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Atto a cui si riferisce:
C.1/01455    premesso che:     nell'ottobre 2016, l'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), ha pubblicato il primo Rapporto globale sull'accesso ai farmaci per il trattamento...



Atto Camera

Mozione 1-01455presentato daNICCHI Marisatesto diLunedì 9 gennaio 2017, seduta n. 720

   La Camera,
   premesso che:
    nell'ottobre 2016, l'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), ha pubblicato il primo Rapporto globale sull'accesso ai farmaci per il trattamento dell'epatite C;
    nonostante la gravità dell'epidemia causata da HCV, il Rapporto ricorda come la risposta globale per ridurre l'onere di questa malattia, finora è stato molto limitata. I costi elevati hanno portato di fatto al razionamento del trattamento in alcuni Paesi, tra cui anche quelli dell'Unione europea, dove nonostante la negoziazione del prezzo non si è comunque riusciti a coprire il costo per trattare tutta la popolazione colpita. Sotto questo aspetto è quindi necessario supportare gli sforzi dei vari Paesi per rendere finalmente accessibili i trattamenti, superando le attuali barriere economiche che ostacolano l'accesso a tutti pazienti che ne hanno bisogno;
    nel rapporto dell'Oms sono anche indicate le stime del contagio mondiale. Per l'Italia la stima dei casi di HCV oscilla tra l'1,25 e l'1,75 per cento della popolazione. Quindi tra i 750 mila e poco più di un milione;
    dati attendibili ci dicono che in realtà nel nostro Paese sono circa un milione i pazienti portatori cronici del virus dell'epatite C, di cui 330 mila con cirrosi. L'Italia ha il primato in Europa per numero di soggetti positivi al virus e per mortalità da tumore primitivo del fegato: oltre 20 mila persone muoiono ogni anno per malattie croniche del fegato e nel 65 per cento dei casi, l'HCV risulta causa unica o concausa dei danni epatici;
    con riferimento ai farmaci innovativi e alla cura dell'epatite C, si ricorda che, finora, con le risorse disponibili, è stato possibile trattare circa 50 mila pazienti (il 5 per cento dei beneficiari potenziali), in base a criteri di gravità definiti dall'Aifa;
    per consentire un maggiore accesso ai nuovi farmaci, sarebbe necessario che i loro prezzi si riducessero di nove-dieci volte;
    una competizione trasparente tra produttori potrebbe portare a una decisa riduzione dei prezzi. Ma è evidente che ci vuole una forte volontà politica per evitare negoziazioni segrete (com’è avvenuto finora) e anche operazioni di cartello sui prezzi tra produttori. La decisione del Governo di procedere con la licenza obbligatoria potrebbe rappresentare un decisivo stimolo a riportare il prezzo dei farmaci prossimo ai costi effettivi di produzione, e quindi di renderli accessibili a tutte le persone che ne hanno bisogno;
    i suddetti drammatici numeri di cittadini colpiti dall'epatite C nel nostro Paese, indicano come questa patologia possa essere considerata a tutti gli effetti un'emergenza nazionale di sanità pubblica;
    sotto questo aspetto, si ricorda come, proprio in caso di emergenze sanitarie, l'accordo in capo all'Organizzazione mondiale per il commercio (Omc), denominato TRIPs (Trade Related aspects of Intellectual Property rights), e ratificato in Italia dalla legge 29 dicembre 1994, n. 747, ha previsto la possibilità di poter derogare alla protezione brevettuale attraverso la concessione di una licenza obbligatoria a cui, ogni Stato che aderisce all'Organizzazione mondiale per la sanità, può ricorrere al fine di proteggere la salute pubblica;
    sotto questo aspetto, è quindi ipotizzabile per l'Italia percorrere la strada della «emergenza sanitaria» al fine di giungere a una licenza obbligatoria per i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta contro il virus dell'epatite C (HCV). Attraverso la «licenza obbligatoria» è possibile infatti produrre i farmaci anti-epatite C a costo contenuto e garantirne l'accessibilità a tutti i pazienti che ne hanno bisogno. Con una tale licenza infatti, un Governo di fatto forza i possessori di un brevetto, o di altri diritti di esclusiva, a concederne l'uso per lo Stato o per altri soggetti;
    proprio per spingere il nostro Paese di richiedere e ottenere la suddetta deroga alla protezione brevettuale e chiedere la «licenza obbligatoria», è in avvio una campagna di raccolta firme di una petizione così da consentire a tutti i pazienti di poter accedere alla terapia per l'epatite C, a carico del Servizio sanitario nazionale;
    si ricorda in proposito che anche la FNOMCeO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) ha espresso la propria disponibilità ad una raccolta di firme a sostegno di una campagna di pubblica utilità per l'affermazione di quanto previsto dall'accordo TRIPs del 1994 e dalla dichiarazione di DOHA del 2001 (licenza obbligatoria);
    il 16 settembre 2016, lo stesso Consiglio nazionale della FNOMCeO, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale impegnava il Comitato centrale ad intervenire presso il Ministro della salute per perseguire con ogni mezzo il conseguimento di atti legislativi e giuridici capaci di estendere l'accesso alle terapie anti-epatite C per tutti gli aventi indicazione clinica e diritto;
    si rileva altresì che per poter chiedere, in caso di emergenze sanitarie, la suddetta deroga alla protezione brevettuale, e concedere la licenza obbligatoria per i farmaci anti-epatite C, così come prevede l'articolo 31 dell'accordo TRIPs, è però necessario modificare il codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30,

impegna il Governo:

1) ad assumere le necessarie iniziative alla luce dei contenuti delle proposte legislative parlamentari in materia, volte a modificare il codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo n. 30 del 2005, al fine di ricomprendere le emergenze sanitarie tra le condizioni attraverso le quali è consentito l'uso di un brevetto senza il consenso del suo titolare, in coerenza con quanto disposto dall'accordo Trade related aspects of intellectual property rights (TRIPs), adottato a Marrakech il 15 aprile 1994 e ratificato dalla legge 29 dicembre 1994, n. 747;

2) ad attivarsi per chiedere – ai fini della tutela della salute pubblica – la deroga alla protezione brevettuale attraverso la «licenza obbligatoria» per i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta contro il virus dell'epatite C, al fine di favorire la produzione di farmaci anti-epatite C a costo contenuto e garantirne l'accessibilità a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.
(1-01455) «Nicchi, Gregori, Scotto, Duranti, Martelli, Melilla, Pannarale, Placido, Ricciatti».