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Atto a cui si riferisce:
S.1/00693 premesso che: la normativa nazionale in materia di controllo dell'inquinamento atmosferico è rappresentata dal decreto legislativo n. 155 del 2010 che contiene le definizioni di valore...



Atto Senato

Mozione 1-00693 presentata da PAOLO ARRIGONI
martedì 15 novembre 2016, seduta n.722

ARRIGONI, CENTINAIO, CALDEROLI, CANDIANI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DIVINA, STEFANI, STUCCHI, TOSATO, VOLPI - Il Senato,

premesso che:

la normativa nazionale in materia di controllo dell'inquinamento atmosferico è rappresentata dal decreto legislativo n. 155 del 2010 che contiene le definizioni di valore limite, valore obiettivo, soglia di informazione e di allarme, livelli critici, obiettivi a lungo termine, in attuazione delle direttive comunitarie del settore; il decreto individua l'elenco degli inquinanti per i quali è obbligatorio il monitoraggio (biossido di azoto, ossidi di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, ozono, PM10, PM2.5, benzene, benzo(a)pirene, piombo, arsenico, cadmio, nichel, mercurio, precursori dell'ozono), assegna alle Regioni il compito di effettuare la valutazione della qualità dell'aria e la redazione dei piani di risanamento atmosferico e stabilisce le modalità della trasmissione e i contenuti delle informazioni sullo stato della qualità dell'aria, da inviare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

il decreto legislativo n. 152 del 2006, parte V, si applica a tutti gli impianti, compresi quelli civili e alle attività che producono emissioni in atmosfera, stabilendo i valori di emissione, prescrizioni, metodi di campionamento e analisi delle emissioni oltre ai criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai limiti di legge;

considerato che:

la diffusione e dispersione delle polveri molto dipende dai venti e dalla conformazione territoriale; l'area geografica compresa tra la catena alpina, l'Appennino settentrionale ed il mare Adriatico, rappresenta un bacino aerologico con condizioni omogenee dal punto di vista morfologico e climatico ed è caratterizzata da un'alta concentrazione di traffico, attività produttive, insediamenti e popolazione e da condizioni meteorologiche che favoriscono la stagnazione degli inquinanti;

pertanto, la forma concava della pianura Padana e le particolari condizioni climatiche di quest'area, che rappresenta una delle più grandi pianure europee e, contemporaneamente, la più grande tra quelle dell'Europa meridionale, impediscono la dispersione delle concentrazioni di inquinanti delle zone industriali e civili concentrate nel Nord del Paese e creano la crisi cronica da inquinamento atmosferico dell'area;

secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, la pianura Padana è una delle aree più inquinate dell'intero continente europeo;

la notizia è stata diffusa sui media mondiali in quanto lo studio dell'Oms è considerato il più dettagliato studio finora mai condotto sull'inquinamento atmosferico;

il 92 per cento delle persone del globo, cioè oltre 9 persone su 10, respirano aria troppo inquinata, che danneggia la salute; ne conseguono milioni di morti, uccisi da solfati, nitrati e monossido di carbonio diffusi soprattutto in polveri sottili e ultrasottili;

dalla mappa pubblicata dai giornali sembrerebbe che i cittadini italiani respirano l'aria peggiore di tutta l'Europa occidentale; in particolare la pianura Padana raggiunge i livelli record presenti anche in Paesi come la Cina e l'India;

inoltre, dai dati riportati nel rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), si apprende che l'Italia nel 2012 ha registrato 84.400 decessi da inquinamento atmosferico, su un totale di 491.000 a livello UE, concentrando nel nostro Paese i morti da polveri sottili e ultrasottili (PM10 e PM2.5) dell'Europa;

lo studio attribuisce 59.500 morti premature alle micro polveri sottili (PM 2.5), 21.600 al biossido di azoto e 3.300 all'ozono nei bassi strati dell'atmosfera;

il bilancio più grave se lo aggiudicano le polveri ultrasottili, che provocano 403.000 vittime nella Unione europea a 28 Paesi e 432.000 nel complesso dei 40 Paesi europei considerati dallo studio; l'impatto stimato dell'esposizione al biossido di azoto e all'ozono invece è rispettivamente di circa 72.000 e 16.000 vittime precoci nei 28 Paesi UE e di 75.000 e 17.000 per 40 Paesi europei;

l'area più colpita in Italia dal problema delle micropolveri si conferma quella della pianura Padana, con Brescia, Monza e Milano, ma anche Torino, che oltrepassano i limiti delle concentrazioni fissati a livello europeo; ma anche il Veneto, secondo i dati ARPAV pubblicati nel proprio sito, ha già superato su molte aree i 35 sforamenti annui dei limiti delle polveri sottili, consentiti dalla normativa, con 37 sforamenti a Marghera e 39 a Mestre;

rilevato che:

nonostante il calo delle emissioni di buona parte degli inquinanti atmosferici, registrato negli ultimi anni, la qualità dell'aria del bacino padano risulta ancora critica, specialmente per quanto riguarda le polveri sottili, rendendo necessari ulteriori sforzi per la riduzione delle emissioni, attraverso politiche e azioni comuni a livello sovraregionale, al fine di affrontare il problema dell'inquinamento atmosferico a livello di intero bacino padano;

risulta che il 19 dicembre 2013, i Ministeri dell'ambiente, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, delle politiche agricole alimentari e forestali e della salute, le Regioni e le Province autonome del bacino padano (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trento e Bolzano) hanno sottoscritto un accordo di programma per l'individuazione e il perseguimento di misure comuni per la riduzione dell'inquinamento atmosferico nell'area del bacino padano;

occorrono azioni concrete da parte del Governo e anche iniziative a livello europeo per garantire la salute della popolazione della pianura Padana,

impegna il Governo:

1) a perseguire le misure comuni già avviate per la riduzione dell'inquinamento atmosferico nell'area del bacino padano, adottando tutte le necessarie iniziative dirette a sostenere con appositi finanziamenti le azioni delle Regioni della pianura Padana, finalizzate ad aumentare la resilienza del territorio all'inquinamento atmosferico, promuovendo le opportune sinergie di mitigazione degli impatti, favorendo lo sviluppo dei piani di risanamento atmosferico regionali e privilegiando le misure ad alto grado di sostenibilità ambientale;

2) ad assumere iniziative per escludere dai vincoli di finanza pubblica le spese dello Stato, delle Regioni e degli enti locali, legate a politiche e misure per l'abbattimento dell'inquinamento atmosferico della pianura Padana, con particolare riguardo alle risorse finalizzate al risparmio energetico, efficienza energetica, energie rinnovabili;

3) ad avviare appropriate e immediate iniziative di riduzione degli incentivi e dei sussidi diretti e indiretti all'uso di combustibili fossili, spostando gli investimenti sulla ricerca e sullo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile per la produzione di energia elettrica e di calore, consolidando meccanismi di incentivazione coerenti con le più avanzate esperienze europee;

4) a proseguire nell'adozione di misure per il sostegno e lo sviluppo delle tecnologie pulite nel settore delle costruzioni, adottando misure dirette a ridurre le centraline di riscaldamento degli edifici civili e a ridurre i consumi energetici degli edifici privati e pubblici attraverso una più diffusa messa in opera di un concreto efficientamento degli impianti;

5) a promuovere l'ammodernamento del parco immobiliare residenziale pubblico e privato, secondo criteri di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica, nonché di qualità della costruzione, attraverso misure fiscali, interventi di manutenzione straordinaria degli immobili esistenti, finalizzati ad aumentare il rendimento energetico degli edifici e l'utilizzo di fonti rinnovabili;

6) a promuovere investimenti per sostenere politiche innovative in favore dello sviluppo dei trasporti puliti a basse emissioni e a bassi consumi, incentivando l'uso di tecnologie innovative all'idrogeno, di biocarburanti di seconda e terza generazione e la diffusione di veicoli elettrici e ibridi, promuovendo sistemi di mobilità alternativi, come tramvie, car polling, car sharing, bike sharing, piste ciclabili e piedibus, e incentivando, in particolare, lo sviluppo delle tecnologie pulite nel settore automobilistico attraverso la subordinazione in maniera permanente degli incentivi per la rottamazione delle auto all'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale;

7) ad intraprendere, nelle opportune sedi europee, ogni iniziativa utile a definire azioni mirate all'abbassamento dell'inquinamento atmosferico nelle zone più critiche a livello comunitario;

8) a promuovere in ambito europeo l'istituzione di specifici fondi europei, non solo per le misure di mitigazione, ma anche per incentivi di promozione di tecnologie pulite di ultima generazione da parte delle imprese che operano nelle aree critiche del territorio dell'Unione.

(1-00693)