• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/14892    alcuni articoli di cronaca riferiscono che la Commissione d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha recentemente...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14892presentato daTURCO Tancreditesto diVenerdì 25 novembre 2016, seduta n. 709

   TURCO, ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, MATARRELLI, SEGONI, BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI e PASTORINO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   alcuni articoli di cronaca riferiscono che la Commissione d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha recentemente approvato due decisive relazioni relative alla regione Sicilia ed alla regione Veneto nelle quali è descritto senza sconti il crescente malaffare nella filiera dei rifiuti, che accomuna Nord e Sud dell'Italia;
   nella regione Sicilia, la gestione dei rifiuti viene effettuata in assenza di programmazione da parte della regione; l'intreccio di norme che regolano il settore, unitamente ad una burocrazia farraginosa e, alla scarsità di controlli efficaci, crea una realtà frammentata;
   tale sistema ha, quindi, favorito lo svilupparsi di un'illegalità diffusa, lasciando ampi spazi alla criminalità organizzata, un sistema ben rodato e operante anche nello scenario attuale come testimonia il recente decreto di scioglimento per mafia del comune di Corleone, le cui motivazioni evidenziano lo spiccato interesse della mafia per gli appalti legati al ciclo dei rifiuti, «sia per gli enormi proventi sia per la possibilità di esercitare un capillare controllo del territorio»;
   gli interventi legislativi regionali varati per arginare il fenomeno del malaffare sono stati tutti fallimentari: la creazione dall'anno 2002 di 27 ATO (ambito territoriale ottimale) hanno provocato «una gravissima crisi finanziaria conseguente alla deficitaria e non trasparente gestione di queste società che [...] sono state uno strumento in mano alla politica»;
   anche la realizzazione di 4 mega-inceneritori è stata bloccata solo grazie all'intervento della Corte europea di giustizia, poiché sono state evidenziate gravi anomalie nel bando. Appare perciò evidente una spiccata capacità delle organizzazioni di stampo mafioso di potersi inserire in questo tipo di affari, attraverso, evidentemente, un'area di contiguità estremamente estesa che riguarda interi settori delle professioni, della politica e delle pubbliche amministrazioni;
   in una situazione siffatta, la raccolta differenziata, in assenza di politiche specifiche sul tema, resta ferma a poco più del 10 per cento dei rifiuti totali a vantaggio dello smaltimento illecito in discariche private o abusive che è invece aumentato esponenzialmente, favorendo così gli interessi di Cosa Nostra;
   la situazione riguardante il Veneto è differente da quella siciliana, ma le conclusioni che si possono trarre sono del tutto assimilabili;
   sebbene in Veneto le percentuali di riciclo siano tra le più elevate d'Italia, essendo in presenza di oltre 1500 impianti per il trattamento dei rifiuti, si assiste ad una vera e propria «gestione industriale» illecita dei rifiuti, per quantitativi molto considerevoli, che partono dalle società produttrici e finiscono presso impianti di trattamento; in questo contesto, le imprese, per ridurre i costi dovuti allo smaltimento dei rifiuti speciali, scaricano abusivamente in impianti non autorizzati compiacenti;
   come evidenziato dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia, anche se la mafia è sostanzialmente assente nei ciclo dei rifiuti, «si è invece in presenza di scelte opportunistiche di diffusa illegalità, scelte operate all'esclusivo fine di perseguire il proprio particolare tornaconto»;
   tali pratiche consegnano oggi complessivamente ben 559 tra siti inquinati e siti potenzialmente inquinati sul territorio regionale;
   come per la Sicilia, anche in Veneto la responsabilità del fallimento del sistema di raccolta e riciclo dei rifiuti viene attribuito all'incapacità della politica regionale, oltre che all'assenza di controlli, ad un intricato complesso di norme ed alla connivenza di funzionari infedeli;
   i vari gruppi politici hanno, quasi tutti, votato compatti ed approvato ad ampia maggioranza anche la risoluzione all'esito dell'esame della relazione sul Veneto: 375 voti favorevoli e 59 voti contrari –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
   se e quali iniziative di competenza intendano assumere per procedere alle opportune verifiche in relazione agli impianti di smaltimento rifiuti non autorizzati;
   se e quali strumenti intendano utilizzare, per quanto di competenza, per fare chiarezza sulle criticità emerse dalla relazione della Commissione citata nel settore della raccolta, del trattamento e del riciclo dei rifiuti nella regione Veneto;
   se dispongano di dati aggiornati in relazione alle violazioni delle normative ambientali in materia di raccolta, trattamento e riciclo di rifiuti nella regione Veneto;
   se abbiano considerato l'opportunità di attuare piani di sensibilizzazione ed informazione dell'opinione pubblica su tali diffusi fenomeni d'inquinamento ambientale. (4-14892)