Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.7/01152 premesso che:
il trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1o dicembre 2009, ha riconosciuto lo sport come un settore di competenza dell'Unione europea in cui la stessa...
Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-01152presentato daFOSSATI Filippotesto diMartedì 13 dicembre 2016, seduta n. 713
Le Commissioni VII e XII,
premesso che:
il trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1o dicembre 2009, ha riconosciuto lo sport come un settore di competenza dell'Unione europea in cui la stessa può sostenere, coordinare ed integrare le attività degli Stati membri, promuovendo una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva, nonché la creazione di posti di lavoro. Lo sport ha inoltre effetti positivi sull'inclusione sociale, l'istruzione e la formazione, nonché sulla salute pubblica e l'invecchiamento attivo;
il libro bianco sullo sport del 2007 della Commissione europea prevede tra gli obiettivi l'elaborazione di linee direttrici sull'attività fisica, nonché la realizzazione di una rete europea di promozione dello sport come fattore benefico per la salute;
il libro bianco «Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità» del 2007 della Commissione europea sottolinea l'importanza di adoperarsi attivamente per invertire la tendenza al declino dell'attività fisica riscontrata negli ultimi decenni e causata da numerosi fattori;
a tal proposito l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda un minimo di 30 minuti di attività fisica moderata al giorno per gli adulti e di 60 minuti per i bambini;
il piano di lavoro dell'Unione europea per lo sport 2014-2017 mira ad integrare e rafforzare l'impatto delle attività avviate nel quadro del programma Erasmus+ nel campo dello sport ed in particolare nel settore «Sport e società», con riferimento ai vantaggi in termini di salute derivanti dall'attività fisica;
la Carta di Toronto, redatta nel maggio 2010 da un gruppo di esperti del Global Advocacy for Physical Activity, che è divenuta testo di riferimento a livello mondiale per la promozione dell'attività fisica e degli innumerevoli vantaggi ad essa correlati, riconosce che «l'attività fisica promuove il benessere, la salute fisica e mentale, previene le malattie, migliora le relazioni sociali e la qualità della vita, produce benefici economici e contribuisce alla sostenibilità ambientale»;
la raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea sulla promozione trasversale ai settori dell'attività fisica salutare del 26 novembre del 2013, nel richiamare il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 292, in combinato disposto con gli articoli 165 e 168, vista la proposta della Commissione europea, prevede al considerando n. 3 quanto segue:
«Nonostante il rafforzamento in alcuni Stati membri negli ultimi anni dell'impegno profuso dalle autorità pubbliche nella promozione dell'attività fisica salutare (“Health Enhancing Physical Activity”, di seguito HEPA), i livelli di sedentarietà nell'Unione restano intollerabilmente elevati. La maggioranza dei cittadini europei non svolge sufficiente attività fisica e il 60 per cento di essi non pratica mai o solo raramente sport o altre forme di attività fisica. La mancanza di attività fisica durante il tempo libero tende a essere più frequente tra i gruppi svantaggiati sul piano socioeconomico. Attualmente non vi sono indicazioni di una inversione di tale tendenza per l'Unione nel suo insieme»;
la stessa raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea, al considerando n. 4 prevede:
«La sedentarietà è stata individuata come un importante fattore di rischio di mortalità precoce e di malattia nei paesi ad alto reddito a livello mondiale e si ritiene che sia responsabile di circa 1 milione di decessi all'anno nella sola regione europea dell'OMS. Gli effetti negativi della sedentarietà nell'Unione sono comprovati, così come i notevoli costi economici diretti e indiretti associati alla mancanza di attività fisica e ai connessi problemi per la salute, in particolare in considerazione del fatto che la maggior parte delle società europee è caratterizzata da un rapido invecchiamento»;
la raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea sulla promozione trasversale ai settori dell'attività fisica salutare del 26 novembre del 2013 raccomanda che gli Stati membri:
«si adoperino per elaborare politiche efficaci in tema di HEPA tramite lo sviluppo di un approccio trasversale comprendente settori quali lo sport, la sanità, l'istruzione, l'ambiente, i trasporti, tenendo conto delle linee d'azione raccomandate dall'UE in materia di attività fisica e altri settori pertinenti in funzione delle peculiarità nazionali...»;
prevedendo inoltre che «entro sei mesi dall'adozione della presente raccomandazione, designino punti focali HEPA nazionali, a norme della legislazione e delle pratiche nazionali, incaricati di sostenere il suddetto quadro di monitoraggio e informino la Commissione della loro nomina»;
il rapporto Istat 2016 offre un aggiornamento del quadro delle indagini sulla sedentarietà e indica come le situazioni delle persone in sovrappeso e con problemi di obesità si stanno diffondendo rapidamente nell'Unione europea e riguardano ormai una quota importante della popolazione anche in Italia, dove l'eccesso di peso tra gli adulti è però meno diffuso rispetto alle altre nazioni europee. L'andamento è crescente, soprattutto tra i maschi (dal 51,2 per cento nel 2001 al 54,8 per cento nel 2015). Ma il fenomeno più preoccupante è quello della diffusione del sovrappeso tra bambini e adolescenti, che invece è tra le più alte in Europa e di considerevole interesse per le ricadute sulla salute pubblica dei prossimi decenni. L'analisi sugli stili alimentari per generazioni mette in luce un aumento consistente del consumo giornaliero di verdure e ortaggi tra il 1995 e il 2015, in particolar modo tra i nati dopo il 1965 (ossia la generazione di transizione e la generazione del millennio). L'analisi sugli stili alimentari per generazioni eseguita dall'Istat su un ventennio mette in luce un aumento consistente del consumo giornaliero di verdure e ortaggi tra il 1995 e il 2015, in particolar modo tra i nati dopo il 1965 (la generazione di transizione e la generazione del millennio). Passando ad analizzare le attività fisiche e la sedentarietà, nel 2015, il 33,5 per cento delle persone di 5 anni e più dichiara di praticare uno o più sport nel tempo libero; il 23,9 per cento si dedica allo sport con regolarità, il 9,6 per cento saltuariamente;
la strategia sull'attività fisica per la regione europea dell'Oms 2016-2025 pubblicata dall'Organizzazione mondiale della sanità, nel settembre del 2015, è stata elaborata alla luce degli obiettivi volontari attualmente stabiliti a livello mondiale dal Global action plan for the prevention and control of noncommunicable diseases 2013-2020 [piano di azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020] dell'Oms, adottato nel maggio 2013 dalla Sessantaseiesima assemblea mondiale della sanità. L'ufficio regionale per l'Europa dell'Oms ha indicato conseguentemente le seguenti linee guida: la strategia sull'attività fisica mira a spingere i Governi e i soggetti a diverso titolo coinvolti a lavorare per aumentare i livelli di attività fisica praticati da tutti i cittadini:
a) promuovendo l'attività fisica e riducendo i comportamenti sedentari;
b) creando condizioni favorevoli allo svolgimento di attività fisica attraverso un contesto edilizio stimolante e sicuro, spazi pubblici accessibili e infrastrutture adeguate;
c) garantendo pari opportunità in materia di attività fisica prescindere dal genere, dall'età, dai livelli di reddito, di istruzione, dall'appartenenza ad un gruppo etnico o dalla disabilità;
d) rimuovendo le barriere all'attività fisica, nonché facilitandola;
e) affrontando il problema del calo sempre più consistente dei livelli di attività fisica e riducendo le disparità;
f) promuovendo un approccio che tenga conto di tutte le fasi della vita;
g) dando maggior potere alle persone e alle comunità, tramite la partecipazione e la realizzazione di ambienti più salutari;
h) promuovendo approcci integrati, multi settoriali, sostenibili e orientati alla partnership;
i) assicurando l'adattabilità al contesto dei programmi (interventi) in materia di attività fisica;
l) usando strategie fondate su riscontri fattuali per promuovere l'attività fisica e monitorare lo stato di attuazione e l'impatto delle misure;
le indagini sulla sedentarietà sopracitate e le prove scientifiche che le accompagnano, dimostrano che l'attività fisica e lo sport fanno bene alla salute, aiutano a prevenire malattie e patologie, fanno risparmiare ed evidenziano che in assenza di un cambio di rotta non si può che peggiorare;
l'Italia risulta fra le realtà più sedentarie nel quadro europeo;
il Governo italiano si era attivato, dotandosi di una piattaforma denominata «Guadagnare salute», evidenziando così l'esigenza di creare una cabina di regia utile e attiva nelle regioni e avviando un piano d'azione nazionale e alcuni progetti pilota in collaborazione con le regioni affidando alle stesse il compito di sviluppare le azioni utili sul territorio;
tali progetti positivi ed efficaci sono però prossimi all'esaurimento e richiedono un nuovo rilancio e la ridefinizione di più avanzati obiettivi;
il Governo, nel 2014, aveva dimostrato di avere recepito e attivamente le sollecitazioni delle istituzioni comunitarie ed internazionali, così come dei programmi sopra citati, promuovendo il piano nazionale di prevenzione e rilanciando i contenuti della piattaforma «Guadagnare salute» e, in questo periodo, le regioni sono in fase di recepimento del piano e stanno traducendo in obiettivi e strumenti operativi le indicazioni dello stesso;
risulta insufficiente quanto promosso e fatto finora anche con il piano nazionale della prevenzione e l'esperienza del programma «Guadagnare salute» accompagnato dai protocolli d'intesa promossi dal Ministero della salute e le azioni promosse dalle regioni,
impegna il Governo:
a realizzare, sulla base delle indicazioni contenute nelle «strategie sull'attività fisica» pubblicate a settembre del 2015 dall'Ufficio regionale per l'Europa dell'Oms e nel quadro dei contenuti del piano nazionale di prevenzione 2014-2018, un piano d'azione per la promozione e diffusione dell'attività fisica a livello nazionale, nel rispetto delle seguenti priorità di intervento:
a) programmi di accesso allargato dell'educazione motoria nella fascia della prima infanzia (da 0 ai 6 anni) anche attraverso il gioco e il movimento;
b) iniziative per l'adozione di sani stili di vita rivolte agli adolescenti (da 6 a 13 anni) in particolare per il contrasto del fenomeno dell'obesità infantile;
c) iniziative finalizzate al contrasto del fenomeno dell'abbandono dell'attività fisica e sportiva tra gli adolescenti dai 13 ai 18 anni e all'uso delle tecnologie in modo attivo;
d) azioni rivolte a controllare la precoce specializzazione sportiva e il conseguente abbandono dello sport;
e) azioni mirate a favorire l'accesso delle donne alla pratica sportiva al fine di colmare il divario con gli uomini;
f) diffusione di attività motorie rivolte agli anziani al fine del miglioramento della qualità della vita e di ridurre fenomeni di emarginazione di detti soggetti;
g) prescrizione medica dell'attività fisica adattata (AFA) in particolare rivolta alla popolazione con target di malattie non trasmissibili;
h) riconversione degli spazi urbani e del verde pubblico per facilitare la pratica motoria con la massima accessibilità per tutti i cittadini;
i) potenziamento della missione e degli strumenti Health enhancing physical activity (HEPA), a partire dal Focal Point nazionale, di cui l'Italia si è dotata come stabilito con la raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 26 novembre 2013 e sostegno alle iniziative avviate nel settore a partire dal 2015, garantendo miglior supporto alla collaborazione tra enti periferici e nazionali per la promozione trasversale ai settori dell'attività fisica salutare;
l) redazione di criteri di valutazione per verificare l'efficacia delle azioni svolte sul territorio a cura delle regioni;
ad assumere iniziative per istituire un osservatorio nazionale sulla diffusione dell'attività fisica-salutare al fine di migliorare lo stato di benessere e salute dei cittadini presieduto dal capo dell'Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, e composto da rappresentanti del Ministero della salute, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, delle regioni, delle agenzie regionali di sanità, delle università, degli enti di promozione sportiva e delle Federazioni sportive riconosciute dal Coni, al fine di perseguire gli obiettivi previsti dalle strategie dell'Oms;
a realizzare una campagna per la diffusione dell'attività fisica e sportiva di base con l'obiettivo di portare entro il 2025 la media dell'Italia ai livelli della media dell'Unione europea in linea con il piano indicato dalle strategie dell'Oms, promuovendo, a questo scopo, piani d'azione territoriali per il perseguimento degli obiettivi contenuti nelle strategie sulla attività fisica dell'Oms;
ad assumere iniziative per realizzare la «Settimana europea dello Sport» (EWOS), coinvolgendo tutti gli attori impegnati nella promozione dell'attività fisica, come previsto dalla Commissione europea, sulla base del piano di lavoro dell'Unione europea, per lo sport 2014-2017 e della raccomandazione sulla promozione trasversale ai settori dell'attività fisica salutare;
a promuovere buone pratiche di lotta all'emarginazione sociale nelle periferie degradate delle città metropolitane attraverso lo sport di base quale veicolo di uguaglianza ed integrazione sociale, mediante il finanziamento di progetti (fondi già stanziati presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Ufficio per lo sport – circa 2 milioni di euro in 4 anni).
(7-01152) «Fossati, Coccia».