• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01150    premesso che:     nel comprensorio militare di S. Lucia, presso il Centro tecnico logistico interforze N.B.C. (Cetli Nbc) di Civitavecchia, ente dell'area tecnico-operativa...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01150presentato daARTINI Massimotesto diMartedì 13 dicembre 2016, seduta n. 713

   Le Commissioni IV e VIII,
   premesso che:
    nel comprensorio militare di S. Lucia, presso il Centro tecnico logistico interforze N.B.C. (Cetli Nbc) di Civitavecchia, ente dell'area tecnico-operativa del Ministero della difesa, si svolge l'attività di distruzione di armi chimiche in ottemperanza della legge n. 496 del 1995, recante «Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione, con annessi, fatta a Parigi il 13 gennaio 1993»;
    l'attività svolta sotto il controllo degli ispettori internazionali dell'Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), ha acconsentito di smaltire nel tempo ingenti quantitativi di sostanze chimiche quali Iprite, Fosgene, Adamsite e munizioni a caricamento chimico. Tali sostanze risultano attualmente stoccate in «monoliti» di cemento che già ingenerano dubbi e preoccupazioni nella popolazione in merito alla salubrità dell'ambiente circostante; oltretutto, ultimamente, è stato reso noto che presso il centro sono stati effettuati e sono tutt'ora in corso, degli studi finalizzati all'individuazione di tecnologie alternative per lo smaltimento delle armi chimiche e che tale tecnologia, a quanto risulta, si basa su un processo di «ossidazione termica» o trattamento termico;
    in base alla richiesta di accesso all'informazione ambientale con protocollo N.0024860/2016 del 24 marzo 2016 presentata dal comune di Civitavecchia, è emerso che il Ministero della difesa ha stipulato un contratto con il soggetto Dynasafe, di «approvvigionamento del servizio di ingegneria e architettura di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, per il potenziamento della capacità di demilitarizzazione del munizionamento a carica speciale del Centro Tecnico Logistico Interforze NBC»;
    come è noto, la situazione ambientale della città di Civitavecchia e dei comuni limitrofi è meritevole di particolare attenzione in virtù della contemporanea e consolidata presenza di rilevanti fattori di pressione ambientale e lo stato di sofferenza sanitaria della popolazione è stato registrato sin dagli anni Ottanta da diversi studi ed indagini epidemiologiche, delle Asl Roma E e Roma F;
    la preoccupazione è tanta, in quanto la realizzazione di tale impianto di ossidazione termica o trattamento termico si configura come un vero e proprio inceneritore, producendo verosimilmente inquinanti che, seppur abbattuti da filtri, inevitabilmente verranno immessi in atmosfera, tanto che i cittadini hanno fondato il comitato «Cittadini uniti contro l'inceneritore» per rimarcare un secco «no» alla realizzazione di tale impianto e anche per promuovere la bonifica totale dei seicento ettari sui quali attualmente insiste il centro chimico. La stessa preoccupazione i cittadini l'hanno manifestata al consiglio comunale aperto che si è svolto in data 11 aprile 2016, sebbene sia intervenuto un rappresentante dal Ministero della difesa che ha spiegato che non è stata presa ancora nessuna decisione in merito all'impianto, ma è stato commissionato un progetto preliminare che comprende lo studio di impatto ambientale;
    anche l'Associazione italiana dei medici per l'ambiente (Isde – sezione Civitavecchia) ha presentato una denuncia alla Commissione delle Comunità europee ed un esposto alla procura della Repubblica di Civitavecchia per verificare se nella costruzione della struttura ricorrano ipotesi di reato o inadempimenti del diritto comunitario in merito al principio di precauzione;
    a quanto si apprende anche dall'Atlante italiano dei conflitti ambientali – «[...]Il territorio di Civitavecchia è già fortemente compromesso dal punto di vista ambientale, per la presenza di impianti Enel – alimentati anche a carbone, del porto e di altri numerosi insediamenti industriali: a tal proposito gli enti istituzionali, prendendo atto della gravissima situazione epidemiologica, si sono più volte espressi contro qualsiasi forma di combustione. Specificatamente, tra gli enti istituzionali che hanno manifestato la propria contrarietà per quanto attiene la realizzazione dell'ossidatore termico ci sono: il Comune di Civitavecchia, il Comune di Allumiere, la Città metropolitana di Roma Capitale e il Consiglio Regionale del Lazio. Inoltre, sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica sono state depositate mozioni di contrarietà al progetto, che attendono ancora la calendarizzazione per la discussione in aula»;
    il 9 giugno 2016, presso il Cetli ha avuto luogo l'incontro fra il sottosegretario alla difesa pro tempore Gioacchino Alfano ed una delegazione del Comitato dei cittadini uniti contro l'inceneritore e altri rappresentanti istituzionali del territorio in merito al proposito di realizzazione e messa in opera presso il Cetli di Civitavecchia, di un ossidatore termico finalizzato allo smaltimento di armamenti a carica chimica; all'incontro erano presenti il sindaco di Civitavecchia e dei comuni limitrofi, una delegazione di parlamentari e consiglieri comunali della regione Lazio, varie realtà sociali ed accademiche del mondo dell'università;
    alla luce degli allarmanti dati emergenti in tema di salute pubblica, che vede l'intero comprensorio sopra richiamato come uno tra i territori in cui si registra una escalation di patologie tumorali o comunque riconducibili a prolungate esposizioni a fonti inquinanti, i partecipanti a tale incontro avrebbero richiesto al rappresentante del Ministero della difesa di fare un passo indietro, poiché il territorio non potrebbe sopportare ulteriori fonti di emissioni inquinanti;
    in maniera altrettanto ferma sarebbe stato richiesto un impegno immediato a procedere alla bonifica del territorio, con riferimento chiaro ed inequivocabile alla rimozione dei monoliti contenenti residui chimici, frutto dell'attività di demilitarizzazione di armamento a carica chimica, stoccati da decenni all'interno del Cetli;
    inoltre, i rappresentanti del territorio avrebbero fatto richiesta di avviare tutte le pratiche propedeutiche al riconoscimento di sito di interesse nazionale dell'intera area comprensoriale;
    ascoltate le rappresentanze istituzionali presenti ed il «Comitato Cittadini Uniti Contro l'Inceneritore», il sottosegretario Gioacchino Alfano avrebbe comunicato la possibilità che il Ministero della difesa avrebbe potuto contemplare altre modalità di smaltimento delle armi chimiche e avrebbe garantito la massima disponibilità nel favorire i controlli dentro la caserma e sulle aree adiacenti,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per inquadrare il comprensorio militare di S. Lucia, presso il Centro tecnico-logistico interforze NBC di Civitavecchia come sito di interesse nazionale (SIN) al fine di porre in atto tutte le azioni necessarie alla bonifica dell'area ove sono stoccati i monoliti contenenti i residui delle lavorazioni, che rappresentano ormai un grave pericolo per le matrici ambientali e per la popolazione;
   a monitorare il grado di impatto ambientale, che gli impianti già esistenti, stanno generando con particolare riguardo allo stato del suolo e delle falde acquifere;
   ad assumere iniziative per sospendere l’iter di realizzazione dell'impianto di cui in premessa, ed anteporre alla sua realizzazione progetti che siano in grado di approfondire ed indagare gli effetti e soprattutto i rischi per l'ambiente e la salute della cittadinanza in un'area già ambientalmente molto impattata;
   a promuovere un nuovo confronto con gli abitanti del territorio, accogliendo le loro istanze circa le preoccupazioni sui rischi ambientali e sanitari, che l'impianto descritto in premessa comporterebbe, ed altresì a considerare l'opportunità di assicurare un'adeguata informazione sull'iter del progetto, in virtù della normativa sulla trasparenza, mediante l'utilizzo di portali web istituzionali dedicati, gestiti dal Ministero della difesa;
   ad assumere iniziative per individuare soluzioni alternative arrecanti minor impatto ambientale e rischio sanitario, in grado di escludere rischi per il territorio e le comunità dell'area interessata, considerando l'assenza di una scadenza temporale prefissata per la distruzione delle armi chimiche residuali presenti ancora sul territorio nazionale;
   a chiarire e rendere noto l’iter di attuazione degli impegni presi dal Ministero della difesa a seguito dell'incontro con le realtà sociali e istituzionali avvenuto il giorno 9 giugno 2016 presso la sede del Cetli, in particolare, con riferimento a:
    a) la rimozione dei monoliti, contenenti residui chimici, frutto dell'attività di demilitarizzazione di armamento a carica chimica, stoccati da decenni all'interno del Cetli;
    b) l’iter di autorizzazione affinché possano essere eseguite all'interno del Cetli e nell'area perimetrale, le verifiche delle condizioni ambientali del sito e dell'area di stoccaggio;
    c) le eventuali soluzioni alternative all'ossidatore termico di cui in premessa al vaglio del Ministero della difesa per concludere lo smaltimento degli armamenti ancora da trattare.
(7-01150) «Artini, Pastorelli, Zaccagnini».