• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/15267    il 19 dicembre 2016 sul sito Ansa.it appare un articolo con titolo «Porto Montenero, 3 esposti a tre Procure – accertamenti da parte di inquirenti Larino, Arezzo e Ferrara» ove si...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15267presentato daPESCO Danieletesto diVenerdì 20 gennaio 2017, seduta n. 727

   PESCO, DALL'OSSO, ALBERTI, SCAGLIUSI, DEL GROSSO, CANCELLERI, L'ABBATE, DA VILLA, TERZONI, DE ROSA, CARIELLO, VILLAROSA, D'INCÀ, CECCONI, CRIPPA e SIBILIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il 19 dicembre 2016 sul sito Ansa.it appare un articolo con titolo «Porto Montenero, 3 esposti a tre Procure – accertamenti da parte di inquirenti Larino, Arezzo e Ferrara» ove si legge e apprende: «L'edificazione del porto di Montenero di Bisaccia “Marina Sveva”, la concessione di un finanziamento di 13,5 milioni di euro da parte di Banca Etruria per la costruzione dello scalo, il fallimento di una delle società che hanno realizzato l'opera, sono al centro di tre diversi esposti presentati alla Procura di Larino (Campobasso), alla Procura di Arezzo ed alla Procura di Ferrara da parte di un progettista nonché ideatore dell'infrastruttura. Una vicenda complessa quella che interessa lo scalo montenerese sul quale sono aperti più filoni d'indagine. A Larino (Campobasso) è aperto un fascicolo per abuso d'ufficio e reati edilizi a seguito di un'istanza presentata da uno dei soci fondatori dell'opera mentre la Procura di Arezzo è al lavoro nell'ambito di una più ampia inchiesta per bancarotta fraudolenta su finanziamenti concessi dalla vecchia Banca Etruria tra i quali quello di 13,5 milioni di euro per il porto di Montenero di Bisaccia. La Procura ferrarese, invece, è stata chiamata in causa per il fallimento di una delle società che hanno realizzato l'opera. Chiede chiarezza, uno dei progettisti nonché ideatore dell'opera. “La prima denuncia/querela l'ho presentata presso la Procura di Larino – dice all’Ansa il professionista di Termoli – Carlo Zaccardi – per la difficoltà di avere accesso agli atti inerenti lo scalo. A seguito della visione dei documenti riscontrai quelle che, a mio parere, potrebbero presentarsi come possibili irregolarità costruttive, tanto che le sottoposi all'attenzione della stessa Procura perché valutasse se le mie impressioni fossero anche la realtà dei fatti. Nel frattempo a seguito di alcuni comportamenti poco chiari feci altri esposti. Oltre alla Procura di Arezzo, ho interessato anche la Procura di Ferrara”»;
   dal sito www.malvezziandpartners.com si apprende che gli stessi hanno provveduto a redigere la due diligence bancaria per conto di Banca Etruria per il lavoro definito «S.M.M. s.r.l. (Gruppo CCC Bologna) Progettazione, costruzione e gestione del porto turistico “Marina Sveva” in località Costa Verde Comune di Montenero di Bisaccia (CB)»;
   con determinazione del direttore generale dottor Pasquale Mauro Di Mirco del 20 maggio 2014 si approvava l'atto unico di collaudo finale, inerente ai lavori di realizzazione del porto turistico denominato «Marina Sveva» nel comune di Montenero di Bisaccia (Campobasso), località «Costa Verde», rilasciato in data 15 maggio 2014 dalla incaricata commissione di vigilanza e collaudo finale;
   risulterebbe che tra i motivi delle indagini sul finanziamento da 13,5 milioni di euro di Banca Etruria ci sia la non corrispondenza tra l'importo erogato e i costi dell'opera. Opera che doveva essere eseguita da un consorzio di cooperative, che, come evidenziato anche in precedenti atti ispettivi al consiglio regionale, è risultato lavorare spesso oltre il rispetto delle regole. Se in una banca come BPEL ci sono così tanti finanziamenti erogati senza nessun controllo, senza garanzie sufficienti, classificabili come «Fidi facili», che poi non sono stati onorati e interessati da parte della procura per probabile bancarotta, ci si chiede quanti ce ne potrebbero essere in una banca come MPS guidata da condizionamenti politici e in tutte le altre banche italiane. In precedenti atti di sindacato ispettivo, è stato evidenziato quanto la vigilanza di Bankitalia e la normativa antiriciclaggio abbiano fallito nei loro adempimenti –:
   se il Governo non intenda immediatamente assumere iniziative affinché si trovino immediate risposte normative al fine di permettere al nucleo della Guardia di finanza di verificare, direttamente e con urgenza, tutte le grandi esposizioni dei gruppi bancari a rischio di insolvenza o bail-in, in primis Monte Paschi di Siena, al fine di evitare danni ai risparmiatori tutelati dall'articolo 47 della Costituzione, e danni erariali allo Stato italiano;
   a quanto ammonti il totale complessivo dei depositi oltre i 100.000 euro di società partecipate dallo Stato italiano, regioni ed enti locali sui conti correnti a loro intestati presso la Banca Monte dei Paschi di Siena. (4-15267)