• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.0/01248/009/ ... premesso che: in Afghanistan l'accesso all'acqua potabile e all'elettricità resta ancora privilegio di pochi (un bambino su cinque continua a morire prima del compimento del quinto anno di...



Atto Senato

Ordine del Giorno 0/1248/9/0304 presentato da LUIS ALBERTO ORELLANA
giovedì 6 febbraio 2014, seduta n. 003

Il Senato,
premesso che:
in Afghanistan l'accesso all'acqua potabile e all'elettricità resta ancora privilegio di pochi (un bambino su cinque continua a morire prima del compimento del quinto anno di età), specie nelle campagne, ancora a livelli minimi e la possibilità di accedere a servizi di sanità pubblica, in un Paese che si sta pericolosamente avviando verso la privatizzazione del servizio e che il rapporto sullo sviluppo umano dell'ONU ha classificato al 147º posto tra i paesi con le performances peggiori;
meno del 15 per cento delle donne afghane sono alfabetizzate, mentre l'87 per cento fra loro è oggetto di diversi tipi di abuso (matrimoni combinati, violenza sessuale eccetera) tra le pareti domestiche;
mediamente, il 90 per cento delle risorse destinate agli aiuti è andato a sostenere l'intervento militare e solo il 10 per cento, e per l'Italia ancora meno, è stato impiegato in progetti di cooperazione civile;
di questa somma, inoltre, oltre un terzo è stato speso per garantire la "sicurezza" al progetto stesso;
nonostante le decine di miliardi di dollari di aiuti versati dalla comunità internazionale dal 2001 a oggi, le condizioni di vita della popolazione afghana sono peggiorate rispetto all'inizio della guerra: la povertà assoluta è salita dal 23 al 36 per cento della popolazione, l'aspettativa di vita è scesa da 46 a 44 anni (in Italia, per fare un confronto, è di 81 anni), la mortalità infantile è aumentata dal 147 al 149 per mille (nel nostro Paese è al 3 per mille), il tasso di alfabetizzazione è sceso dal 31 al 28 per cento (mentre in Italia è del 98 per cento);
l'economia afghana, basata quasi esclusivamente sulla produzione di oppio ed eroina, non sarà mai autonoma, perché dipendente dagli aiuti internazionali, gran parte dei quali torna indietro ai Paesi donatori sotto altre forme o ai governanti e funzionari corrotti. Ed è proprio la corruzione che domina anche le forze di polizia locali a oggi ancora incapaci e inadeguate a garantire la sicurezza; altresì, le associazioni e le organizzazioni internazionali lanciano la forte preoccupazione circa il rischio che il completamento del ritiro delle forze militari si trasformi un totale abbandono del Paese;
le risorse per cooperazione allo sviluppo gestite dal Ministero degli affari esteri hanno conosciuto negli ultimi anni dimezzamenti tali da pregiudicare efficacia e qualità degli interventi previsti dalla legge n. 49 del 1987, facendo registrare solo dal 2012 una inversione di tendenza con un incremento, ancorché insufficiente, del fondo;
il presente provvedimento dispone risorse per la cooperazione allo sviluppo che non possono esser considerate sufficienti, considerato che questo settore merita più coraggio nelle azioni perché è l'unico modo per favorire il reale rilancio dei paesi occupati e perché questo deve essere il fine ultimo delle nostre missioni internazionali,
impegna il Governo:
a stanziare, a partire dall'inizio del ritiro del contingente italiano in Afghanistan, per ogni euro risparmiato per le spese della missione militare, 30 centesimi per interventi di cooperazione civile, ovvero a trasferire a partire dal 30 giungo 2014 il 30 per cento di quanto risparmiato nella spesa militare a investimenti di cooperazione civile.
(0/1248/9/0304)
ORELLANA, BATTISTA, COTTI, DE PIETRO, MARTON, MUSSINI, BIGNAMI