• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/01920-A/019 premesso che: negli ultimi mesi stati approvati ben quattro aumenti delle accise sulla birra, settore che, in assenza di un alleggerimento della pressione fiscale, rischia di spingere...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01920-A/019presentato daMARAZZITI Mariotesto diLunedì 10 febbraio 2014, seduta n. 170

La Camera,
premesso che:
negli ultimi mesi stati approvati ben quattro aumenti delle accise sulla birra, settore che, in assenza di un alleggerimento della pressione fiscale, rischia di spingere molti imprenditori ad una delocalizzazione delle loro attività produttive in Paesi esteri, e vedrà spingere i consumi verso le aree di confine dove la birra e i prodotti alcolici possono essere acquistata fuori del territorio nazionale a prezzi inferiori;
il comma 7-ter dell'articolo 12 del decreto, modificato dalle Commissione riunite, dispone che, con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, da adottare entro il 26 febbraio 2014, venga modificata la determinazione del Direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli n. 145744 del 23 dicembre 2013, al fine di eliminare, per l'anno 2014, l'incremento dell'accisa sulla birra decorrente dal 1o marzo 2014;
a fronte di questo sgravio per la birra dobbiamo rilevare che le accise sui prodotti alcolici sono aumentate di oltre il 13 per cento a partire già dal scorso ottobre, per stabilizzarsi al +27,4 per cento rispetto al livello odierno, dal primo gennaio del 2015;
pur essendo l'Italia tra i Paesi europei nei quali le accise sugli alcolici sono ai livelli inferiori, il peso di tale tassa sul prodotto risulta quasi insostenibile: si pensi solo che un litro di alcool puro ha un valore di produzione di circa un euro, ma su di esso grava una accisa di oltre 8 euro sulla quale poi si dovrà applicare anche l'IVA, anch'essa aumentata al 22 per cento, che grava anche sulla quota di accisa;
inoltre, è dimostrato che ogni aumento delle accise si rivela essere un clamoroso boomerang per le casse dello Stato, che incassa di meno poiché i consumi, a fronte dei forti aumenti di prezzo, calano;
cosa ancora più grave questi sgravi applicati ad aziende prevalentemente estere mettono fuori mercato molte aziende di piccole e medie dimensioni che costituiscono l'industria italiana delle bevande alcoliche, uno dei fiori all'occhiello del cosiddetto made in Italy che danno lavoro a circa 225.000 persone sul territorio italiano, questa differenza viola inoltre qualsiasi regole di concorrenza e ci pone in regime di criticità verso l'UE,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere una rimodulazione delle accise gravanti sull'alcol in modo uniforme, e quindi non discriminatorio, per aziende di modeste dimensioni.
9/1920-A/19. (Testo modificato nel corso della seduta)  Marazziti, Schirò.