• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/14973    nei giorni scorsi, la regione Veneto ha comunicato l'interruzione degli screening oncologici, in particolare delle mammografie per le donne al di sotto dei 50 anni di età, in conseguenza...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14973presentato daMURER Deliatesto diLunedì 12 dicembre 2016, seduta n. 712

   MURER e MOGNATO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi, la regione Veneto ha comunicato l'interruzione degli screening oncologici, in particolare delle mammografie per le donne al di sotto dei 50 anni di età, in conseguenza ad un provvedimento della giunta regionale che ridimensiona le risorse per la diagnostica;
   con le nuove disposizioni il medico di base non può più prescrivere il cosiddetto esame polifasico composto dalla visita senologica, dall'ecografia mammaria e dalla mammografia bilaterale, esami che permettono di individuare la malattia con precisa immediatezza;
   con le nuove disposizioni, l'esame polifasico può essere prescritto solo a pazienti che presentano sintomi specifici e soltanto per la fascia d'età compresa fra i 50 e 69 anni mentre, grazie ad una legge nazionale, dovrebbe essere garantito lo stesso esame anche a donne di età compresa fra i 45 e i 49 anni, oltre che – per ragioni ovvie di prevenzione e tutela – anche alle donne di altre fasce d'età;
   le statistiche del sistema epidemiologico regionale veneto dicono che il tumore della mammella costituisce oggi la prima causa di decesso per neoplasia delle donne, con una mortalità elevata già nelle fasce più giovani, superiore in termini assoluti alla mortalità per malattie dell'apparato circolatorio;
   nello specifico, il tasso di mortalità più elevato si riscontra sul territorio del veneziano;
   ogni anno in Veneto sono 4 mila le nuove diagnosi di tumore al seno, che è il più frequente nel sesso femminile. Oggi il 90 per cento delle donne guarisce grazie ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce;
   ogni anno in Veneto, con le vecchie disposizioni, venivano eseguite circa 260 mila mammografie, svolte sia nella sanità pubblica sia in quella privata accreditata, e non solo nella prevenzione diagnostica;
   il taglio alla prevenzione sta creando preoccupazione tra i medici di base e quelli impegnati nelle breast unit, i centri di senologia istituiti sempre dalla regione nel 2014, allo scopo di combattere le insorgenze del tumore al seno;
   operatori della sanità, oncologi e medici insistono sul ruolo strategico della diagnosi precoce e responsabile per individuare con tempestività la malattia, e consentire protocolli di cura in grado, quando non di curarla del tutto, di poterla ritenere sotto controllo e convivere con essa;
   la scelta della regione Veneto appare agli interroganti del tutto incomprensibile e fuori luogo, e rappresenta un passo indietro pericoloso, un arretramento dei livelli di copertura sanitaria e tutela della salute delle donne; un tassello verso la graduale erosione di quell'eccellenza che è stato fino a pochi anni fa il sistema sanitario nazionale e regionale;
   saranno particolarmente penalizzate moltissime giovani donne, per le quali l'opportunità dello screening costituiva un mezzo importante di salvaguardia della propria salute –:
   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga, nell'ambito delle sue competenze e nel rispetto di quelle regionali, di assumere iniziative volte a garantire a tutte le donne, incluse quelle venete, il diritto alla prevenzione e alla salute, messo gravemente a rischio dalle disposizioni di cui in premessa. (4-14973)