• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00215 esaminata la relazione sulla situazione della bonifica del SIN di Bussi sul Tirino, approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00215 presentata da PAOLO ARRIGONI
mercoledì 9 novembre 2016, seduta n.718

Il Senato,
esaminata la relazione sulla situazione della bonifica del SIN di Bussi sul Tirino, approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati nella seduta del 14 luglio 2016;
premesso che:
la Commissione, nella legislatura in corso, ha compiuto la scelta di procedere a singoli approfondimenti in tema di bonifiche che consentano di focalizzare con immediatezza quanto accade in questo campo, evidenziando criticità e rischi di comportamenti illeciti o comunque tali da non consentire o ritardare i processi di bonifica dei siti contaminati, ma anche di evidenziare le opportunità e gli interventi necessari nelle vicende in corso;
il caso del SIN di Bussi sul Tirino evidenzia in maniera peculiare gli effetti del complesso intreccio operativo, amministrativo, normativo in materia di bonifiche;
il SIN comprende territori di undici comuni e si estende dal polo chimico ad aree limitrofe, passando attraverso le Gole di Popoli, lungo la Valle del Pescara, fino alla confluenza del fiume Orte, dove sono presenti impianti industriali dismessi; si trova in una posizione estremamente critica, dove si concentra circa un terzo di tutte le acque dell'Abruzzo, con scorrimento sia superficiale (fiume Pescara e fiume Tirino, suo affluente) che sotterraneo e al confine tra il parco nazionale Gran Sasso e il parco nazionale Maiella Morrone;
la contaminazione delle matrici ambientali deriva dalle attività industriali esercitate per oltre un secolo nel polo chimico, nonché da rifiuti industriali collocati in due discariche interne e, a valle dello stabilimento, in una grande discarica abusiva;
il SIN di Bussi sul Tirino rappresenta un esempio di quello che la Commissione sta evidenziando nelle sue inchieste, cioè di un insediamento in cui nel corso di molti decenni si sono svolte attività industriali "pesanti" nel settore della chimica, venute progressivamente a cessare, lasciando un sito contaminato, e come tale formalmente dichiarato, con conseguente necessità di messa in sicurezza e bonifica che potrebbe preludere al progressivo reinsediamento di nuove attività con produzioni a minore impatto ambientale nella medesima area, caratterizzata da posizionamento strategico ed esistenza di adeguate infrastrutture;
la Commissione ha tuttavia rilevato criticità e ritardi nella gestione commissariale nonostante il sito di Bussi e la sua gestione commissariale, iniziata nel 2007, abbiano fruito, nel corso del tempo, di norme speciali, anche primarie, introdotte al fine di garantire al commissario risorse economiche e la prosecuzione del suo mandato, nonché di norme secondarie e provvedimenti amministrativi aventi la medesima finalità, l'efficacia del modello dì gestione commissariale si è rivelata insufficiente; d'altro canto sono in passato mancate prese di posizione acceleratorie da parte dell'amministrazione centrale dello Stato;
altri fattori critici si sono rivelati la molteplicità dei livelli istituzionali coinvolti, l'interesse non adeguatamente canalizzato degli enti locali, il ruolo della Regione Abruzzo come soggetto esponenzialmente presente e rappresentativo, ma senza competenza tipizzata, il rapporto di scarsa collaborazione tra commissario e altri soggetti; la sovrapposizione di competenze e la presenza pubblica in una logica più di metodo procedurale che di risultato, hanno prodotto atteggiamenti talora attendisti delle aziende insediate nel sito, nonché l'arenarsi di provvedimenti amministrativi nel contenzioso giudiziario;
la situazione si è evoluta in occasione dell'approvazione della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), che all'articolo 1, comma 815, ha previsto la chiusura della decennale gestione commissariale al 30 giugno 2016, anche se la fase post-commissariale ancora non ha sortito effetti visibili;
in effetti, la situazione della contaminazione del sito risulta irrisolta, ed anzi si sovrappongono in maniera singolare attività di messa in sicurezza di bonifica ed anche di caratterizzazione relative a più aree del SIN, denunciando una storica disorganicità di intervento complessivo, con un variegato e lento procedere e una scarsità di risultati effettivi;
preoccupa il potenziale impatto della contaminazione sulle popolazioni, ad oggi non efficacemente esplorato con indagini epidemiologiche la cui attuazione rimane necessaria;
le aspettative di un'affermazione giudiziaria di responsabilità che provocasse riflessi sulla gestione del sito sono andate deluse: il processo per i delitti dì avvelenamento di acque e di disastro innominato, dopo i proscioglimenti in primo grado e una pronuncia della Corte di cassazione è tornato in Corte di assise di appello: anche questa vicenda dimostra che i criteri e i tempi di esame e giudizio in sede penale fanno sì che i processi non possano e non debbano supplire ai doveri di buona amministrazione e alle necessarie scelte politiche di tutela dell'ambiente;
la vicenda del SIN di Bussi sul Tirino conferma i limiti delle gestioni straordinarie e l'utilità della riconduzione delle attività di bonifica alle procedure e alle competenze ordinarie, purché esercitate attivamente;
in questo ambito le conferenze dei servizi non devono essere intese come luogo di sedimentazione dei processi, bensì come modulo risolutivo per il sollecito e fattivo esame congiunto degli interessi coinvolti, tale da produrre un'accelerazione dei tempi del procedimento;
il caso di Bussi sul Tirino è emblematico della necessità, che coinvolge tutti i soggetti istituzionali, dal legislatore, al Governo, agli enti territoriali, ai soggetti comunque investiti di pubbliche funzioni, di garantire ai beni giuridici e agli interessi coinvolti una tutela sistemica, non frazionata e governata;
il rinnovato protagonismo degli enti locali, che prescinde dall'attribuzione formale di competenze, ha fatto sì che di recente siano state proposte dal comune di Bussi sul Tirino e dalla Regione Abruzzo delle ipotesi di accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree interne ed esterne allo stabilimento, finalizzate a mettere in moto concretamente le attività necessarie; tuttavia, per dare certezza e tempistiche alla messa in sicurezza, alla bonifica e alla reindustrializzazione, è fondamentale giungere in tempi rapidi alla sottoscrizione di un accordo di programma al momento non ancora concluso, da diversi mesi in discussione, anche in considerazione delle osservazioni critiche formulate dal Ministero dell'ambiente;
si rende altresì necessario valutare correttamente quante risorse pubbliche si rendano ancora necessarie per completare le attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica del SIN, valutazione resa problematica dalla pregressa disorganicità di intervento;
si deve in tal senso altresì considerare che l'eredità industriale negativa derivata da vicende che occupano un lungo arco di tempo non può gravare per intero sulla comunità locale e sui suoi enti esponenziali, tanto più quando la dimensione degli stessi, come nel caso di specie, non consente credibili politiche attive in materia, ma solo la rappresentazione delle aspirazioni locali;
il punto di equilibrio tra tutela dell'ambiente e altre esigenze, compete all'esercizio dell'amministrazione attiva, che dovrà recuperare tempo al fine di arrivare alla individuazione rapida delle azioni da compiere per completare la messa in sicurezza e la bonifica definendo - in maniera integrata e non eludibile - oneri, competenze e necessarie azioni, tenendo conto dell'importanza del coinvolgimento dei cittadini e dei loro enti esponenziali;
la presenza efficace ed incisiva del Ministero dell'ambiente non può prescindere dall'impegno di risorse economiche per la bonifica dei siti inquinati; l'esclusione dai saldi contabilizzati ai fini del rispetto dei vincoli di finanza pubblica delle risorse destinate agli enti territoriali per le bonifiche potrà costituire un sostegno concreto;
fa propria la relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e impegna il Governo, per quanto di competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, le Regioni e gli enti territoriali interessati.
(6-00215)
ARRIGONI, PUPPATO, NUGNES, ORELLANA, AUGELLO, DE PETRIS