• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/03472 è stato recentemente adottato nel Regno Unito un sistema di etichettatura del packaging dei prodotti alimentari da supermercato, cosiddetta «a semaforo» (rosso, giallo e verde), sulla base...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03472presentato daGRIMOLDI Paolotesto diGiovedì 6 febbraio 2014, seduta n. 168

GRIMOLDI, RONDINI e MATTEO BRAGANTINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
è stato recentemente adottato nel Regno Unito un sistema di etichettatura del packaging dei prodotti alimentari da supermercato, cosiddetta «a semaforo» (rosso, giallo e verde), sulla base del contenuto di nutrienti critici per la salute quali sale/iodio, zucchero, grassi e grassi saturi presenti in 100 grammi di prodotto, in una scala in cui il colore serve a segnalare la presenza adeguata (verde) o in eccesso (rosso) di tali nutrienti;
il colore associato viene scelto in base ai valori di riferimento indicati dalla sintetica tabella guida fornita nel 2007 dalla Food standard agency, l'agenzia responsabile della salubrità del cibo nel Regno Unito;
a dire del Regno Unito questo sistema di etichettatura, che dovrebbe essere adottato a partire da quest'anno, consentirebbe ai consumatori di fare scelte consapevoli e rapide;
questo sistema ha generato notevoli perplessità in quanto questo tipo di etichettatura fa riferimento ad un sistema di misurazione che non si basa sulle quantità effettivamente consumate ma sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze presenti in un alimento;
non esistono in assoluto alimenti «buoni» e alimenti «cattivi» ma è la combinazione equilibrata degli alimenti che permette una sana alimentazione. Questo sistema prescinde da questo presupposto, per cui una persona può consumare una quantità elevata di prodotti «verdi» assumendo calorie e nutrienti in misura addirittura maggiore rispetto a chi consuma porzioni più contenute di alimenti «gialli» o «rossi». Si arriverebbe, così, all'assurdo di una limitazione dell'uso dell'olio extravergine di oliva, perché con il semaforo «rosso», mentre si promuoverebbe l'eccessivo consumo di bevande gassate senza zucchero, perché con il semaforo «verde»;
fermo restando che è fondamentale che il consumatore abbia la maggiore informazione possibile sui prodotti che consuma e quindi anche sul loro contenuto nutrizionale, questo tipo di procedura rischia di dare un'informazione superficiale ed allarmistica nonché fuorviante sulle scelte da adottare non potendo il consumatore, tra l'altro, contare su di una dettagliata informazione sull'origine dei prodotti in vendita;
le produzioni italiane sono caratterizzate dall'alta qualità e costituiscono da sempre l'eccellenza del mercato agroalimentare e sono unanimemente inserite nei regimi alimentari corretti; infatti la «dieta mediterranea» è riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio culturale dell'umanità;
l'agroalimentare made in Italy registra un fatturato nazionale superiore ai 266 miliardi di euro e rappresenta oltre il 17 per certo del prodotto interno lordo;
è indispensabile tutelare il valore economico dell'export agroalimentare dei prodotti made in Italy, evitando che sistemi di etichettatura volontaria, come il sistema inglese «a semaforo», siano utilizzati a fini discriminatori e distorsivi del mercato in quanto forniscono una informazione parziale ed erronea che mina gravemente l’export italiano a scapito delle nostre imprese agricole e agroalimentari –:
se siano state chieste alla Commissione europea le opportune verifiche circa la compatibilità del sistema inglese «a semaforo» con la normativa europea nonché sul rispetto da parte del Governo britannico dell'obbligo di previa notifica previsto per l'introduzione di nuove regolamentazioni in materia di etichettatura e di quali informazioni disponga il Ministro circa le motivazioni che il Regno Unito abbia addotto a giustificazione di tale sistema di etichettatura;
quali iniziative intenda assumere affinché il sistema inglese a «semaforo» non diventi prassi, in quanto rischia di essere lesivo per le produzioni agroalimentari italiane, poiché l'obiettivo deve essere la tutela del prodotto made in Italy – che è e rimane un punto di eccellenza nella produzione di alimenti – dei produttori e dei consumatori. (4-03472)