Premesso che:
il colosso energetico russo Renova è uno dei maggiori produttori di gas dell'Est Europa;
il gruppo Renova opera ufficialmente in Europa per mezzo della sussidiaria Avelar Energy con sede in Svizzera, a Zurigo. La Avelar, come si evince dal proprio sito web, in realtà ha concentrato la quasi totalità delle proprie attività esclusivamente in Italia dove opera nel settore energetico attraverso il controllo di diverse società di italiane, tra le quali: 1) Energetic source SpA, acquisita da Renova nel 2006, oggi è tra i primi 5 operatori nel mercato italiano di energia elettrica e gas; fanno parte di Energetic source la Geogastock, titolare in Basilicata di una concessione per lo stoccaggio del gas in pozzi di petrolio esauriti; 2) Aion Renewables SpA, controllata attraverso la società finanziaria Finmav, è un'azienda quotata alla borsa di Milano. La Aion, che fino al 2012 si chiamava Kerself, è specializzata nella costruzione di impianti fotovoltaici, avendo realizzato fino al 2012 oltre 550 MW di impianti, contando fino a 500 dipendenti diretti in Italia;
Aion nel 2012 ha fatto richiesta di concordato preventivo e successivamente è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Reggio Emilia a causa di operazioni gravemente in frode dei creditori;
i dati del fallimento sono impressionanti, si stima un deficit di circa 500 milioni di euro e 500 dipendenti licenziati, ma ancora più impressionante e dirompente è l'effetto a catena sulle società che a sua volta controlla e sull'indotto, tutte aziende che rappresentavano il fiore all'occhiello nel settore delle energie rinnovabili in Puglia e Veneto ovvero: Ecoware Srl, costruzione di impianti fotovoltaici con sede a Padova, oltre 100 dipendenti, che è fallita; Helios Technology Srl, principale produttore italiano di pannelli fotovoltaici con sede in provincia di Padova, 160 dipendenti, anch'essa fallita e Saem energie alternative Srl, costruzione di impianti fotovoltaici, Altamura (Bari), 130 dipendenti attualmente in concordato preventivo;
con 1.000 persone senza lavoro e quasi 1 miliardo di euro di debiti, queste aziende hanno provocato enormi danni anche al tessuto locale di piccole aziende subappaltartici e fornitori, per esempio la Saem di Altamura ha debiti con oltre 100 aziende lucane e pugliesi per un totale di 54 milioni di euro; la maggior parte di queste aziende oggi versa in grave difficoltà e se non ha già chiuso si accinge a farlo;
nel 2012 la Aion ha affidato alla Saem, che controlla con più del 90 per cento delle quote sociali, i lavori per la realizzazione di circa 50 impianti fotovoltaici da un MW, siti nelle campagne della Basilicata, per un valore complessivo di oltre 60 milioni di euro;
Saem a sua volta ha subappaltato ad aziende locali la maggior parte dei lavori;
alla fine del 2012 tutti gli impianti sono stati correttamente realizzati, collegati alla rete elettrica e ricevono tuttora gli incentivi del conto energia;
il problema è che la Saem non ha pagato nulla ai propri fornitori perché a sua volta non ha ricevuto nulla dal proprio committente-controllante Aion, che nel frattempo ha ceduto gli impianti ad una società lussemburghese: la Aveleos S.A.;
oggi la Saem sta ottenendo un concordato preventivo in continuità che prevede il pagamento nella misura del 15 per cento dei crediti chirografari (su 34 milioni di euro), mettendo con le spalle al muro i creditori in disaccordo con la proposta;
nel frattempo i lavori svolti dalle imprese locali creditrici non hanno subito problemi né ritardi, gli impianti sono correttamente in produzione e gli incentivi pubblici previsti vengono tuttora erogati;
ci si chiede dove vadano allora questi incentivi: vanno alla Aveleos in Lussemburgo: il problema è che poco meno del 50 per cento di Aveleos è di proprietà della stessa Avelar ed è amministrata dalle stesse persone, che amministrano anche Saem, Aion, Ecoware, Energetic source e Geogastock, la stessa Avelar e gli stessi amministratori che non hanno pagato le piccole imprese locali che hanno realizzato i campi fotovoltaici;
Avelar realizza gli impianti in Italia, non paga i fornitori ed incassa in Lussemburgo i lauti incentivi;
questa situazione comporta per lo stato italiano almeno 4 enormi danni: 1) dal punto di vista generale, il conto energia aveva tra gli scopi principali quello di sviluppare un settore strategico a livello globale, in questo caso l'effetto ottenuto è esattamente l'opposto, avendo distrutto decine di aziende locali e nazionali che a causa dei crediti non riscossi stanno chiudendo e licenziando centinaia di persone; 2) il mancato gettito fiscale delle aziende creditrici per decine di milioni di euro; 3) il pagamento della cassa integrazione a centinaia di lavoratori, sia tra le aziende del gruppo Avelar che tra quelle creditrici; 4) gli incentivi finiscono in banche estere e non saranno reinvestiti in Italia;
per quanto attiene strettamente alla Saem di Altamura, attualmente in concordato preventivo, consta all'interrogante che il concordato sia stato omologato o in corso di omologazione nonostante sia stato dimostrato e sia emerso che dopo la domanda per ottenerlo siano stati compiuti atti e pagamenti in favore di alcuni creditori e ciò senza le prescritte autorizzazioni. Tali pagamenti sono emersi anche dalla prescritta relazione predisposta dai commissari giudiziali;
inoltre, sempre per quanto attiene strettamente alla Saem, consta all'interrogante che, nell'imminenza della domanda di concordato preventivo, la società avesse la disponibilità di un conto corrente svizzero dal quale sono stati disposti anche dei bonifici in favore di alcuni creditori;
la titolarità del conto svizzero e le disponibilità ivi contenute non sono state incluse nelle attività denunciate nel concordato in palese violazione dell'art. 167 della legge fallimentare, di cui al regio decreto n. 267 del 1942 e successive modificazioni ed intergazioni;
per quanto consta all'interrogante il progetto di stoccaggio del gas in Basilicata, dato dalla Regione in concessione alla Geogastock, è già in fase avanzata e si sta procedendo all'appalto dei lavori con tutti i rischi che ciò comporta per le aziende che si accingono a lavorarci, visto l'accaduto e la condotta del gruppo Avelar sinora in Italia,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, siano a conoscenza della situazione e se intendano verificare a fondo i fatti;
se intendano valutare la sospensione dell'erogazione degli incentivi per le aziende coinvolte;
se il Ministro della giustizia sia a conoscenza di irregolarità compiute nel corso del concordato preventivo della Saem di Altamura pendente dinanzi alla sezione fallimentare del Tribunale di Bari e se intenda attivare i propri poteri ispettivi;
se il Ministro dello sviluppo economico sia a conoscenza del progetto Geogastock e se intende sospendere la concessione affidata al gruppo Avelar almeno finché non sarà chiarita la posizione dello stesso gruppo in merito ai fatti esposti;
quali misure lo stesso Ministro intenda adottare per evitare il ripetersi di situazioni analoghe.
(2-00118)