• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03401 FAVERO, SUSTA, ALBANO, ASTORRE, CANTINI, CUCCA, DALLA TOR, DEL BARBA, Stefano ESPOSITO, FASIOLO, GIACOBBE, LANIECE, MOSCARDELLI, ORRU', PANIZZA, PUPPATO - Al Ministro dello sviluppo...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03401 presentata da NICOLETTA FAVERO
martedì 17 gennaio 2017, seduta n.741

FAVERO, SUSTA, ALBANO, ASTORRE, CANTINI, CUCCA, DALLA TOR, DEL BARBA, Stefano ESPOSITO, FASIOLO, GIACOBBE, LANIECE, MOSCARDELLI, ORRU', PANIZZA, PUPPATO - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

persistono e in molti casi si accentuano, le numerose difficoltà di ricezione del segnale televisivo, soprattutto dei canali RAI, manifestatesi in diverse aree del Paese, a seguito del passaggio dal sistema analogico a quello digitale terrestre;

le difficoltà maggiori si riscontrano soprattutto nelle zone montane e nei borghi delle aree interne più difficilmente raggiungibili, dove da tempo ai residenti viene di fatto impedito di poter godere di un servizio pubblico di primaria importanza;

numerosi sindaci e amministratori di comuni italiani hanno segnalato tale disservizio approvando, su invito dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM), un ordine del giorno indirizzato al Governo e al Parlamento con cui si chiede di avviare un tavolo di monitoraggio sul servizio televisivo, che costringa "RaiWay", società proprietaria delle infrastrutture e degli impianti per la trasmissione e diffusione televisiva e radiofonica della Rai, a potenziare le infrastrutture per la diffusione del segnale;

tale incresciosa situazione è stata anche evidenziata dal CoReCom del Piemonte, che ha presentato, nel marzo del 2016, una indagine svolta su questo tema in 368 comuni del territorio piemontese, da cui risulta che su un totale di 1.205.328 abitanti, ben 149.064 ovvero il 15 per cento, non ricevono il segnale Rai. Dalla stessa indagine emerge, inoltre, che ad oggi, sarebbero 600.000 i piemontesi che non ricevono il TgR piemontese;

considerato che:

la legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità per il 2016) ha stabilito che l'imposta sul possesso della tv, comunemente definita "canone Rai", pari a euro 100, deve essere pagata attraverso la bolletta elettrica della casa di abitazione;

tale intervento ha consentito la riduzione dell'evasione dell'imposta. Secondo quanto recentemente dichiarato da Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni, il gettito dell'imposta per l'anno 2016 è di circa 2 miliardi di euro, in crescita rispetto agli anni precedenti;

pare del tutto evidente che anche a fronte di un aumento delle entrate derivanti dalla riscossione dell'imposta televisiva, è necessario assicurare un adeguato servizio agli utenti, consentendo la ricezione di tutti i canali, in particolare di quelli del servizio pubblico;

le difficoltà nella ricezione del segnale tv e radio rappresenta attualmente la causa principale del digital divide che colpisce le aree montane, alpine e appenniniche,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover avviare, con la massima sollecitudine, un completo monitoraggio su tutto il territorio nazionale per verificare la ricezione anche priva di disturbi del segnale televisivo, coinvolgendo a tale fine anche le Regioni, le unioni di Comuni e le associazioni di enti locali, quali Anci e Uncem;

quali iniziative intenda adottare per impegnare Rai Way a potenziare le infrastrutture per la trasmissione del segnale tv, soprattutto nelle aree montane e più interne del Paese, dove i disturbi e, in alcuni casi, persino la completa assenza del segnale stanno maggiormente penalizzando i cittadini utenti;

se ritenga infine opportuno attivare un Tavolo interministeriale relativo alle strategie per la risoluzione del digital divide, secondo quanto previsto dall'Agenda digitale nazionale.

(3-03401)