Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/06761 BELLOT - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:
nel mese di giugno 2016, il connazionale Emanuele Martini è stato ucciso a colpi d'arma da...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-06761 presentata da RAFFAELA BELLOT
martedì 20 dicembre 2016, seduta n.735
BELLOT - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:
nel mese di giugno 2016, il connazionale Emanuele Martini è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco a Cali, in Colombia, in circostanze ad oggi poco chiare;
Emanuele Martini, 46 anni, di professione topografo, era originario di Mel (Belluno), e si era trasferito in Colombia quasi 6 anni fa. Di certo non privo di iniziativa e buona volontà, nel Paese sudamericano si è fin da subito guadagnato da vivere, dapprima con l'apertura di una propria attività e successivamente facendo l'autista;
da fonti vicine alla famiglia si è appreso che proprio la professione di autista causò a Martini qualche problema nel dicembre 2014, quando egli venne aggredito e ferito gravemente all'occhio sinistro da una persona di sua conoscenza. Martini denunciò l'accaduto alle competenti autorità, rivolgendosi anche alla Procura locale e all'ambasciata italiana a Bogotà. L'udienza venne fissata per il 4 ottobre 2016;
sempre a quanto risulta alla famiglia, il 6 giugno 2016 egli sarebbe stato avvicinato da un non meglio identificato individuo, che gli avrebbe chiesto di ritirare la denuncia a carico del soggetto autore dell'aggressione, il quale, in cambio, avrebbe detto di essere disposto ad offrire un'autovettura a Martini, per consentirgli di svolgere la sua attività di tassista. Martini avrebbe rifiutato tale proposta, allontanandosi dal luogo dell'incontro;
due giorni dopo, fermo ad un semaforo mentre era alla guida della sua autovettura, Emanuele Martini è stato raggiunto da 8 colpi di arma da fuoco, sparati, a quanto riferito dai media locali, da un uomo alla guida di un'altra automobile. La famiglia, in questi mesi, ha dovuto tener conto di diverse versioni su modalità e circostanze di quella che può definirsi, vista la dinamica, una vera e propria esecuzione;
Martina Martini, sorella della vittima, sconvolta e incredula per l'accaduto, si è immediatamente attivata per il rientro della salma, nonostante le difficoltà economiche e i molteplici ostacoli di natura burocratica. Il corpo di Emanuele, infatti, dopo 9 giorni di stazionamento in una cella frigorifera, è stato seppellito in Colombia;
numerose risultano essere le comunicazioni intercorse tra la famiglia e le autorità diplomatiche, compreso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Nel mese di novembre, una e-mail del responsabile dei servizi consolari ha informato la signora Martina della decisione della Procura incaricata delle indagini sull'omicidio di Emanuele di archiviare il caso, in assenza di sufficienti elementi probatori. Il consolato ha attivato in loco un avvocato per verificare le azioni legali percorribili per appellare la decisione; il 19 dicembre, infine, una e-mail dell'ambasciatrice italiana in Colombia ha comunicato alla sorella del Martini che è stata inoltrata una nota di protesta al Ministero degli esteri colombiano, nella quale si chiedono informazioni precise sul fondamento di tale decisione, sui risultati dell'autopsia e sulla perizia effettuata sul veicolo e sul luogo del crimine. La rappresentante diplomatica ha inoltre chiesto di incontrare il Ministro della giustizia colombiano;
a quanto si apprende, la Farnesina ha purtroppo comunicato che non è possibile prevedere un finanziamento ad hoc per far realizzare nuove attività di indagini da parte di un investigatore privato,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti richiamati, e come intenda attivarsi al fine di mantenere alta l'attenzione sull'accaduto, fare chiarezza sulla morte di Emanuele Martini e garantire giustizia alla vittima e alla sua famiglia.
(4-06761)